Terremoto a Gubbio con epicentro a 5 chilometri dal centro della città. La scossa è stata di magnitudo 3, registrata dall’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia alle ore 16.36 di oggi 2 maggio. Il sisma si è verificato a una profondità di 8.0 chilometri alle coordinate 43/23/54 – 12/35/40. Non sono stati registrati danni o feriti.

Questo è ciò che si desume dallo scarno comunicato divulgato dall’INGV sul terremoto che si è verificato a Gubbio poco fa nel pomeriggio. Si è trattato di una scossa di tipo sussultorio di breve durata, che non ha prodotto alcuna conseguenza di tipo fisico neanche l’ondulazione dei lampadari né tantomeno la caduta di calcinacci. Poiché la profondità dell’ipocentro è relativamente esigua (8,0 Km), di conseguenza, il cono sismico che ha prodotto, ha interessato un’area non molto estesa. In un primo momento è sembrata la vibrazione provocata da un’esplosione di lieve entità. L’epicentro è stato individuato poco a nord della località di Lanciacornacchia.

La mappa di scuotimento dell’evento sismico indica una entità tra debole e leggero nella parte più vicina all’epicentro.

Che cos’è un terremoto

Un terremoto è un brusco rilascio di energia che avviene nel sottosuolo e che sviluppa una serie di onde sismiche. Terremoto e sisma sono sinonimi. Un sisma può avvenire a pochi metri dalla superficie o a chilometri nel sottosuolo.

Il punto preciso del sottosuolo in cui si verifica il sisma è denominato ipocentro e il suo punto corrispondente sulla superficie si chiama epicentro.

La magnitudo è l’energia sprigionata nell’ipocentro. Esistono varie tipologie di magnitudo e ciascuna è utilizzata dagli scienziati per una diversa finalità.

Quando i giornalisti parlano della magnitudo di un terremoto intendono la ‘magnitudo locale’ che fa riferimento alla scala Richter.

Gli strati che compongono la superficie del nostro pianeta sono in movimento costante: il mantello terrestre, la massa di rocce che si trovano fra la crosta e il nucleo, sale in superficie, lì si raffredda e poi risprofonda. Questi moti avvengono in senso circolare e spostano le placche. Il movimento è lento, ma continuo.

La pressione che viene generata da questi movimenti viene occasionalmente rilasciata sotto forma di una violenta scarica di energia. Ed ecco che avviene un terremoto. La superficie della Terra è attraversata da faglie. Le faglie sono effetto dei terremoti e corrispondono alle porzioni di crosta terrestre lungo le quali è più facile che avvenga il rilascio di energia.

Il potente terremoto di Gubbio dell’aprile 1984 che colpì la parte settentrionale dell’Umbria

A Gubbio si ricorda il sisma che si verificò la mattina del 29 aprile 1984, alle ore 07:03, e fece registrare una magnitudo momento di 5.6 ed un’intensità pari all’VIII della scala Mercalli. Ebbe epicentro nei pressi di Montelabate, circa 15 km a nord-est di Perugia, con propagazione sull’asse NO-SE.

Risultò colpita l’Umbria settentrionale, ed in particolare il capoluogo Perugia ed i centri di Assisi, Città di Castello, Gualdo Tadino, Gubbio, Umbertide e Valfabbrica in provincia di Perugia. L’area interessata, molto estesa e comprendente numerose frazioni e località, contava una popolazione di circa 300.000 abitanti; complessivamente, vi furono 100 feriti, 6.000 sfollati e 1.800 ordinanze di sgombero. Non si registrarono vittime.

Ad Assisi subirono danni la cattedrale di San Rufino, la chiesa di Santa Maria Maggiore e la basilica di San Francesco, dove furono registrati crolli parziali nel transetto destro della basilica inferiore, in corrispondenza degli affreschi del Cimabue.  A Gubbio crollò parte della volta della chiesa di Santa Maria della Piaggiola e vi furono gravi danni al Palazzo dei Consoli, che registrò il distacco della torre campanaria, e alla chiesa della Madonna del Prato; si verificarono, inoltre, crolli parziali nella moderna scuola elementare Aldo Moro. A Perugia si registrarono danni diffusi al Palazzo dei Priori e risultarono lesionate numerose chiese cittadine, tra cui la cattedrale di San Lorenzo, la basilica di San Domenico e gli oratori di Sant’Agostino.

Il terremoto fu avvertito sensibilmente in tutta l’Italia centrale, da Ravenna a Roma. Le repliche proseguirono per tutto il mese successivo.