Il terremoto di Norcia del 30 ottobre 2016 ha lasciato un segno indelebile , provocando la distruzione della basilica di San Benedetto e devastando il tessuto sociale della comunità. Tuttavia, per i monaci di Norcia, questo tragico evento ha rappresentato un punto di svolta, un momento di determinazione e rinascita. Come ha affermato l’abate Benedetto Novakoff, i monaci hanno deciso che la loro vita monastica doveva rimanere stabile e che non avrebbero mai lasciato Norcia. Questa decisione ha portato alla costruzione di un nuovo monastero, San Benedetto in Monte, inaugurato di recente ed elevato ad abbazia.
Prima del terremoto, il sito che ora ospita il monastero era poco più di un rudere circondato da una giungla di rovi. La devastazione causata dal sisma ha spinto i monaci a rinnovare il loro impegno verso la comunità di Norcia. “Abbiamo compreso dentro di noi che la vita monastica nella città di San Benedetto sarebbe dovuta rimanere stabile“, ha dichiarato l’abate Novakoff. Questa convinzione ha guidato i loro sforzi per ricostruire e rafforzare la loro presenza nella regione.
Negli otto anni successivi al terremoto, i monaci hanno lavorato diligentemente per costruire un nuovo monastero. La struttura, realizzata su circa 2.000 metri quadrati, è completamente antisismica grazie a 125 isolatori sismici che garantiscono la sicurezza dell’edificio. San Benedetto in Monte domina la piana di Santa Scolastica e la stessa Norcia, rappresentando un simbolo di rinascita e speranza per la comunità.
Dopo il terremoto di Norcia, il nuovo monastero è stato elevato ad Abbazia
L’inaugurazione del monastero, avvenuta a fine maggio e culminata con la proclamazione ad abbazia, è stata un evento significativo per la cristianità. Centinaia di persone si sono riunite per partecipare alle celebrazioni, inclusi importanti rappresentanti politici come il presidente della Camera, Lorenzo Fontana. L’abate Novakoff, rivolgendosi ai presenti, ha espresso la sua meraviglia per la folla accorsa, suggerendo con umiltà che l’abbazia potrebbe diventare una delle più grandi al mondo.
Durante la cerimonia, il presidente della Camera, Lorenzo Fontana, ha sottolineato l’importanza della rinascita del monastero per la comunità e per l’Italia intera.
“Sono amico di questa comunità e da qui arriva un segnale importante“, ha detto Fontana. Ha inoltre ribadito la necessità di non dimenticare la sofferenza vissuta dalle persone colpite dal terremoto e di continuare a fornire supporto con tutti i mezzi disponibili. In un contesto internazionale segnato da conflitti, Fontana ha affermato che “da Norcia parte un messaggio di pace“.
Il terremoto del 2016 ha rappresentato una sfida enorme, ma i monaci di Norcia hanno risposto con una ferma volontà di restare e ricostruire. Questo progetto non solo ha permesso di preservare la tradizione monastica nella regione, ma ha anche fornito un importante punto di riferimento per tutto il mondo.
La decisione dei monaci di rimanere a Norcia e di ricostruire il loro monastero nonostante le difficoltà è un esempio di resistenza straordinaria. La loro determinazione a non lasciare la città di San Benedetto ha giocato un ruolo cruciale nel mantenere viva la speranza nella comunità colpita dal sisma. La realizzazione di una struttura antisismica all’avanguardia dimostra un impegno non solo verso la spiritualità, ma anche verso la sicurezza e il benessere della comunità monastica.
La ricostruzione del monastero, esempio di potente valenza simbolica
La presenza di rappresentanti politici di alto livello come Lorenzo Fontana evidenzia l’importanza nazionale e simbolica di questo progetto. La nuova abbazia non è solo un luogo di culto, ma un simbolo di rinascita per tutti i cristiani.
La storia dei monaci di Norcia, guidati dall’abate Benedetto Novakoff, testimonia il potere della fede nel superare le difficoltà. La nuova abbazia non solo serve come luogo di culto, ma anche come simbolo di speranza, pace e rinascita per tutto il mondo.
In una realtà nella quale le sfide sono inevitabili, la storia del monastero di San Benedetto in Monte ricorda a ognuno che, con determinazione e unità, è possibile ambire un futuro migliore anche dalle macerie del passato.