La Procura di Perugia ha ufficialmente iscritto nel registro degli indagati due nomi pesanti della politica regionale: Donatella Tesei, attuale presidente dell’Umbria, e Paola Urbani Agabiti, assessora al Bilancio. La vicenda, portata alla luce da Repubblica e ripresa da altre testate, mette al centro un finanziamento regionale che lega i due profili politici a interessi familiari.
Tesei indagata, il procuratore Cantone chiede l’archiviazione
Il caso ruota attorno a finanziamenti regionali concessi a un’azienda agricola legata a doppio filo con le famiglie delle due esponenti: la società, infatti, è di proprietà del marito di Agabiti e vi lavora anche il figlio della presidente.
Nonostante il clamore, la strada potrebbe già essere chiusa: il procuratore Raffaele Cantone ha infatti inoltrato al Gip la richiesta di archiviazione, visto che il reato di abuso d’ufficio è stato cancellato di recente dal codice penale. Questo sviluppo lascia poche vie aperte per una prosecuzione formale dell’inchiesta, che rischia di finire nell’archivio senza ulteriori colpi di scena.
La presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, ha commentato la vicenda giudiziaria che l’ha coinvolta insieme all’assessora Paola Agabiti, sottolineando di aver appreso dell’indagine solo tramite i giornali. “Mi risulta che l’indagine era iniziata da tempo e già questo dimostra ancora una volta la correttezza dell’operato della mia amministrazione”, ha dichiarato all’ANSA, ribadendo la trasparenza del suo operato.
In attesa di visionare gli atti, Tesei ha criticato duramente il clima che si è creato attorno al caso, descrivendo le reazioni come una “consueta attività di strumentalizzazione e mistificazione” alimentata dalla campagna elettorale, con “argomenti di ignobile livello”.
Intrecci familiari e sospetti su un’azienda agricola locale
La questione, secondo quanto riporta l’Ansa, ruota attorno a una rete di legami che unisce istituzioni e affari di famiglia: al centro delle indagini figura un’azienda agricola, destinataria di fondi regionali, dove lavora il figlio della presidente Tesei e che risulta di proprietà del marito dell’assessora Agabiti. Questi intrecci, che da tempo tengono banco nelle conversazioni politiche locali, hanno sollevato l’interesse degli inquirenti, intenzionati a chiarire se il flusso di denaro pubblico sia passato per le mani giuste.
Un’ombra sulla campagna elettorale
Per Tesei, che si presenta come ricandidata alle imminenti regionali con il sostegno del centrodestra, la tempistica di questo sviluppo giudiziario è tutto fuorché favorevole. Il caso sta rimescolando il dibattito elettorale in Umbria, dove l’inchiesta della Procura fa discutere più del previsto. Al di là dell’esito, la questione dei finanziamenti regionali aggiunge un elemento di tensione in una campagna già combattuta.
L’opposizione punta il dito: “Sistema consolidato di favoritismi”
Non tarda ad arrivare la risposta dell’opposizione, che vede nel caso un esempio di conflitti d’interesse e favoritismi a danno della trasparenza. Il segretario del Pd umbro, Tommaso Bori, non usa mezzi termini, affermando che “la notizia svela con tutta evidenza un sistema consolidato che si è servito delle istituzioni per finanziare aziende di famiglia”. Bori mette in luce i legami tra il gruppo Urbani Tartufi, con cui Agabiti è connessa, e la giunta regionale, parlando di “una condizione di palese conflitto di interessi”. Secondo il segretario dem, la richiesta di archiviazione sarebbe “sintomatica” di una situazione facilitata dall’abolizione del reato, voluta dal governo Meloni, un tema che sarà affrontato nella prossima seduta del Consiglio regionale del 5 novembre.
Anche il Movimento 5 Stelle non manca di prendere posizione. Thomas De Luca, coordinatore regionale del M5S, insiste sulla necessità di chiarimenti, dichiarando che “la presidente Donatella Tesei faccia chiarezza e spieghi ai cittadini umbri i contenuti dell’indagine sul Piano di sviluppo rurale per la quale il Pm ha fatto richiesta di archiviazione”. La posizione dei pentastellati è netta: una spiegazione pubblica sui finanziamenti è ritenuta indispensabile, specialmente alla luce delle polemiche che continuano a circondare la gestione dei fondi regionali in Umbria.
Nicola Porro: “Magistratura ad orologeria”
Nicola Porro, sul suo blog, esprime scetticismo riguardo all’inchiesta della Procura di Perugia sulla presidente dell’Umbria Donatella Tesei, suggerendo che la vicenda sembri costruita per influenzare il clima elettorale. Definisce l’episodio una “non notizia”, dato che la richiesta di archiviazione è stata già avanzata dal procuratore Raffaele Cantone a causa dell’abolizione del reato di abuso d’ufficio. Secondo Porro, la mancanza di un capo d’accusa rende il clamore mediatico una questione pretestuosa, finalizzata a dare terreno all’opposizione, che prontamente ha colto l’occasione per attaccare Tesei e la giunta regionale.
Porro accusa inoltre il Pd e il suo segretario regionale Tommaso Bori di sfruttare il caso per attaccare il governo e il centrodestra, dipingendo l’accusa come parte di un sistema di favoritismi e conflitti d’interesse. L’inchiesta, però, per Porro non avrebbe reale sostanza, e il suo tempismo – a due settimane dal voto – non sarebbe una coincidenza ma un mezzo per condizionare gli elettori.