Immaginate di essere a bordo della vostra auto, bloccati nel traffico. Intorno a voi, clacson, motori al minimo, e una fila interminabile che sembra uscita da un incubo. Benvenuti in Umbria, dove le strade non scorrono, si trascinano. Questa è la cronaca di una regione che, più che muoversi, ristagna.
Il traffico a Perugia: 28 ore di vita sprecate in coda
È come passare un intero giorno e una notte a fissare il volante. Questo è quello che hanno vissuto i perugini nel 2024, inghiottiti da un traffico che somiglia più a un eterno girone dantesco. L’Inrix Global Traffic Scorecard ha snocciolato i dati: 28 ore in fila, più di un giorno regalato all’asfalto bollente. Un dato che piazza Perugia al 32esimo posto tra le città italiane più bloccate. Rispetto al 2023, è un balzo in avanti del 12%. Rispetto al 2022? Peggio ancora: 24% in più.
Terni si difende meglio, ma non troppo
A Terni le cose non vanno meglio, ma almeno non c’è la calca di Perugia. Qui gli automobilisti hanno perso 17 ore della loro vita in coda. Meglio del 2023, con un bel meno 6%. Ma la situazione generale non si discosta molto. Tra strade strette, cantieri eterni e mezzi pesanti, anche Terni non è certo un esempio di mobilità scorrevole.
Strade umbre al rallentatore
E quando non sei fermo, vai piano. Perugia, che un tempo vantava velocità di punta di oltre 51 chilometri orari, è scesa nel 2024 a 48,2. A Terni non si è mai corso molto: la velocità di punta resta ferma a 45 chilometri orari. Il tratto finale verso il centro città è un calvario: a Perugia si scivola a 35,4 chilometri orari, mentre a Terni si sfiorano i 28,9. In pratica, potresti andare più veloce in bicicletta.
L’inizio del 2025 non promette nulla di buono
Come iniziare male l’anno nuovo? Bloccando il raccordo Perugia-Bettolle. Nei primi giorni di gennaio, un camion si è fatto largo nella galleria Prepo colpendo i pannelli e tirandosi dietro cavi elettrici che hanno piovuto su due auto. Per fortuna nessuno si è fatto male, ma il traffico è andato a rotoli. Ore di attesa, percorsi alternativi inutili e il caos totale.
Il Nodo di Perugia: opera fantasma o necessità?
“Invitiamo la Giunta Proietti a proseguire il lavoro iniziato nella precedente legislatura per realizzare gradualmente il Nodo di Perugia”, ha dichiarato Enrico Melasecche, capogruppo regionale della Lega. Secondo lui, partire dal primo stralcio Collestrada-Madonna del Piano è la chiave per affrontare il problema del traffico e l’inquinamento che soffoca i ventimila abitanti della zona.
Questo Nodo non è un’idea nuova: è già stato incluso nella delibera Cipe e ha ottenuto pareri positivi dal Governo e dalla Regione. Ma i soldi non cadono dal cielo: oltre 500 milioni di euro sono una cifra impegnativa, e serve la collaborazione di tutti gli enti interessati. Melasecche non le manda a dire: “È imbarazzante vedere certe giunte locali bocciare tutto, bloccando progetti dopo vent’anni di studi e convegni”.
Ogni giorno, circa 200mila veicoli percorrono il tratto tra le Gallerie di Perugia e Collestrada. Di questi, 14mila sono mezzi pesanti. In soldoni, quasi metà del traffico regionale. Le conseguenze sono code infinite e inquinamento alle stelle, specialmente in zone critiche come Ponte San Giovanni e Collestrada. E non si tratta solo di disagi: è un problema strutturale che si riflette su tutta la viabilità interna.
Progetti bloccati e polemiche senza fine
Raddoppiare le rampe o migliorare qualche punto nevralgico non basta. Serve una visione ampia, secondo Melasecche, che includa il secondo stralcio delle gallerie di Perugia e nuove infrastrutture strategiche. Melasecche punta il dito contro chi frena, non in senso letterale: “Bloccare varianti urbanistiche e progetti come la metropolitana di superficie o il nuovo deposito per autobus elettrici è un danno per l’intera regione”.
E conclude: “Dopo anni di promesse e progetti partiti nel 2001, non è accettabile restare fermi. Questa frittura mista di scuse e ritardi non fa bene a nessuno”. Un’intera regione soffre, e l’unica cosa che avanza è il caos.