"I cittadini di Perugia e dell’Umbria non sono cittadini di serie B" dichiara Lorenzo Mazzanti, capogruppo della lista civica Pensa Perugia, in un comunicato stampa che riaccende i riflettori sul tema dei trasporti ferroviari regionali. Al centro della protesta ci sono i treni regionali veloci da e verso Roma, che da settimane vengono sistematicamente instradati sulla linea convenzionale, con ritardi che possono arrivare fino a 40 minuti.
"Non è accettabile che, anche in questi giorni, i treni regionali veloci da e verso Roma siano instradati sulla linea lenta, con ritardi sistematici fino a 40 minuti" sottolinea Mazzanti. La situazione, legata a una riorganizzazione delle tracce orarie sull’Alta Velocità, sta creando gravi disagi per migliaia di utenti, tra pendolari, studenti e lavoratori.
Secondo il Coordinamento dei pendolari umbri, alcuni treni che una volta impiegavano meno di 2 ore e 30 minuti per raggiungere Roma da Perugia, oggi superano spesso le 3 ore. Il regionale veloce 4156 da Roma a Foligno, ad esempio, è stato deviato e allungato, con un tempo di percorrenza che può arrivare anche a 4 ore. Mazzanti teme che queste modifiche, oggi temporanee, "rischiano di diventare permanenti".
Nel comunicato si chiede un intervento immediato da parte di Rete Ferroviaria Italiana e del Ministero dei Trasporti. "Chiediamo con urgenza a RFI e al Ministero dei Trasporti chiarimenti puntuali sulla programmazione dei treni da e per Perugia" scrive Mazzanti. Il problema non è solo di puntualità, ma di accesso equo a un servizio pubblico fondamentale.
Secondo i dati di Legambiente, l’Umbria è tra le regioni con la minore incidenza di treni Alta Velocità per abitante, con una sola corsa Frecciarossa giornaliera da Perugia a Milano/Torino e nessuna diretta verso il Sud. Un’anomalia per un capoluogo regionale situato a soli 170 chilometri da Roma.
Nel 2025, impiegare più di tre ore per raggiungere la Capitale da un capoluogo di Regione appare paradossale. "A oggi, per raggiungere Roma da Perugia servono spesso più di tre ore, un tempo che non è tollerabile nel 2025 per un capoluogo di Regione a 170 chilometri dalla Capitale" afferma Mazzanti.
Per fare un confronto, tratte di lunghezza simile percorse da treni AV – come Bologna–Milano o Roma–Napoli – richiedono circa un’ora. L’Umbria, invece, è costretta a subire ritardi, cancellazioni e deviazioni per mancanza di infrastrutture dedicate e investimenti mirati.
Oltre a sollecitare il ripristino del corretto instradamento sulla Direttissima dei treni a obbligo di servizio pubblico, Mazzanti propone il potenziamento dei collegamenti rapidi. "Servono almeno due treni Frecciarossa verso sud da Perugia" afferma. L’obiettivo è garantire collegamenti diretti con Roma, Napoli e altre città meridionali, oggi quasi del tutto assenti.
Attualmente, l’unico Frecciarossa da Perugia parte la mattina in direzione Nord, senza alcun corrispettivo verso Sud. Una limitazione che, secondo Mazzanti, discrimina l’intera Regione e rischia di isolarla ulteriormente dal resto del Paese.
Il punto centrale della denuncia politica è il diritto alla mobilità. "Non possiamo più permettere che l’Umbria sia tagliata fuori dalla rete dei collegamenti efficienti" dice Mazzanti. E rilancia: "È tempo che si torni a investire seriamente anche sul trasporto pubblico ordinario, quello usato ogni giorno da studenti, lavoratori e pendolari".
Infine, la promessa: "Pensa Perugia continuerà a sollecitare ogni livello istituzionale perché il diritto alla mobilità dei cittadini non venga più sacrificato sull’altare della velocità solo per pochi".