10 Jul, 2025 - 14:40

Terni-Roma, treni soppressi e biglietti introvabili. Il vicesindaco Corridore: “Così Trenitalia isola la città”

Terni-Roma, treni soppressi e biglietti introvabili. Il vicesindaco Corridore: “Così Trenitalia isola la città”

Sulla tratta Terni-Roma Trenitalia fa il bello e il cattivo tempo. A denunciarlo con fermezza è il vicesindaco di Terni, Riccardo Corridore, che accusa: “Nel silenzio della Regione, il trasporto è peggiorato. Grave lo stop fino al 6 settembre”. La protesta arriva nel momento in cui, a cavallo di agosto, molti treni risultano già soppressi, altri ancora nemmeno acquistabili, e l’intero servizio ferroviario rischia un vero blackout, lasciando i pendolari dell’Umbria meridionale in una situazione di isolamento.

Biglietti bloccati e corse cancellate: l’allarme dei pendolari umbri

Non si tratta solo di ritardi o disservizi sporadici. A partire dal 6 agosto e almeno fino al 6 settembre, la tratta Foligno-Terni sarà interrotta per lavori infrastrutturali sulla linea Orte-Falconara. Un blocco annunciato, ma che - secondo il Coordinamento Pendolari Umbri – sta avendo conseguenze ben più estese del previsto. “Dall’11 agosto non risultano acquistabili gran parte dei biglietti per la tratta Terni-Roma”, denuncia il comitato, che ha scritto formalmente a Regione Umbria, RFI e Trenitalia chiedendo chiarimenti immediati.

Un disagio che va oltre la questione tecnica: “Vogliamo sapere se si tratta di una scelta temporanea legata ai lavori o se quei pochi treni oggi indicati rappresentano davvero l’unica offerta prevista”, scrivono i rappresentanti del comitato, sottolineando l’urgenza di soluzioni di mitigazione e eventuali compensazioni per gli abbonati.

Corridore: “La Regione è prona a Trenitalia, i cittadini pagano il prezzo più alto”

La risposta politica arriva per ora solo da Terni. Per Riccardo Corridore, che ricorda le azioni effettuate durante la precedente legislatura come coordinatore regionale di Alternativa Popolare, il quadro è inaccettabile. “Il servizio subisce tagli, dirottamenti di linea, ritardi, corse sostitutive. I tempi di percorrenza sono diventati insostenibili”, denuncia il vicesindaco, puntando il dito contro il silenzio dell’amministrazione regionale.

“L’Umbria del Sud viene penalizzata due volte: da un lato i pendolari sono abbandonati, dall’altro Terni perde attrattività e capacità di connessione con Roma”. Corridore ricorda che già nel programma della presidente Tesei era stata inserita - su sua proposta - la previsione di un collegamento ad alta velocità tra Terni e Roma Termini, ma oggi quell’impegno appare lettera morta.

“Avevamo chiesto un collegamento diretto di 40 minuti tra Terni e Roma - ribadisce - possibile se c'è volontà politica e aziendale. Invece, assistiamo al progressivo arretramento del servizio, senza alcuna reazione da parte della Regione”.

Comuni sul piede di guerra, ma da Perugia nessuna risposta

Nel frattempo, la protesta monta anche tra i sindaci umbri. Il Consiglio comunale di Narni ha approvato un ordine del giorno contro il depotenziamento della linea. Azioni simili potrebbero arrivare da altri Comuni del Ternano e dell’Orvietano, sulla scia della mobilitazione già vista ad Orvieto e nei territori del Trasimeno.

Il nodo, però, resta politico. Secondo Corridore, la giunta di sinistra che governa la Regione non solo non ha difeso i diritti dei pendolari, ma ha aggravato la situazione. È evidente l’assenza di visione e la totale subalternità agli interessi imprenditoriali di Trenitalia”. Da qui la promessa dell’amministrazione comunale di Terni: Chiederemo formalmente alla Regione una presa di posizione forte nei confronti di Trenitalia e RFI. I nostri cittadini meritano un servizio ferroviario dignitoso”.

Scioperi, tratte alternative e autobus: l’estate nera della mobilità umbra

Il caos ferroviario si intreccia con lo sciopero nazionale del settore, previsto dalle 21 di lunedì 8 luglio fino alle 18 di martedì 9. I treni regionali garantiti saranno solo quelli nelle fasce orarie protette (6-9 e 18-21), mentre molte tratte secondarie verranno coperte solo da servizi sostitutivi su gomma, tra cui l’ex FCU, già compromessa da altre chiusure.

A fronte di tutto questo, gli utenti si trovano davanti una mobilità mutilata, senza alternative e con pochi strumenti per pianificare viaggi essenziali, come quelli lavorativi. E la domanda di Palazzo Spada sorge spontanea: può una regione che ambisce a essere cerniera tra il Centro e il Sud Italia permettersi di disconnettere la sua città più industriale dalla Capitale?

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Federico Zacaglioni
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