Terzo settore e mondo del welfare in subbuglio in Umbria per la mancata applicazione del nuovo contratto collettivo nazionale. Ad occuparsi della questione, che interessa oltre 13mila lavoratori, è stato l’attivo dei delegati della Fisascat Cisl, riunitosi al Park Hotel di Perugia. All’ordine del giorno le azioni da intraprendere per ottenere l’applicazione del contratto delle cooperative sociali per il 2023-25.
“Ad oggi – hanno spiegato i delegati della Cisl Umbria – nessuna stazione appaltante ha ufficialmente dichiarato di voler riconoscere l’aumento del costo del lavoro derivante dal nuovo contratto. E tantomeno si hanno notizie ufficiali di adeguamenti delle tariffe per le strutture extra ospedaliere convenzionate/accreditate“.
Terzo settore: via alle assemblee per tutto il mese di aprile per informare i lavoratori
“Dalla discussione politico–sindacale avuta si è deciso di intraprendere un percorso assembleare – spiega Valerio Natili, segretario generale Fisascat Cisl Umbria -. Saremo impegnati per tutto il mese di aprile per sensibilizzare il maggior numero di lavoratori sulla necessità di non transigere circa il rispetto integrale del nuovo contratto. Vanno rispettate da parte delle aziende anche le leggi di settore umbre, che sanciscono meccanismi di automatismo per poter trovare le coperture economiche necessarie“.
Il 90% del fatturato delle Cooperative Sociali Umbre deriva, infatti, dal servizi in regime di appalto conferiti dalla pubblica amministrazione. Fisascat Cisl è, quindi, assolutamente convinta che sia necessario tenere alta la soglia di attenzione. Visto e considerato che il settore è totalmente permeato da servizi assistenziali essenziali e di utilità sociale per gli inserimenti lavorativi.
“Si tratta di un settore nobile – proseguono dall’attivo della Fisascat -. Un settore che emana senso civico, al quale non viene data la giusta importanza e dignità. Basti pensare a quanta precarietà si sviluppa in un cambio di appalto e a quanto è effimero un contratto a tempo indeterminato. All’interno dei capitolati speciali di gara, infatti, cambiano spesso le condizioni e vengono tagliate le ore dei servizi o cambiano le professionalità necessarie”.
Le preoccupazioni della Fiscascat Cisl per i nuovi regolamenti regionali
“Siamo preoccupati anche per il prossimo Regolamento regionale del settore – affermano i sindacati del Terzo Settore e del welfare -. Lo strumento normativo modifica ed integra il regolamento regionale del 2022 sui requisiti aggiuntivi e la classificazione delle strutture sanitarie e socio-sanitarie di assistenza territoriale extra-ospedaliera”.
L’applicazione del regolamento era prevista per aprile dell’anno scorso, ma a seguito della mancata copertura economica, le organizzazioni sindacali ne hanno chiesto la sua sospensione. “Era necessario – hanno spiegato – evitare la chiusura di servizi accreditati, non in grado di supportare il maggior costo derivante dai diversi parametri orari delle figure professionali necessarie alla nuova classificazione prevista dalla regione Umbria“.
Dall’attivo dei delegati Fisascat Cisl arriva dunque la richiesta di totale applicazione della legge regionale sulla “Qualità del lavoro e dei servizi di welfare”. Attraverso lo stanziamento delle risorse necessarie al mantenimento degli attuali servizi e di conseguenza dei livelli occupazionali e il riconoscimento degli aumenti contrattuali.
“Nostro malgrado – spiega la segreteria del sindacato – abbiamo già notizie di bandi di gara emanati in queste settimane dove non vengono rispettati gli articolati di legge. Soprattutto sulla scelta della formula per l’aggiudicazione dell’appalto coerente con le linee guida ANAC e con la legge regionale“.
La Fisascat Cisl chiama in causa la Regione e chiede un confronto all’assessore alla Sanità
In un contesto come questo riveste grande importanza il ruolo della Regione. Secondo l’attivo dei delegati, l’ente deve finanziare adeguatamente il settore per garantire gli standard qualitativi e le professionalità occupate. L’attivo dei delegati CISL si è dunque concluso con il mandato alle organizzazioni sindacali di aprire un confronto con l’assessore regionale.
“Vanno individuate le opportune soluzioni e le risorse finanziare necessarie per il raggiungimento degli obiettivi – si conclude il comunicato della Fisascat -. Nel frattempo intraprenderemo un percorso assembleare finalizzato a sensibilizzare le operatrici e gli operatori del welfare umbro. Organizzeremo una mobilitazione del settore qualora la fase del confronto con le istituzioni non raggiunga gli obiettivi indicati“.