Ennesimo caso di violenza domestica, questa volta a Todi, dove un uomo punta un coltello alla gola della compagna e la picchia selvaggiamente; poco dopo viene arrestato. I Carabinieri della Compagnia di Todi hanno agito prontamente trascinando in arresto un 50enne italiano residente a Perugia. L’uomo è stato accusato di maltrattamenti contro la sua compagna, una donna polacca di 46 anni che risiede a Todi.

Todi, punta un coltello alla gola e viene arrestato: i fatti

Tutto è scaturito da una discussione domestica che ha raggiunto livelli estremi. Secondo quanto riportato dalle forze dell’ordine, la lite ha preso una piega pericolosa quando l’uomo ha minacciato la sua compagna con un coltello da cucina puntato alla gola. Le minacce hanno purtroppo trovato seguito in azioni violente, lasciando alla donna lesioni che i medici hanno stimato in 12 giorni di guarigione.

L’episodio è stato prontamente segnalato al Numero Unico di Emergenza, e i Carabinieri sono intervenuti rapidamente raggiungendo la residenza della vittima. Qui hanno constatato la gravità della situazione e proceduto con l’arresto del 50enne.

Le autorità hanno ricostruito dettagliatamente l’accaduto, sottoponendo l’uomo al regime degli arresti domiciliari su disposizione del magistrato di turno della Procura della Repubblica di Spoleto col divieto di avvicinarsi alla donna.  

Questo ennesimo episodio di violenza domestica getta l’ennesima luce su una realtà allarmante che, purtroppo, continua a ripetersi in Italia e nel mondo. Le vittime, spesso donne, subiscono non solo violenza fisica ma anche psicologica, vivendo in un clima di terrore e oppressione all’interno delle mura domestiche.

Violenza di genere, ancora troppi reati in Umbria

La Commissione regionale contro femminicidi e violenza di genere ha reso pubblici lo scorso novembre i dati emersi dalle audizioni dei prefetti e le strategie di contrasto alla violenza domestica.

Le cifre sulle denunce per “reati spia” in Umbria sembrano indicare una diminuzione dei crimini legati alla violenza di genere, anche se le denunce potrebbero essere influenzate dalla propensione delle vittime a rivolgersi alle autorità, rendendo difficile valutare il reale fenomeno. Inoltre, molte denunce potrebbero riguardare dinamiche su cui sono già state adottate misure cautelari.

Anche un singolo crimine di violenza di genere, che può culminare in femminicidio, richiede un’attenzione costante. In Umbria, purtroppo, si sono verificati almeno due casi di femminicidio nel 2023, quello di Zenepe Uruci a Terni e di Francesca Giornelli a Tuoro sul Trasimeno.

Nella provincia di Perugia, da gennaio a settembre 2023, sono state denunciate varie tipologie di reati legati alla violenza di genere. In particolare, si segnalano 149 atti persecutori, 185 casi di maltrattamenti contro familiari e conviventi, 42 violenze sessuali e 21 casi di diffusione di materiale pornografico. Nella provincia di Terni, i dati fino al 25 ottobre 2023 indicano una diminuzione delle denunce per maltrattamenti in famiglia e atti persecutori, accompagnata da un aumento delle misure cautelari.

La candidata sindaco del centrodestra, Margherita Scoccia, ha sottolineato di recente l’importanza di affrontare la violenza di genere e il bullismo nel quadro del “Patto per Perugia sicura”. 

Durante un incontro con il ministro degli Interni, Scoccia ha ribadito l’impegno nella tutela delle donne vittime di violenza domestica. Per contrastare la violenza contro le donne, la candidata ha proposto il rafforzamento dei protocolli per garantire autonomia lavorativa e sostegno economico alle vittime, oltre alla creazione di una rete antiviolenza in collaborazione con le forze dell’ordine.

Umbria unita contro il femminicidio

Il Consiglio regionale dell’Umbria ha adottato lo scorso novembre, all’unanimità, una mozione unitaria contro il femminicidio, sottoscritta da tutti e 18 i consiglieri presenti. Il documento, si impegna a sostenere e garantire i servizi antiviolenza, promuovere la formazione del personale per riconoscere segnali di violenza. Si tenta anche di favorire l’autonomia economica delle vittime. 

Inoltre, si propone di sensibilizzare le famiglie, promuovere campagne informative e azioni di sensibilizzazione. Si proverà anche a coinvolgere il mondo del lavoro e favorire la costituzione di parte civile nei processi di femminicidio. 

Il presidente del consiglio regionale, Marco Squarta, ha lodato l’unanimità nella votazione. Ha definito la mozione un atto necessario e doveroso per fermare la catena di violenza contro le donne.