I risultati dei test Invalsi restituiscono un quadro poco incoraggiante per gli studenti umbri, con difficoltà evidenti nelle materie fondamentali, italiano e matematica. In provincia di Perugia, il 32,6% degli studenti delle superiori non ha raggiunto livelli sufficienti in italiano.

Non è un dato isolato, ma il riflesso di un problema strutturale. Se la media regionale non è molto più alta, si tratta comunque di un segnale che il sistema formativo non riesce a colmare le lacune di base. E questo riguarda l’intero sistema scolastico.

Test Invalsi, il nodo delle competenze linguistiche: chi paga il conto

In particolare, tra gli studenti dell’ultimo anno delle superiori, il 42% non è riuscito a superare la soglia minima di competenza in italiano. Questo significa che quasi la metà di una generazione che si affaccia alla maturità ha difficoltà a esprimersi e comprendere appieno la propria lingua. È una condizione che pesa sulle prospettive future e sull’accesso al mondo del lavoro. Se scendiamo di grado, i numeri non migliorano: tra gli studenti di terza media a Terni, il 29,9% non ha raggiunto il livello adeguato, e nelle superiori la percentuale sale al 38,1%.

Matematica: un quadro in declino

Il vero crollo, però, si registra in matematica. Nella provincia di Perugia, il 36,5% degli studenti di terza media non ha ottenuto competenze sufficienti in questa materia, che ormai rappresenta una delle sfide più critiche per il sistema educativo. Il dato di Terni conferma la tendenza: il 9,4% degli studenti di terza media non ha superato il test, mentre nelle scuole superiori la situazione si complica ulteriormente, con l’8,5% che non arriva ai livelli minimi. A livello nazionale, i dati indicano che le competenze in matematica sono in costante peggioramento, con il Mezzogiorno particolarmente in difficoltà.

La pandemia e il peso delle regioni colpite

La pandemia ha sicuramente giocato un ruolo cruciale in questo crollo, con province come Trento, Sondrio, Aosta e Asti che emergono come le più colpite. Questi territori, dove la ripresa sembra più lenta, hanno mostrato performance in caduta in tutti i livelli di esame. Nelle regioni del Sud, la matematica sembra una montagna sempre più alta da scalare: le percentuali di studenti che non riescono a ottenere risultati adeguati oscillano tra il 45,9% e il 51,7%. Non è solo un dato, è la fotografia di un fallimento.

Ma non tutto è nero. Nonostante il quadro complesso, si nota un lieve miglioramento rispetto agli anni passati, in particolare quelli colpiti dalla pandemia. Un recupero, seppur minimo, è evidente: il 2% degli studenti ha ottenuto risultati migliori rispetto al passato. Tuttavia, è un progresso ancora insufficiente per poter parlare di vera ripresa. Il sistema scolastico ha subito troppi scossoni e gli interventi necessari devono ancora fare il loro effetto.

A cosa servono i test Invalsi e cosa sono

Le prove Invalsi sono diventate uno degli strumenti più discussi e osservati del sistema scolastico italiano. Questi test standardizzati, che coinvolgono diverse fasce di studenti dalle elementari fino alla maturità, servono a misurare le competenze in italiano, matematica e inglese. Non si tratta di semplici esami, ma di un vero termometro per capire dove il nostro sistema educativo sta andando. In italiano si valutano la comprensione del testo e la grammatica, in matematica la capacità di risolvere problemi e applicare concetti chiave, mentre l’inglese segue gli standard europei, con prove di ascolto e lettura.

E attenzione, i risultati non influiscono sugli esiti degli studenti: sono piuttosto uno strumento di analisi per il ministero, per capire dove si deve intervenire. Una radiografia, insomma, di quello che i nostri ragazzi imparano davvero, con il fine ultimo di migliorare la scuola stessa.