L’Appennino, una delle meraviglie naturali dell’Italia, è sotto minaccia; con il pretesto del “Green Deal” e della “transizione ecologica”, alcuni politici locali, sfruttando l’opportunità del PNRR, intendono costruire decine di torri energetiche di 180/200 metri di altezza lungo la dorsale appenninica. Questa dorsale comprende i comuni di Gualdo Tadino, Nocera Umbra, Foligno e Trevi.

L’impatto di queste costruzioni sarebbe devastante, colpendo il paesaggio, l’ambiente, la biodiversità e le economie locali. Questo intervento arricchirebbe solo le multinazionali energetiche, a discapito del nostro “green”, che rappresenta il rispetto del territorio, delle sue peculiarità ambientali e paesaggistiche, oltre che storiche e culturali.

Il FRONTE del DISSENSO, costituito da cittadini e attivisti, si è mobilitato per contrastare questa iniziativa. “Non basta cambiare i suonatori, bisogna cambiare s/partito”, è lo slogan che racchiude la loro determinazione a opporsi a decisioni che potrebbero distruggere un patrimonio naturale unico. Il movimento invita i cittadini a partecipare attivamente e a far sentire la propria voce, specialmente in vista delle elezioni regionali del 2024.

La minaccia che incombe sull’Appennino è reale e tangibile. Le torri energetiche progettate rappresentano non solo un pericolo per il paesaggio e la biodiversità, ma anche un serio danno per le comunità locali che da secoli vivono in armonia con questo territorio. La costruzione di queste torri, promossa sotto l’egida di un’apparente sostenibilità, nasconde in realtà interessi economici che poco hanno a che fare con la tutela ambientale.

Torri energetiche alterano skyline dell’Appennino

Le torri energetiche, con un’altezza prevista tra i 180 e i 200 metri, altererebbero drasticamente la skyline dell’Appennino. Le vedute panoramiche che oggi incantano residenti e turisti sarebbero irrimediabilmente compromesse. Oltre al danno visivo, l’installazione di queste strutture comporterebbe un impatto ambientale significativo. La costruzione richiederebbe l’apertura di nuove strade e l’utilizzo di mezzi pesanti, con conseguenti disboscamenti e modifiche del terreno.

L’Appennino ospita una ricca biodiversità, con specie animali e vegetali che dipendono dagli equilibri naturali della zona. La costruzione delle torri minaccia di distruggere habitat essenziali per molte di queste specie. Gli uccelli migratori, in particolare, potrebbero venire gravemente colpiti, trovandosi a dover volare tra strutture alte e pericolose durante i loro spostamenti stagionali.

Le economie locali, basate in gran parte su turismo e agricoltura sostenibile, verrebbero duramente colpite. La presenza delle torri potrebbe ridurre l’attrattiva turistica della zona, allontanando quei visitatori che oggi scelgono l’Appennino per la sua bellezza incontaminata. Inoltre, gli agricoltori potrebbero trovarsi a fronteggiare nuove difficoltà, sia a causa della perdita di terreni che per l’alterazione dei microclimi locali.

Nasce il Fronte del Dissenso per la difesa dell’Appennino

Il FRONTE del DISSENSO si è mobilitato per impedire la realizzazione di questo progetto. Attraverso campagne di sensibilizzazione, raccolte firme e incontri pubblici, il movimento sta cercando di coinvolgere quante più persone possibile nella lotta per la difesa dell’Appennino. L’appello è rivolto non solo ai residenti delle zone interessate, ma a tutti coloro che riconoscono il valore di questo patrimonio naturale.

Un momento importante di questa mobilitazione sarà l’incontro del 5 luglio prossimo presso la Gastronomia Ai Filosofi a Perugia. Durante l’evento, i partecipanti avranno l’opportunità di discutere le problematiche legate alla costruzione delle torri energetiche e di elaborare strategie comuni per contrastare il progetto

La battaglia per la salvaguardia dell’Appennino rappresenta una sfida importante per i cittadini e gli attivisti locali. La costruzione delle torri energetiche, promossa sotto la bandiera della sostenibilità, rischia di compromettere un patrimonio naturale inestimabile. Il FRONTE del DISSENSO si sta impegnando con determinazione per fermare questo progetto, coinvolgendo e sensibilizzando l’opinione pubblica.

La difesa dell’Appennino non riguarda solo la protezione del paesaggio e della biodiversità, ma anche la salvaguardia delle economie locali e del benessere delle comunità che vivono in questa area.

La speranza è che attraverso l’impegno congiunto di cittadini, attivisti e istituzioni, si possa evitare la realizzazione di un progetto che rischia di avere conseguenze devastanti. L’Appennino rappresenta un patrimonio naturale che deve essere protetto e valorizzato, non sacrificato sull’altare degli interessi economici.