Apertura entusiasmante ieri sera alla 23,30 dello Speciale del TG1 dal titolo “Tesori d’Italia” e dedicato alle nostre tradizioni popolari intese come beni culturali immateriali. Trasmissione che ha ottenuto tra l’altro, in quella fascia oraria, lo share più alto.
Una grande emozione ci ha colpito e con noi tutti gli eugubini quando sullo schermo TV abbiamo visto scorrere, proprio all’inizio dello Speciale firmato dalla bravissima Elisabetta Mirarchi, le immagini dei Santi della Festa dei Ceri: Sant’Ubaldo, San Giorgio e Sant’Antonio, come se quella sola immagine avesse il potere di sintetizzare tutte le tradizioni popolari della nostra Italia.
Un bianco/nero iconico arricchito da una solenne Ameno, il video musicale che, realizzato nel 1996 dall’artista Eric Lévi e ambientato nel medioevo, fa riaffiorare ricordi ancestrali legati alla rocca di Montsegur e all’epopea del Catari.
Lo speciale del TG1 di Elisabetta Mirarchi sulle note di Ameno
La narrazione si snoda sempre sulle note ieratiche di Ameno e in uno slow motion quale sottolineatura di un momento solenne, quello della sfilata dei ceraioli con le classiche camicie gialle, azzurre, nere che ora riacquistano colore e con esso immediatezza, mentre i Capodieci stringono le brocche, simbolo del loro rango.
Tutto culmina nell’alzata dei tre Ceri a Piazza Grande, il 15 maggio, con il volo delle brocche scagliate verso il cielo dai protagonisti della festa, i Capodieci.
Le brocche s’infrangono sul selciato della piazza ai piedi dei ceraioli posseduti dal sacro fuoco che cattura i cuori. Le braccia protese verso il Cero maestoso, mentre viene alzato con forza sovrumana dal Capodieci che stringe le stanghe della barella e imprime il movimento all’intera struttura.
La giornalista ha saputo cogliere con esattezza il momento preciso dell’inizio della Festa, attesa tutto l’anno dagli eugubini e l’esplosione di vitalità e di forza che da quel gesto scaturisce.
I tre Ceri e le girate dopo l’alzata
I Tre Ceri portati a spalla dai ceraioli, compiono veloci le tre girate tradizionali in senso antiorario intorno al pennone eretto al centro della Piazza, dal quale pende l’antico stendardo del Libero Comune di Gubbio. Il peso e la forte leva, sebbene potenti, sembrano non gravare sulle loro membra. Nessuno tra loro sente il peso né il dolore che la stanga di legno della barella imprime sulle spalle. Quello che conta in quel momento è il cuore, ma il cuore è leggero come una piuma e non percepisce né peso né dolore di sorta.
E poi la sera, la salita al Monte che fu sacro fin dai tempi degli antichi Umbri e forse ancor prima. Sempre con i Ceri sulle spalle, sempre di corsa, finché il cuore non ti scoppia in gola. E a dirlo sono le immagini dello Speciale che ritraggono gli eugubini sotto le stanghe. I volti contratti, nello sforzo sovrumano, in una gara contro se stessi, perché non esiste gara a chi arriva primo. L’ordine della corsa deve essere rispettato in ogni momento, cosa che rende incomprensibile il senso della Festa a chi non è di Gubbio.
La Corsa, tributo a Sant’Ubaldo
La corsa è infatti prima di tutto un tributo a Sant’Ubaldo, Patrono di Gubbio, il cui corpo incorrotto giace nella Basilica a lui dedicata sulla vetta del Monte. E poi è per ognuno una gara a superare se stesso e non l’avversario. Il saper portare il Cero con maestria, facendo sì che durante il percorso non cada né penda all’improvviso è motivo di orgoglio. È questo il senso della corsa che può essere recepito con difficoltà a chi la festa non l’abbia vissuta fin da bambino.
Quello che sembra un caotico concorrere di uomini è invece un meccanismo ben collaudato che prevede ruoli precisi tra i ceraioli suddivisi in capodieci, capocinque, bareloni, cepparoli, punte e braccieri e poi le “mute” cioè i cambi che devono essere collocate nei punti strategici della corsa e devono saper entrare sotto il cero per dare il cambio ai colleghi senza provocare cadute né pendute.
La nostra lode a Elisabetta Mirarchi per il gioiello che ci ha saputo regalare. Dopo lo Speciale del TG1, aspettiamo solo una cosa da lei: che il prossimo 15 maggio venga a Gubbio ad assistere di persona alla Festa e a viverla con noi eugubini.