Al consultorio di Terni dallo scorso primo luglio manca la dottoressa ginecologa. Una figura che, seppur per poche ore a settimana, garantiva la necessaria continuità assistenziale alle donne del territorio. Un servizio fondamentale per la salute nell’ambito della sanità pubblica che venendo a mancare, ha determinato notevoli disagi.
Usl Umbria 2: dalla prossima settimana ci sarà di nuovo la ginecologa
Terni Donne Aps e una lunga schiera di altre associazioni che si occupano di diritti di genere in Umbria, nei giorni scorsi ha denunciato la situazione scrivendo una dettagliata lettera al direttore generale dell’Usl Umbria 2, Piero Carsili. La richiesta è stata quella di porre fine quanto prima all’incresciosa vicenda. L’indignazione si è fatta immediatamente sentire anche dal mondo politico. La consigliera comunale Maria Elena Gambini (AP) è intervenuta ieri con una nota definendo “uno scempio“ quanto accaduto al consultorio.
Sempre nella giornata di ieri la Usl Umbria 2 ha pubblicato una nota in cui comunica che la ginecologa tornerà al consultorio di via Montegrappa a partire della prossima settimana. Quattro brevi righe in cui la direzione dell’Azienda annuncia che il servizio sarà finalmente ripristinato.
“L’Azienda Usl Umbria 2 comunica che le attività consultoriali presso la struttura “Città Giardino” di via Montegrappa a Terni proseguiranno con il supporto anche del medico specialista in ginecologia a partire dalla prossima settimana. Superata la fase di criticità propria del periodo estivo avverrà la prevista e programmata implementazione della dotazione organica garantendo la consueta ripresa delle attività“.
Oltre all’attesa notizia del ritorno della ginecologa, dalla nota dell’Azienda emerge un fattore su cui riflettere. L’ennesima dimostrazione di quanto nella sanità pubblica regionale la carenza del personale stia raggiungendo contorni ancora più drammatici, che con l’estate si vanno esasperando ulteriormente. Una mancanza a cui da tempo si prova a porre rimedio ma che, ancora una volta, colpisce duro. Soprattutto i più fragili. Come nel caso del consultorio di Terni che da sempre è il punto riferimento di tante donne della città e non solo, che in assenza delle figure preposte, sarebbero altrimenti costrette a rivolgersi al settore privato.
Consultorio senza ginecologa: una situazione complessa
La mancanza della dottoressa ginecologa in consultorio ha comprensibilmente messo in allarme tante donne e famiglie e le richieste di Terni Donne Aps erano state chiare. “Chiediamo garanzie di continuità sui percorsi iniziati dalla ginecologa con le donne in gravidanza prima di sospendere le prestazioni, chiediamo che non vengano interrotti e che si garantisca alle donne il legittimo diritto di essere seguite dal servizio pubblico. Esprimiamo il nostro disappunto e la nostra preoccupazione su tutto quanto ci viene riferito dalle utenti del consultorio e sulla situazione e sul disagio che comporta per tutte le nostre concittadine“.
A preoccupare è sia il depotenziamento della struttura, sia le politiche adottate a livello nazionale che hanno recentemente garantito l’accesso delle associazioni pro vita all’interno dei consultori. Associazioni “che hanno come obiettivo quello di ostacolare l’autodeterminazione delle donne e le scelte sui loro corpi, in barba anche alle minime garanzie di privacy che i luoghi della salute dovrebbero rispettare” sottolineano da Terni Donne.
Sulla questione dei pro vita Terni Donne era già intervenuta all’inizio di luglio quando erano state apposte alcune locandine presso il Centro di Salute di Acquasparta, di cui era stata chiesta la rimozione. L’ennesimo tassello di una complessa situazione sui consultori a livello nazionale e che a livello regionale pesa ancora di più. La giunta Tesei già in passato aveva introdotto limitazioni all’aborto libero, anticipando quello che poi con il governo Meloni appare un trend in via di consolidamento, nonostante la premier e la ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, neghino ogni volontà di scalfire la 194.