L’Umbria intera è sconvolta da quella che ormai ha preso i contorni di una strage in famiglia, consumatasi a Perugia, in località Fratticciola Selvatica, alla periferia nord del capoluogo. Qui, nel pomeriggio di ieri, martedì 10 settembre, sono stati ritrovati tre morti nel giardino di un casolare: il padre, Enrico Scoccia, la moglie Maristella Paffarini e la loro figlia, Elisa. Secondo la Procura della Repubblica si tratterebbe di un duplice femminicidio e di un suicidio. Un’ipotesi che in queste ore sta maturando sempre più in certezza. L’uomo 69enne avrebbe prima sparato alla moglie di 66 anni e poi alla loro figlia di 39 con un fucile da caccia regolarmente detenuto e denunciato. Quindi, avrebbe rivolto l’arma contro sé stesso, uccidendosi.
Strage familiare a Perugia: tre morti in un casolare. Ancora dubbi sul movente, sembrerebbe un raptus omicida
Ad avvalorare la tesi del duplice omicidio-suicidio è stata fin da subito la posizione del fucile, rinvenuto accanto al corpo di Enrico Scoccia. Lui, in pensione dal 2022, aveva a lungo lavorato alla Galleria Nazionale dell’Umbria. La moglie Maristella era invece ancora impiegata presso la prefettura di Perugia, prossima al pensionamento anche lei. Stava preparando la festa per quell’agognato traguardo proprio in questi giorni.
Il movente rimane oscuro. A coordinare le indagini è il magistrato di turno della Procura e il capo dell’Ufficio Raffaele Cantone. Il duplice omicidio-suicidio è avvenuto in un contesto di apparente tranquillità. L’uomo avrebbe sparato in preda a un raptus omicida. Sembra che da tempo soffrisse di alcune difficoltà psicologiche aggravate da recenti problematiche di salute. Quando le due donne sono state freddate si trovavano in giardino, una villetta isolata, nel pieno della campagna perugina, circondata da un paesaggio incantevole. La famiglia Scoccia viene descritta come riservata, una famiglia normale dicono i vicini e dalle indagini non sono emersi elementi che facciano supporre contrasti o dissapori. Le indagini sono ancora in corso e saranno i rilievi autoptici a rivelare maggiori dettagli.
Lorenzo, il fidanzato di Elisa: “Mi hanno portato via la cosa più bella”
Il primo a rinvenire i tre cadaveri nel casolare della famiglia, è stato Lorenzo, il fidanzato della figlia 39enne che è stato anche il primo a lanciare l’allarme. Ieri, intorno alle 12, si era recato al casolare degli Scoccia dopo che i colleghi di Elisa l’avevano contatto preoccupati perché non si era presentata sul luogo di lavoro. Un ristorante dove anche lui è impiegato. Chiamata più volte Elisa al cellulare, non aveva ottenuto risposta e si era recato nella casa di famiglia, dove la 39enne che non viveva più con i genitori, aveva deciso di trascorrere insieme a loro qualche giorno. Giunto sul posto, Lorenzo ha fatto la macabra scoperta nel giardino del casolare. I soccorsi si sono immediatamente portati sul luogo del delitto, ma sono stati purtroppo vani perché i tre erano orami deceduti, anche se ancora non è chiaro da quanto tempo.
Sembra infatti che il duplice omicidio-suicidio sia avvenuto qualche ora prima, o forse anche più, del ritrovamento dei tre corpi. Una vicina ha riferito di aver udito degli spari sabato sera e di aver visto l’auto della coppia nella serata di venerdì. Un altro vicino che possiede un terreno in prossimità del casolare della famiglia Scoccia, ha invece detto di aver visto l’uomo nella mattina di ieri, martedì 10 settembre.
Numerosissimi i messaggi di cordoglio che stanno giungendo in queste ore. “Mi hanno portato via la cosa più bella che mi sia capitata” scrive così Lorenzo. Colleghi e amici ricordano Elisa come una persona di grande valore, una professionista dal carattere solare che con passione si dedicava al proprio lavoro, sempre disponibile e sorridente.
In aggiornamento.
La telefonata di Enrico Scoccia: “Ho problemi in famiglia”
Da pochissimo è emersa una telefonata da parte di Enrico Scoccia a un conoscente che lo aiutava con i lavori nel casolare di Fratticciola Selvatica. A riportare la notizia è il quotidiano Il Messaggero dell’Umbria, ripresa dall’Ansa regionale. Il 69enne avrebbe detto al conoscente la frase “Ho dei problemi a casa“.
Il collaboratore della famiglia Scoccia nella giornata di venerdì avrebbe dovuto aiutare a riporre la legna. Si sarebbe proposto di sbrigare velocemente il lavoro ma al telefono Enrico Scoccia gli avrebbe detto di no, adducendo come giustificazione i problemi familiari. Una telefonata che, come sostiene il quotidiano, potrebbe essere avvenuta poco prima del doppio omicidio-suicidio nelle campagne perugine.