Un operaio di 44 anni originario di Gualdo Tadino (in provincia di Perugia) è morto stamane intorno alle 10 cadendo dal tetto di un capannone a Modena. Fatalità ha voluto che l’ennesimo incidente mortale sul lavoro avvenisse proprio nel giorno in cui si sono svolte numerose iniziative sul tema della sicurezza in Umbria.
Secondo la ricostruzione della polizia, la vittima sarebbe caduta da un’altezza di cinque metri, mentre si trovava sul tetto di un capannone, pare a scopo ispettivo. Non è escluso – secondo le prime indagini – a caudare la caduta fatale abbia concorso il cedimento di una parte del tetto. Il corpo dell’operaio è stato infatti rinvenuto, infatti, all’interno dell’edificio sottostante.
Morto per la caduta dal tetto di un capannone: indagini affidate a Polizia e AUSL di Modena
Da quanto si apprende, i soccorsi sarebbero scattati immediatamente. Ma i tentativi di rianimare l’operaio gualdese da parte del personale sanitario del 118, intervenuto con un’ambulanza e un’automedica, sarebbero stati inutili. Il 44enne avrebbe infatti perso la vita sul colpo a causa delle ferite riportate nella caduta.
Le indagini sono affidate alla Polizia di Stato, intervenuta sul luogo anche con la Scientifica. Sul posto anche medici del lavoro dell’Ausl di Modena.
L’intervento del candidato a sindaco del centrosinistra, Mezzetti, sulla tragedia di Modena
“È difficile anche trovare le parole di fronte a questa ennesima tragedia sul lavoro – svcrive in un messaggio inviato alla famiglia e ai concittadini il candidato sindaco del centrosinistra a Modena, Massimo Mezzetti -. Abbiamo usato e sentito tutte le frasi sulle morti bianche. Fino a quelle altissime e commosse del presidente Mattarella che non manca mai di sottolineare la profonda ingiustizia di morire sul lavoro, per il lavoro. Eppure di lavoro si continua a morire e oggi abbiamo di fronte il dramma dell’operaio che ha perso la vita precipitando dal tetto di un capannone in via Barchetta, nella città di Modena“.
Per il politico modenese non si è trattato di una tragica fatalità. “Questa è una frase che non ci deve più sfuggire – ha scritto nella sua dichiarazione l’ex assessore regionale – perché non c’è nulla di casuale quando succede una cosa del genere. Le autorità competenti accerteranno di chi è la responsabilità specifica, ma non basta. Sullo sfondo, come più volte denunciato dalle organizzazioni sindacali, abbiamo anni di tagli alle strutture di controllo, alla formazione e all’educazione alla sicurezza sul lavoro: meno controlli, meno verifiche, meno formazione e continuiamo ad avere più infortuni, più feriti gravi e, purtroppo, più morti. Non serve dire mai più se non si fa qualcosa di concreto“.
Le iniziative dei sindacati in Umbria, ma si continua a morire di lavoro
Proprio nello scorso fine settimana la Uil aveva lanciato in piazza IV novembre a Perugia l’iniziativa “Basta morti sul lavoro!”. Un flashmob itinerante che ha toccato alcune regioni e che in Umbria ha portato 110 bare di cartone in piazza. Come 110 sono state le vittime dei morti sul lavoro degli ultimi cinque anni in Umbria. Quattro solo quelle degli ultimi mesi. Ma ora il tragico conteggio va aggiornato col decesso avvenuto stamane dell’operaio gualdese di 44 anni. E a Firenze la Cisl ha riunito i rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza sui posti di lavoro di Umbria e Toscana, proprio per chiedere maggiore attenzione anche alle istituzioni su una tematica così rilevante. All’evento ha partecipato anche Riccardo Marcelli, segretario generale della Cisl Umbria.
Meno di un mese fa, invece, la Cgil aveva organizzato a Perugia una iniziativa con l’Inail per la prevenzione. Sottolineando come lo stress da lavoro sia tra le principali cause degli infortuni e degli incidenti. Con l’Umbria che resta al vertice delle classifiche nazionali delle morti bianche e degli incidenti sul lavoro.