Oltre duecento persone stamattina a Todi hanno manifestato per dire no all’inceneritore e sì all’ospedale. L’iniziativa è stata promossa dal Comitato “Non bruciamo il Futuro no inceneritore” e dal coordinamento dei comitati per l’Ospedale MVT, Media Valle del Tevere. Il corteo è partito alle 10 dal Tempio di Santa Maria della Consolazione per arrivare a piazza del Popolo, dove si è svolto un incontro-dibattito presso la Sala Vetrata.

L’annuncio era stato dato pochi giorni fa, preceduto da una nota degli organizzatori. “Questo deve essere un segnale forte della cittadinanza, alle istituzioni, no al depotenziamento dell’Ospedale di Pantalla, no alle deportazioni sanitarie. Senza nessun compromesso. No alla costruzione di un inceneritore in Umbria, perché inutile, dannoso, dispendioso. Senza nessun compromesso.

La questione inceneritore a Todi

Da giugno dello scorso anno si parla di una possibile localizzazione di un nuovo inceneritore nel territorio tuderte, che dovrebbe essere realizzato entro il 2027 sembra, nella zona di Pian di Porto. Thomas De Luca (M5s) sempre a giugno aveva presentato un’interrogazione in giunta regionale, cui aveva risposto Roberto Morroni, assessore alle politiche agricole e agroalimentari e alla tutela e valorizzazione ambientale dell’Umbria. Ne era emerso che a gestire l’iter di individuazione della località e la successiva realizzazione dell’impianto è Auri, l’Autorità regionale che si occupa di rifiuti e idrico, a capo della quale siede il sindaco di Todi, Antonino Ruggiano. Ancora la località precisa, quindi non risultava individuata.

Il nuovo impianto dovrebbe bruciare annualmente una quantità pari a 160 mila tonnellate di rifiuti indifferenziati. Eppure l’Umbria è una regione dove il trend della produzione dei rifiuti indifferenziati è al ribasso: sia per l’alto tasso di raccolta differenziata, sia perché la popolazione decresce.

In risposta alla possibile costruzione dell’impianto, a gennaio 2024 è nato il comitato “Non bruciamo il futuro“. Ne fanno parte cittadini e cittadine che vivono nella Media Valle del Tevere e che si oppongono. “La nostra missione – scrivono – è quella di sensibilizzare e coinvolgere il maggior numero possibile di cittadini di buona volontà, uniti dall’amore per questa terra contro la realizzazione di un inceneritore nella Media Valle del Tevere. Dobbiamo certamente risolvere il problema dei rifiuti, ma perseguendo delle possibili e valide alternative più sostenibili, e ci sono.”

Un inceneritore in Umbria non è necessario” ha detto stamattina ai microfoni della Rai alla manifestazione Alfio Fiacca, del comitato. “Nel decreto regionale parlano di un inceneritore che dovrebbe smaltire circa 160 mila tonnellate di rifiuti, ma l’Umbria in questo momento ne produce circa 120 mila. Vogliamo che venga investito sulla differenziata.

Verso la chiusura dell’ospedale di Pantalla

Lo scorso 28 dicembre la Giunta regionale aveva approvato l’atto per la riorganizzazione della Rete Ospedaliera Regionale. La Media Valle del Tevere, con una popolazione di oltre 55 mila abitanti per un’estensione di circa 730 chilometri, è servita da tre ospedali: Pantalla, Castiglione del Lago e Assisi. Secondo quanto stabilito dalla Regione, le tre strutture dovrebbero venire integrate funzionalmente con l’Azienda Ospedaliera di Perugia. In pratica, l’ospedale di Pantalla verrebbe in buona parte smantellato, i posti letto ridotti all’osso, rimanendo attivo soltanto per gli interventi programmati.

Cerchiamo di sostenere la sanità pubblica” ha commentato oggi alla manifestazione Paolo Ferracchiati, del Comitato Difesa Ospedale. “Vogliamo difendere il nostro ospedale perché nella Media Valle del Tevere non c’è altra struttura di quel genere e le alternative sarebbero Branca (Gubbio-Gualdo Tadino ndr) o Città di Castello.”