L'Umbria si ritaglia un posto d'onore tra le terre della pedagogia con un'iniziativa che lascia il segno: il "Tour Montessori". Non un semplice itinerario turistico, ma un viaggio attraverso la storia di una donna che ha cambiato per sempre il modo di educare. Presentato a Palazzo Cesaroni, cuore della politica regionale, questo percorso punta a trasformare la memoria in motore culturale ed economico.
Nel cuore di questa operazione c'è il "Distretto Montessori Umbria", una rete di luoghi simbolici che raccontano la vita e il pensiero della celebre pedagogista. Non un'operazione nostalgica, ma una strategia per riportare l'educazione esperienziale e scientifica al centro dell'attenzione, sfruttando la sua capacità di attrarre turisti e studiosi da tutto il mondo.
Palazzo Cesaroni ha ospitato un incontro che ha visto protagonisti i rappresentanti delle città coinvolte: Perugia, Città di Castello e Montefalco. L’assessore Fabrizio Croce ha parlato dell’impatto che un'iniziativa come questa può avere sul turismo culturale, mentre l’assessore Letizia Guerri ha messo l’accento sul valore storico e identitario del metodo Montessori. Daniele Morici, vicesindaco di Montefalco, ha ricordato il messaggio pacifista insito nel pensiero montessoriano, una posizione ferma anche nei periodi più bui del Novecento.
Sarah Bistocchi, presidente dell'Assemblea legislativa dell'Umbria, ha sottolineato la necessità di costruire una rete solida tra i luoghi simbolo del passaggio di Montessori per potenziare il turismo culturale. L’attualità del suo metodo, basato su un’interazione autentica tra bambini e ambiente, si inserisce perfettamente nel dibattito contemporaneo sull’educazione e il rapporto con la tecnologia.
Il curatore del progetto, Matteo Ferroni, ha descritto il tour come "un pellegrinaggio scientifico attraverso un museo diffuso di luoghi e incontri". Giulia Maria Lignani, fondatrice di 'Alumni Fellowship Santa Croce', ha posto l’accento sull’importanza sociale e formativa dell’itinerario.
Si parte da Perugia, dove il Museo Montessori Educazione e Pace, all’interno del complesso di Santa Croce, conserva l’Aula di osservazione progettata nel 1950. Un luogo unico al mondo, simbolo di una visione educativa che ha superato epoche e confini. Poco distante, la statua di Montessori nella piazza antistante accoglie i visitatori con la sua presenza solenne. Il percorso prosegue tra l’Università per Stranieri, Palazzo Sorbello con la teca sulla scuola montessoriana del Pischiello e la Galleria Nazionale dell’Umbria, nella Sala Capitini, custode di materiali e testimonianze legati al metodo educativo.
A Città di Castello, il tour tocca Villa Montesca, dove Montessori ha scritto "Il Metodo della Pedagogia Scientifica" sotto un salice monumentale. La tipografia museo Donati Grifani conserva i macchinari che hanno stampato il primo libro montessoriano, mentre i laboratori di Tela Umbra rievocano il primo corso per insegnanti, organizzato nell’estate del 1909.
Il viaggio continua ad Assisi, dove la Porziuncola di San Francesco emerge come fonte d'ispirazione per il pensiero montessoriano. Qui, le Francescane Missionarie di Maria hanno giocato un ruolo determinante nell’evoluzione del metodo.
Montefalco rappresenta un altro tassello essenziale, con un omaggio ad Adele Costa Gnocchi, allieva di Montessori e pioniera del metodo per l'infanzia. Il tour si chiude con un’esperienza decisamente terrena: un laboratorio gastronomico presso le Cantine Antonelli, dove si impara a preparare gli gnocchi umbri, piatto caro alla pedagogista.
A dare ulteriore valore al progetto ci sono gli interventi di studiosi e testimoni d’eccezione. Tra loro, Elvira Businelli e Delfina Tomassini, ultime studentesse di Montessori ancora in vita, portano la loro esperienza diretta. La rete di conoscenze si allarga con contributi di Maria Luciana Buseghin, Suor Maddalena Lainati, Giuseppe Moscati e Antonio Verna.
Il percorso montessoriano umbro si collega inoltre a due mete simboliche fuori regione: la Casa dei Bambini a Roma e la Casa Museo Montessori di Chiaravalle, città natale della pedagogista.
Il tour pilota di giugno 2024 ha mostrato come questa iniziativa possa avere ricadute importanti, non solo dal punto di vista culturale, ma anche economico e turistico. Un viaggio che non si limita a raccontare il passato, ma che continua a parlare al presente e al futuro.