22 May, 2025 - 20:05

TPL Umbria, l'accusa dei sindacati: “Promesse di Pulcinella dalla Regione, si va verso la distruzione del servizio pubblico”

TPL Umbria, l'accusa dei sindacati: “Promesse di Pulcinella dalla Regione, si va verso la distruzione del servizio pubblico”

L’Umbria rischia di frammentare il proprio sistema di trasporto pubblico locale in cinque lotti, con tagli ai servizi, aumento dei costi per l’utenza e poche garanzie per i lavoratori. È la denuncia congiunta di Filt Cgil e Faisa Cisal, che attaccano duramente la Regione accusandola di voler portare avanti, senza modifiche sostanziali, il modello già avviato dall’ex assessore Melasecche. Secondo i sindacati, la nuova gara per l’affidamento del TPL sta prendendo forma in assenza di un piano di bacino aggiornato, con una visione giudicata “vecchia di quarant’anni” e con decisioni calate dall’alto, prive di trasparenza e confronto reale.

La denuncia arriva da Filt Cgil e Faisa Cisal: “Promesse di Pulcinella dalla Regione, si sta realizzando un piano che rischia di smantellare il TPL, con gravi conseguenze per cittadini e lavoratori”. A parlare sono i segretari regionali Ciro Zeno (Filt Cgil) e Cristian Di Girolamo (Faisa Cisal), che accusano l’attuale governo regionale di portare avanti, senza discontinuità, un modello che definiscono “fallimentare” e dannoso.

Insomma, per le organizzazioni dei lavoratori, la giunta Proietti starebbe confermando una gestione che, nonostante le promesse di ascolto e confronto, avrebbe ignorato le istanze dei lavoratori e della cittadinanza.

“Tagli, subappalti e privatizzazioni: ecco il vero volto della riforma del TPL in Umbria”

Filt Cgil e Faisa Cisal non usano mezzi termini per descrivere quanto sta accadendo nel settore. Le preoccupazioni si concentrano su cinque aspetti principali: il rischio di pesanti tagli occupazionali, l’aumento delle tariffe per i cittadini, la cessione gratuita ai privati della manutenzione dei mezzi pubblici, la riduzione delle tratte e dei chilometri percorsi, e l’uso estensivo del subappalto – oltre il 49% – per l’erogazione dei servizi.

Un quadro che, secondo i sindacati, tradisce la natura pubblica del trasporto locale e spalanca le porte a una deregolamentazione che finirà per penalizzare le imprese umbre, in particolare quelle a conduzione familiare. “Così si apre la strada a operatori esterni, meno radicati sul territorio e meno interessati alla qualità del servizio”, avvertono Zeno e Di Girolamo.

Anche sul piano delle garanzie contrattuali e occupazionali la situazione è ritenuta critica: “Non esiste alcuna tutela per i lavoratori inidonei, né per i giovani, né per il ricollocamento in caso di pensionamento. E nulla è previsto per il mantenimento del contratto di secondo livello”, si legge nella nota congiunta.

“Una riforma nata vecchia: si continua a pianificare il futuro con criteri di 40 anni fa”

Uno degli aspetti più controversi è la divisione del servizio in quattro (o cinque, contando l’autonomia rivendicata da Spoleto) lotti territoriali. Una scelta che i sindacati definiscono “uno spezzatino che affosserà il sistema”, portando disservizi, aumenti di costo e perdita di efficienza. La decisione – accusano – viene portata avanti senza un aggiornato piano di bacino, strumento fondamentale per definire una rete efficace e coerente con le reali esigenze di mobilità.

Zeno e Di Girolamo sottolineano come anche la recente apertura della Regione a incontri e momenti di confronto sia stata “di facciata. “Abbiamo riscontrato un metodo apparentemente basato su partecipazione e dialogo, ma che si è rivelato privo di concretezza: le nostre proposte sono rimaste inascoltate”, lamentano.

A preoccupare è anche l’opacità nei calcoli che giustificherebbero la scelta dei lotti multipli. “Ci è stato detto che dividere riduce i costi, ma non è mai stata fornita alcuna formula o simulazione a supporto. I criteri sono opachi e tenuti nascosti”, denunciano i sindacalisti, che parlano apertamente di un sistema in cui le vere decisioni sarebbero prese “da dirigenti più che da politici”, con una classe dirigente definita “priva del coraggio necessario per cambiare rotta”.

L’Umbria non può permettersi di perdere nemmeno un posto di lavoro – concludono Zeno e Di Girolamoe il nostro ruolo, come sindacato, è difendere i diritti e i servizi pubblici senza schierarci con alcun colore politico. Ma se la direzione resta questa, il declino del TPL sarà inevitabile. E a pagare saranno tutti: i lavoratori, i cittadini, e l’intera comunità regionale”.

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Federico Zacaglioni
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