02 Jul, 2025 - 14:00

TPL Umbria, i sindacati Cgil e Faisa-Cisal annunciano due giorni di sciopero: “Così si distrugge il servizio pubblico”

TPL Umbria, i sindacati Cgil e Faisa-Cisal annunciano due giorni di sciopero: “Così si distrugge il servizio pubblico”

Filt Cgil e Faisa Cisal rompono gli indugi e si appellano al Prefetto di Perugia: “Non resteremo fermi mentre il trasporto pubblico locale viene smembrato a colpi di lotti. Gli scioperi sono l’unica strada per fermare questa deriva”. La partita che si gioca attorno al futuro del Tpl umbro entra in una fase ad alta tensione: due giornate di sciopero già calendarizzate, una in agosto e una in settembre, con manifestazione sotto Palazzo Donini.

Il casus belli è la gara d’affidamento del servizio Tpl, che la Regione Umbria si prepara a bandire, dividendola in quattro lotti, ricalcando la proposta avanzata dalla precedente Giunta. Una decisione che, secondo i sindacati, “contraddice quanto promesso in campagna elettorale” e rischia di “demolire l’attuale modello di servizio pubblico regionale unico”.

Filt Cgil e Faisa Cisal: “Una scelta scellerata che penalizza cittadini e lavoratori”

Questa mattina, mercoledì 2 luglio, al termine di un incontro con il Prefetto di Perugia, i segretari regionali di Filt Cgil, Ciro Zeno, e Faisa Cisal, Cristian Di Girolamo, hanno formalizzato l’esito negativo delle procedure di raffreddamento e annunciato lo stato di agitazione. “Una scelta inevitabile - hanno dichiarato - vista la chiusura totale della Regione al dialogo. Siamo pronti alla mobilitazione”.

La linea sindacale è netta: no alla frammentazione del servizio, sì al lotto unico che, secondo le sigle, “darebbe maggiori garanzie occupazionali, operative e di qualità”. La suddivisione in quattro porzioni, sostengono le due organizzazioni sindacali, "agevola la partecipazione di aziende meno strutturate, aprendo a gestioni inefficienti e penalizzanti”.

“Non si può trasformare il trasporto pubblico - hanno incalzato Zeno e Di Girolamo - in un’arena di concorrenza basata unicamente sul ribasso e sulla logica commerciale. Il Tpl è un diritto, non un affare”.

Il paradosso politico e la posta in gioco: “Chi criticava oggi replica lo schema”

Le accuse dei sindacati non risparmiano la Giunta regionale, colpevole - a loro dire - di aver “cambiato posizione una volta al governo”. Chi ieri combatteva la logica dei lotti, oggi la difende. Questo paradosso è inaccettabile e mina la fiducia dei lavoratori e dei cittadini”, si legge nella nota congiunta.

Il timore principale resta quello di un deterioramento del servizio su scala regionale: “Senza una visione unitaria, l’Umbria rischia di tornare indietro di vent’anni, con tratte isolate, orari ridotti e perdita di posti di lavoro. È questo il modello di mobilità che vogliamo?”.

Secondo i sindacati, “il sistema unico regionale ha garantito stabilità e un livello accettabile di efficienza. Dividerlo significa indebolirlo, soprattutto nei territori più marginali, dove già oggi il servizio è carente”. Da qui la convocazione delle prime due giornate di sciopero: la prima, parziale, di 4 ore entro agosto; la seconda, più incisiva, di 8 ore a settembre.

Scioperi e mobilitazione: “Non contro i cittadini, ma per salvare il servizio pubblico”

“Non vogliamo danneggiare la comunità - ribadiscono i segretari - ma tutelare chi ogni giorno garantisce il funzionamento del trasporto pubblico e chi ne usufruisce”. La manifestazione in piazza Italia sarà l’occasione per riportare il confronto su un piano politico e sociale più ampio, non più confinato agli atti di gara o ai tavoli tecnici.

I sindacati chiamano alla mobilitazione non solo i lavoratori del settore, ma anche le amministrazioni locali e i cittadini: “Il trasporto pubblico è presidio di uguaglianza, coesione e sostenibilità. Non possiamo svenderlo pezzo dopo pezzo”.

Nel mirino, dunque, non solo le modalità della gara, ma l’intera filosofia che sembra ispirarla. “Non possiamo accettare - concludono Zeno e Di Girolamo - che la Regione riduca il Tpl a un servizio residuale, anziché potenziarlo come elemento strategico per lo sviluppo e la qualità della vita in Umbria”.

La tensione è alta, e gli scioperi in arrivo potrebbero essere solo l’inizio.

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Federico Zacaglioni
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