Ha fatto l’abbonamento ai bagni di folla, Donatella Tesei, che dopo il lancio della campagna elettorale a Bastia è salita sul palco di Pontida, lasciando Stefano Bandecchi in Umbria a battagliare con quelli dell’Alleanza in Cammino. Era una profezia semplice, quella relativa allo scontro sui social che si sarebbe innescato coi meme del baciamano del segretario di Alternativa Popolare alla governatrice. E la battaglia è cominciata da subito. Utilizzando la foto più evocativa di questo inizio di campagna elettorale. Quella di Bandecchi in vena di galanterie inginocchiato a baciare la mano alla Tesei.
E così la domenica diventa il giorno in cui ognuno decide di parlare al suo popolo, un mese mezzo prima delle Regionali. Parla al popolo della Lega, il suo partito, Donatella Tesei. Cercando di rimettere in moto un carroccio che dopo l’exploit di cinque anni fa in Umbria ha toccato i minimi storici. Parlano al popolo di sinistra i vari Bori e De Luca, che scelgono la strada dell’attacco frontale social al leader di Alternativa Popolare. Accusandolo di aver cambiato idea e alleanze. Parla al popolo di AP, agli scontenti, a chi non si riconosce nei partiti tradizionali Stefano Bandecchi. Che ribatte colpo su colpo alle accuse e anzi rilancia, prendendosi il palcoscenico e cavalcando l’onda mediatica.
Tesei sul palco di Pontida difende Matteo Salvini, scontro per niente moderato tra Bori e Bandecchi
Donatella Tesei è salita sul palco del raduno della Lega a Pontida annunciata da una musica epica e dall’urlo dello speaker. Con lei l’assessore Enrico Melasecche, il capogruppo a Palazzo Cesaroni Valerio Mancini. E poi la vicepresidente dell’assemblea legislativa Paola Fioroni e la consigliera regionale Manuela Puletti.
“Grazie Pontida – ha esordito tra gli applausi la governatrice dell’Umbria -. Ieri ho aperto la nostra campagna elettorale davanti a un mare di gente. In mezzo a tantissimo entusiasmo. Ma non potevo mancare, per ricevere anche da voi tutto il sostegno di cui abbiamo bisogno“.
Tesei ha ricordato la conquista della Regione Umbria dopo cinquant’anni di governo di sinistra. E ha passato in rassegna i risultati di cinque anni di amministrazione. Ha citato occupazione e sviluppo economico. Infrastrutture e legge sulla famiglia.
“Tutte cose che ci appartengono – ha detto -. Che sono del nostro popolo. Ma io sono qui anche per unirmi al popolo leghista per combattere una battaglia di libertà. Dobbiamo essere vicini a Matteo Salvini che ingiustamente è sottoposto ad un processo per aver difeso i confini nazionali. E tutto questo noi non lo possiamo accettare. I nostri valori sono chiari le nostre battaglie sono chiare. Noi non facciamo altro che portare avanti i programmi che presentiamo alla nostra gente. Vi prego – ha concluso – anche da lontano, da ogni parte d’Italia, del nostro Paese: siamo forti. Siamo uniti e andiamo a rivincere anche la Regione Umbria“.
Atmosfera di festa in casa di quella che era la Lega lombarda. Atmosfera di dissing social, invece, in Umbria. Dove Bandecchi e Bori si sono colpiti duramente come due sciabolatori. Marcando le distanze rispetto alle candidate presidenti, che hanno scelto di punzecchiarsi in punta di fioretto.
Bori contro Bandecchi: “Bacia l’anello e si inchina per interesse”. Il leader di AP: “Mio padre comunista l’avrebbe mandato a quel paese”
Lo scontro social era dato “no betting” dagli allibratori e dai bookmakers. Ma il segretario regionale del PD Tommaso Bori, catturata la foto del baciamano di Stefano Bandecchi a Donatella Tesei, ci ha messo sopra alcune considerazioni politiche che hanno fatto infuriare il segretario di AP.
“Da una parte, c’è chi – come la Presidente Tesei e Bandecchi – preferisce baciare gli anelli e fare inchini a chi comanda. Più interessati a proteggere i propri privilegi e le proprie carriere – scrive Bori sui social-. Dall’altra parte, c’è chi crede che la politica debba essere al servizio delle persone, impegnandosi per il bene della comunità e del territorio“.
L’attacco di Bori viene rilanciato a amplificato anche dagli altri componenti della coalizione. Da Thomas De Luca del Movimento Cinque Stelle e poi da tanti militanti di sinistra, soprattutto a Terni. La risposta di Bandecchi non si fa attendere. E viene accompagnata da un titolo evocativo del sorpasso nei sondaggi che avrebbe generato l’ingresso di AP nel centrodestra.
“Io ho un reddito personale che supera quello di tutta la coalizione di sinistra messo insieme – attacca il segretario di AP -. Serve coraggio per sostenere che faccio politica per soldi. Molto più coraggio per un partito che ha troppe persone che hanno rubato tutto ciò che potevano. E che fa parte di una coalizione di soviet-puristi, naturalisti, ottusi, ladri di case. Sognatori di un mondo migliore senza lavorare un giorno nella propria vita“.
E poi il richiamo alla sua storia personale e familiare. “Non dico parolacce a chi mi attacca perché sono cambiato. Ma il mio babbo, Giuseppe Antonio Bandecchi da Livorno, comunista da sempre, avrebbe mandato a quel paese gente così“.
Ed è solo il primo round.