“Prendersi cura delle nuove generazioni. Dipendenze: l’intelligenza emotiva per prevenire e contrastare le dipendenze”. Questo il titolo e il tema dell’incontro con gli studenti delle scuole secondarie di primo grado di Terni coordinato da Barbara Margheriti e svoltosi a Palazzo Gazzoli. L’evento, promosso dal Comune di Terni, si è tenuto alla presenza dell’Assessore alla Scuola e al Welfare, Viviana Altamura, e dell’Assessore alle Politiche Giovanili e Sport, Marco Schenardi.
A intervenire su un tema importante come quello dell’intelligenza emotiva anche Gianpietro Ghidini per la Fondazione Pesciolino Rosso. Ghidini dopo la morte di suo figlio Emanuele, a soli 16 anni, ha donato la sua vita ai giovani e oggi ha presentato il suo libro “Lasciami volare”.
Barbara Margheriti e l’importanza dell’educazione sentimentale all’incontro con gli studenti di Terni
La dirigente scolastica prof.ssa Barbara Margheriti ha accolto calorosamente gli ospiti e i relatori, in particolar modo Gianpietro Ghidini, giunto da Brescia per parlare dell’importanza dell’educazione sentimentale e dell’intelligenza emotiva per i ragazzi. Prima di iniziare l’incontro con gli studenti delle scuole medie di Terni, Margheriti ha ringraziato il Comune di Terni e gli assessori Altamura e Schenardi per la loro presenza a un evento così sentito come quello di oggi a Palazzo Gazzoli.
“Ringrazio anche i vostri docenti“, ha aggiunto rivolta agli studenti in sala, “che sono stati subito così sensibili, disponibili e partecipi. Tutte le scuole medie di Terni oggi sono qui, hanno aderito tutti e devo dire che è una bella dimostrazione di sensibilità“. L’incontro parte quindi da una riflessione: cosa vuol dire prendersi cura delle nuove generazioni? Come possiamo, dice Margheriti, “aiutarvi a conquistare l’indipendenza attraverso la crescita dell’intelligenza emotiva?“
La dirigente si affida alla definizione dello psicologo Daniel Goleman, che nel 1995 definiva l’intelligenza emotiva come “la capacità di riconoscere i nostri sentimenti e quelli altrui. Di motivare noi stessi e di gestire positivamente le nostre emozioni tanto interiormente e quanto nelle relazioni sociali“. “Tanta roba, eh?“, dice quindi rivolgendosi ai giovani ragazzi presenti.
Contrastare l’inadeguatezza riscoprendo i sentimenti
Barbara Margheriti da tempo sostiene l’importanza fondamentale ricoperta dall’educazione sentimentale, un’arma potente che permette di conoscere a fondo noi stessi per capire fragilità e punti di forza. E se questo è valido per gli adulti, ancor di più lo è per i ragazzi, per questo afferma con forza che “l’educazione sentimentale, come si chiamava un tempo, sia una cosa importantissima che debba diventare anche una materia di studio a scuola“.
L’intelligenza emotiva, prosegue parlando con gli studenti, “è tanto difficile da mettere in pratica nella nostra società dove le emozioni e i sentimenti sono compressi, considerati quasi una perdita di tempo, una debolezza. Noi siamo abituati a correre, a produrre, a raggiungere performance. A questa snervante gara continua a essere magri, belli, i migliori, di più“. Una gara che, alla fine, “finisce per farci sentire tutti inadeguati“.
“Anche in famiglia, o con gli amici, siamo abituati a dire cosa facciamo e poco come ci sentiamo, come ci fa sentire quello che ci succede“, continua Margheriti secondo cui è necessario fermarsi un attimo a riflettere. “Se ci fermassimo a sentire come ci fanno stare dentro certe cose? Se capissimo che intorno ai nostri vissuti interiori, alle nostre fragilità, possiamo costruire la nostra forza?“.
Margheriti agli studenti: “Mettete via i telefoni e guardatevi dentro”
La moderatrice dell’incontro porta alcuni fatti a suffragio delle sue idee. “Si è osservato“, dichiara, “che chi possiede un buon livello di intelligenza emotiva, non solo ha una maggiore possibilità di avere soddisfazioni dalla propria vita, un più alto livello di autostima e un minor livello di insicurezza. Ma gli studenti che sono più capaci di capire e gestire le proprie emozioni in modo efficace, ottengono risultati migliori a scuola“.
“Soprattutto“, aggiunge, “il saper riconoscere e gestire le nostre emozioni ci aiuta a prevenire comportamenti dannosi per la nostra salute. Come l’abuso di sostanze psicoattive e le dipendenze da droghe e alcool, i disturbi alimentari e l’internet addiction“. Margheriti lancia quindi un appello ai tanti studenti presenti: “Mettete da parte i telefonini. Guardatevi dentro, ascoltatevi, amatevi per come siete nella vostra interezza. Seguite le vostre passioni e i modelli migliori“.
A proposito di modelli, prima di lasciare spazio agli altri relatori,la docente porta l’esempio di Edoardo Prati, “studente che ha seguito la mia stessa passione“. Ma ci tiene a precisare che “non è detto che questo modello debba essere anche il vostro. Ognuno deve trovare la sua strada per la felicità, la sua forza, il suo modello e seguirli con la fiducia di farcela, col cuore e il coraggio che soltanto voi giovani sapete avere, sapete mettere nelle cose“.
Proprio Edoardo Prati, di cui poi è stato mostrato un video, dice: “A volte ci si dimentica di cosa sia la felicità”, perché la felicità è “sapersi servire dei doni della sorte senza diventarne schiavo. È un valore aggiunto che non può diventare una dipendenza. La rincorsa alla felicità è una fame smodata, ma bisogna scegliersela bene la propria fame perché sennò si finisce a fare gli affamati di fango come Cerbero e i golosi dell’inferno dantesco“.