05 Aug, 2025 - 18:00

Un nuovo patto per il terzo settore: firmato protocollo d'intesa triennale tra Anci Umbria, Federsanità e Cesvol

Un nuovo patto per il terzo settore: firmato protocollo d'intesa triennale tra Anci Umbria, Federsanità e Cesvol

Un'alleanza strategica per costruire una rete più efficace tra Comuni e mondo del volontariato. Questo il cuore del protocollo d'intesa siglato nei giorni scorsi tra Anci Umbria, Federsanità Anci Umbria e Cesvol Umbria, un'intesa che mira a promuovere buone pratiche, sostenere l'innovazione sociale e rafforzare il dialogo tra enti locali e terzo settore, con particolare attenzione al tema dell'integrazione sociosanitaria.

Anci Umbria, Federsanità e Cesvol insieme: in cosa consiste il nuovo protocollo d'intesa per il terzo settore

Il documento, firmato dai presidenti Federico Gori (Anci Umbria), Manuel Petruccioli (Federsanità Anci Umbria) e Giancarlo Billi (Cesvol Umbria), ha una durata triennale, rinnovabile, e si fonda su un obiettivo comune: creare un'azione di sistema capace di stimolare un confronto continuo tra istituzioni pubbliche e organizzazioni di volontariato. L'obiettivo non è solo migliorare i servizi esistenti, ma anche contribuire alla riorganizzazione e riqualificazione del volontariato, rendendolo più incisivo e rispondente ai bisogni reali delle comunità locali.

Il protocollo individua quattro ambiti principali su cui intervenire: comunicazione istituzionale e sociale; coprogrammazione e coprogettazione dei servizi; promozione delle buone prassi e sviluppo di nuove iniziative su attività di interesse generale; condivisione di modelli innovativi di intervento per rafforzare la capacità operativa del terzo settore. In ciascuno di questi ambiti, i firmatari si impegnano a costruire percorsi condivisi, mettendo a sistema competenze, esperienze e risorse.

Verso una governance partecipata e inclusiva

In un contesto in cui la tenuta sociale delle comunità è sempre più legata alla capacità di fare rete, questo accordo rappresenta un passo significativo verso una governance partecipata, in cui il terzo settore non sia solo soggetto erogatore di servizi, ma parte attiva nella definizione delle politiche pubbliche. L'integrazione sociosanitaria, indicata come uno dei temi prioritari, è emblematica in tal senso: richiede un lavoro sinergico tra sanità, servizi sociali, istituzioni locali e realtà del volontariato.

L'obiettivo è quindi rafforzare il ruolo delle associazioni come interlocutori strategici delle amministrazioni locali. I firmatari sottolineano come la sfida attuale non sia solo quella di erogare servizi, ma di ripensarli in chiave integrata, a partire da un ascolto profondo delle comunità. Su questa linea si colloca l'impegno di Anci Umbria, Federsanità e Cesvol, che vedono nel protocollo uno strumento per valorizzare la capacità progettuale dei territori.

Innovazione sociale e rigenerazione del volontariato

Tra i punti centrali dell'accordo c'è anche la volontà di promuovere percorsi di rigenerazione del volontariato e della promozione sociale. Questo significa investire in formazione, accompagnare i processi di trasformazione digitale, stimolare la partecipazione giovanile, ma anche facilitare il ricambio generazionale nelle associazioni. Il terzo settore è chiamato a evolversi per rispondere a nuovi bisogni e a nuove sfide, e il supporto degli enti pubblici può essere determinante in questa transizione.

In questo senso, la coprogettazione diventa uno strumento chiave: permette di superare la logica dei bandi a pioggia per costruire interventi su misura, calibrati sulle specificità locali. Un approccio che richiede tempi adeguati, competenze trasversali e una visione comune tra soggetti diversi, ma che può generare innovazione reale e duratura.

Un modello esportabile anche oltre i confini regionali

Il protocollo firmato in Umbria potrebbe rappresentare un modello da replicare anche in altre regioni italiane, dove le stesse esigenze di integrazione tra istituzioni e terzo settore si fanno sempre più urgenti. La capacità di mettersi in rete, valorizzare le competenze diffuse nei territori e costruire alleanze strategiche può fare la differenza nella costruzione di politiche pubbliche più inclusive ed efficaci.

Nel contesto attuale, segnato da forti cambiamenti sociali ed economici, il ruolo del terzo settore emerge infatti come elemento chiave per costruire risposte innovative e solidali. Integrare le organizzazioni di volontariato all'interno del sistema di welfare non è soltanto una necessità funzionale, ma una leva strategica per rafforzare la coesione sociale. Il protocollo firmato in Umbria intende consolidare questa visione, trasformando i cambiamenti in atto in occasioni di crescita condivisa per i territori.

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Giorgia Sdei
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