Durante gli scavi per la realizzazione del Metrobus a Perugia, precisamente nella zona di Castel del Piano, gli operai hanno fatto una scoperta che non solo ha fermato il lavoro, ma ha anche acceso l’interesse degli archeologi: una tomba romana. Nonostante lo stato di conservazione dei resti non permetta di parlare di un ritrovamento eccezionale dal punto di vista della visibilità, la scoperta rappresenta comunque un momento affascinante per la città, sempre più immersa nelle proprie radici storiche.
La supervisione archeologica: un lavoro di squadra
Gli archeologi non sono nuovi a queste situazioni. La zona, infatti, è già ben conosciuta dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria, che ha supervisionato ogni fase del lavoro. Come ha spiegato il Dott. Giorgio Postrioti, funzionario della Soprintendenza, le operazioni di movimento terra sono state costantemente monitorate da esperti, proprio per evitare che eventuali scoperte potessero andare perdute. “I resti della sepoltura, in pessimo stato di conservazione, sono stati trasportati presso i nostri magazzini e risultano essere relativi ad un ustrinum, ossia una tomba in cui venivano raccolte le spoglie del defunto dopo la cremazione”, ha dichiarato Postrioti, confermando la tipologia della sepoltura. A rendere ancora più interessante il ritrovamento sono stati i frammenti di tegoleche avvolgevano i resti, segno di un antico rituale funerario legato alla cremazione, tradizione ben radicata nell’epoca romana.
Un frammento di storia sotto terra
L’importanza di un simile ritrovamento non risiede solo nel suo contenuto materiale, ma anche nel contesto che offre agli studiosi. I frammenti ceramici recuperati indicano una datazione che va dal I secolo a.C. al I secolo d.C., un periodo in cui Perugia, come molte altre città dell’Italia centrale, era attraversata da una profonda trasformazione culturale e politica. Questa tomba non è solo un ricordo del passato, ma una finestra che si apre su una città che stava cambiando e adattandosi all’influenza di Roma. Postrioti ha confermato la datazione sulla base dei reperti: “I frammenti ceramicirecuperati fanno propendere per una datazione tra il I secolo a.C. e il **I secolo d.C.”. Questo dettaglio non è di poco conto, poiché ci permette di tracciare una linea temporale precisa che collega il ritrovamento alle vicende storiche di quel periodo.
Il futuro della ricerca: una risorsa per la città
Questa scoperta non è solo un momento di curiosità per i cittadini, ma potrebbe rappresentare un’importante risorsa per lo studio e la valorizzazione del patrimonio storico di Perugia. La tomba, purtroppo danneggiata, è stata trasportata in appositi magazzini per garantire la conservazione e l’analisi dei reperti, che offriranno ulteriori dettagli sulle pratiche funerarie romane. Gli archeologi e gli storici sono ora chiamati a decifrare i segreti che questa tomba potrebbe ancora custodire, mettendo in luce aspetti legati alla vita e alla morte nell’antica Roma.
L’operato della Soprintendenza Archeologica, che ha coordinato l’intervento con precisione e professionalità, ha permesso di fermare il tempo su un ritrovamento che potrà aprire nuove prospettive per la comprensione della storia romana nella zona. La documentazione meticolosa della scoperta e il recupero dei materiali potrebbero portare alla luce nuovi aspetti della storia della città, che si fa sempre più viva sotto il peso degli scavi, rendendo la ricerca archeologica una risorsa per il futuro.
Metrobus, l’ordinanza per la circolazione
A Perugia, l’ordinanza per i lavori del Metrobus modifica la circolazione intorno all’ospedale fino al 25 marzo 2025. Le principali novità:
- Divieto di fermata su entrambi i lati di Via Martiri 28 marzo, tra Via Dottori e Piazzale Menghini.
- Doppio senso di marcia su Via Martiri 28 marzo e nella prima traversa di Piazzale Menghini.
- Obbligo di dare la precedenza per chi esce da Via Martiri 28 marzo verso Via Dottori.
- Limite di velocità di 30 km/h nelle zone interessate.
La direzione lavori ha previsto un percorso pedonale dalla fermata della stazione di San Sisto, mentre i bus e le fermate non cambiano. Si consiglia di usare la bretella Trancanelli per chi proviene da Settevalli.