Un normale pomeriggio nella zona di San Martino, alle porte del centro cittadino, si è trasformato in una corsa contro il tempo. Un uomo di circa cinquant’anni è finito nelle acque del fiume Nera, nei pressi dello stadio “Libero Liberati”, rischiando di essere trascinato dalla corrente. Fortunatamente, grazie alla rapidità dei soccorsi, la vicenda si è conclusa senza gravi conseguenze, ma resta alta l’attenzione su episodi che, troppo spesso, mettono in luce i pericoli legati ai corsi d’acqua urbani.
L’allarme è scattato poco dopo le 15, quando una chiamata ha raggiunto la sala operativa dei Vigili del Fuoco di Terni. Immediatamente si è attivata la squadra di soccorso acquatico: dal distaccamento centrale è partito un gommone da rafting, con a bordo personale specializzato in interventi fluviali. I soccorritori, una volta raggiunto l’uomo, sono riusciti a trarlo fuori dal Nera in sicurezza e ad affidarlo alle cure del personale sanitario del 118.
L’uomo, che al momento del salvataggio era cosciente e in condizioni generali considerate non gravi, è stato trasportato al pronto soccorso dell’ospedale Santa Maria per ulteriori accertamenti. Sul posto anche gli agenti della Polizia di Stato, impegnati nei rilievi e negli accertamenti per comprendere le dinamiche dell’accaduto. Non è ancora chiaro se si sia trattato di un gesto volontario, di un incidente o di un malore improvviso.
L’episodio ha riacceso l’attenzione su una serie di eventi simili che, nel recente passato, hanno riguardato Terni e i suoi corsi d’acqua. Soltanto qualche settimana fa, sabato 17 maggio, un ragazzo è precipitato nell’alveo del fiume Serra, in un’area impervia della città. Anche in quel caso il tempismo dei soccorsi è stato fondamentale: Vigili del Fuoco, personale del Sasu (Soccorso Alpino e Speleologico Umbria), elisoccorso e Polizia di Stato hanno lavorato in sinergia per recuperare il giovane, caduto da diversi metri.
Il ragazzo, ferito e in evidente stato di shock, è stato trasportato d’urgenza all’ospedale di Terni, dove è stato ricoverato per una lesione a un organo interno. Le sue condizioni, inizialmente delicate, sono state stabilizzate dai medici del nosocomio. Anche in quell’occasione, è emersa l’importanza della professionalità e della coordinazione tra le varie forze di emergenza, che hanno evitato che l’incidente si trasformasse in tragedia.
Il soccorso fluviale in Umbria rappresenta una delle specializzazioni più complesse e strategiche nell’ambito degli interventi di emergenza sul territorio. La regione, attraversata da importanti corsi d’acqua come il Tevere, il Nera, il Topino e il Chiascio, è particolarmente esposta al rischio di incidenti in ambito fluviale. Le aree più critiche sono spesso quelle urbane o semiurbane dove il fiume lambisce i centri abitati, come accade a Terni e Perugia, oppure tratti montani o boschivi difficili da raggiungere con mezzi ordinari. In questi contesti, la capacità di intervenire rapidamente e con attrezzature adeguate diventa essenziale per salvare vite umane.
Il soccorso fluviale è garantito principalmente dai Vigili del Fuoco, che dispongono di personale specializzato in “soccorso acquatico fluviale/alluvionale”. Gli operatori sono formati per affrontare condizioni estreme: correnti forti, scarsa visibilità, rischio di annegamento, e operano spesso in sinergia con il Soccorso Alpino e Speleologico dell’Umbria (Sasu), che fornisce supporto tecnico e logistico nei recuperi in zone impervie. Gli interventi vengono condotti con gommoni da rafting, corde, imbracature e dispositivi di protezione individuale ad alta visibilità. La gestione delle operazioni è coordinata dalla sala operativa del 115, in contatto costante con il 118 e le forze dell’ordine.
In alcune zone mancano punti di accesso sicuri ai fiumi per le squadre di soccorso, e non sempre è possibile localizzare con precisione chi ha lanciato l’allarme. Anche la mancanza di una cultura diffusa sulla sicurezza fluviale tra la popolazione rappresenta un ostacolo. Per questo motivo, oltre agli interventi d’urgenza, le istituzioni stanno puntando su campagne di prevenzione e simulazioni congiunte, per migliorare la prontezza operativa e ridurre il rischio di incidenti evitabili.