Ancora grandi soddisfazioni per gli arcieri umbri, protagonisti anche a livello internazionale. Il gualdese Roberto Carosati, la scorsa settimana ha infatti conquistato un grandissimo traguardo ai campionati Mondiali di Campagna a La Biche (Canada).
Un bronzo che fa onore e dà importanza all’Umbria. Nella categoria “Compound” Carosati è partito subito bene, terminando undicesimo le prime qualifiche con 414 punti su tiri con distanze sconosciute e una classifica cortissima. Nella seconda giornata di qualifiche con distanze conosciute, l’arciere umbro ha migliorato ancora il suo score, portandosi all’ottavo posto con 826 punti e qualificandosi così agli scontri a eliminazione diretta.
Nel primo turno degli scontri diretti l’arciere Carosati, ha avuto la meglio sullo svedese Benschold, battuto 104-101. Ai quarti di finale poi, il gualdese ha eliminato l’austriaco Wiener 106-103, mentre la semifinale contro il tedesco Stadler è stata al cardiopalma. Dopo un entusiasmante testa a testa, si è conclusa solo allo spareggio, con il tedesco che ha vinto per questione di millimetri, visto che la sua freccia era di poco più vicina al centro rispetto a quella di Carosati.
Carosati ha la meglio su Luepkemann e si prende il bronzo
L’arciere umbro si è però rifatto nella finale per il terzo posto (bronzo), battendo un altro tedesco, stavolta Luepkemann, per 65-60 in rimonta, conquistando così un magnifico risultato, portando l’Italia sul podio e “vendicando” anche Marco Bruno, che era stato eliminato al primo turno proprio dal teutonico.
Tiro con l’arco, Italia al top con 8 ori e 17 podi
Sono stati un vero successo per l’Italia, i campionati Mondiali di tiro con l’arco di campagna. La Nazionale azzurra, si è confermata la più forte del pianeta in questa specialità (non olimpica, ma presente nel programma dei World Games) come dimostrano gli ottimi risultati conseguiti nella rassegna iridata di Lac La Biche, in Canada.
Ecco il resoconto dei risultati: 8 ori, 5 argenti e 4 bronzi il bottino della spedizione tricolore, che ha preceduto nel medal table della manifestazione gli Stati Uniti (5-5-6) e la Svezia (2 ori e 1 argento) totalizzando anche il maggior numero di podi complessivi (17, uno in più rispetto agli USA) tra tutte le divisioni e classi d’età impegnate ai Mondiali 2024 del settore campagna.
Tiro con l’arco: la storia
L’origine di questa disciplina si perde nella notte dei tempi: l’arco ha accompagnato l’evoluzione dell’uomo almeno quanto hanno fatto la ruota e il remo.
Storicamente questo attrezzo risale a circa 50.000 anni fa. In tutte le più antiche civiltà, dall’Egiziana alla Cinese, dalla Greca alla Romana, l’arco e la freccia hanno avuto un ruolo ben definito sia per la guerra che per la caccia.
Il tiro con l’arco ebbe il suo più pieno sviluppo negli anni venti tanto da portare alla costituzione, su idea di un gruppo dirigente polacco, della Federazione Internazionale (FITA) che vide la luce a Bruxelles nel 1931 con l’adesione di otto Paesi.
Il tiro con l’arco, comunque, aveva già ricevuto il riconoscimento da parte del Barone de Coubertin che l’aveva inserito nel programma dei Giochi Olimpici del 1900 a Parigi, del 1904 a St.Louis, del 1908 a Londra e del 1920 ad Anversa. Curiosamente, una volta costituita, la Federazione internazionale non riuscì più a far iscrivere la disciplina nel programma olimpico fino al suo rientro avvenuto nel 1972 a Monaco (4 anni prima era stato sport dimostrativo ai Giochi del Messico).
Dopo la costituzione della FITA e la nuova regolamentazione di gara, gli arcieri si trovano nella necessità di dover colpire un bersaglio a 90 metri: tale è infatti la distanza con cui inizia la gara, e di adeguare quindi la potenza dei propri archi per scagliare le frecce sino a quel bersaglio. Il tiro con l’arco allora, da divertimento, da giardino o da prova di abilità diventa sport vero e proprio e obbliga i suoi praticanti ad elevare il tono muscolare con esercizi adeguati e ad allenarsi con metodo e tecnica.