A Terni c’è un’estate bollente e particolare, in questi ultimi giorni si sente parlare sempre più di rifiuti, questa volta di eternit nella zona di Maratta. Giusto da poco ha preso fuoco una discarica abusiva a San Gemini, probabilmente collegato con l’incendio a Maratta. Una visione desolante ha colpito chi ha avuto la sfortuna di passare lungo via Angelini, nella zona industriale di Maratta: bottiglie e rifiuti di vario genere abbandonati per strada.
Terni, il problema dei rifiuti e il pericolo dell’eternit
Particolarmente preoccupante è la presenza di un grosso cumulo di materiale che potrebbe essere eternit, una sostanza notoriamente pericolosa per la salute. Il cumulo, come riferisce il Messaggero, è parzialmente circondato dal nastro bianco e rosso, segno di un sequestro effettuato tempo fa dai carabinieri.
Recentemente, i carabinieri forestali hanno intensificato i controlli nelle aree periferiche di Terni, recuperando una varietà di rifiuti: scarti edili, vecchi pneumatici, sacchi pieni di spazzatura domestica, rifiuti speciali di demolizione, vecchi autoveicoli e carcasse di animali. Queste operazioni di pulizia e controllo hanno permesso di individuare e recuperare anche sostanze altamente pericolose come amianto, batterie al piombo e oli esausti.
Nei primi quattro mesi dell’anno, i carabinieri hanno inviato ben trenta comunicazioni di notizie di reato alla procura di Terni e inflitto sanzioni amministrative per un totale di quasi 80.000 euro. Queste operazioni hanno portato alla scoperta di numerose discariche abusive in varie località del comune, con una particolare concentrazione nelle zone di campagna tra Maratta e Sabbione. Questi interventi hanno evidenziato una problematica radicata, che richiede un costante impegno da parte delle autorità.
Il degrado di una zona senza telecamere e l’azione dell’Asm
Le immagini di via Angelini diffuse dal Messaggero mostrano chiaramente il degrado della zona, che termina in un boschetto privo di telecamere di sorveglianza. Questa mancanza di monitoraggio rende l’area un punto di scarico ideale per chi vuole liberarsi illegalmente dei propri rifiuti. Gli sforzi delle autorità per mantenere il controllo e prevenire ulteriori abbandoni di rifiuti sono resi difficili dalla vasta estensione del territorio da monitorare.
L’Asm, in collaborazione con le forze dell’ordine, sta attuando le verifiche necessarie per rimuovere i rifiuti abbandonati e l’eternit nel più breve tempo possibile. L’azienda ricorda che l’abbandono di rifiuti è un reato penale e invita la cittadinanza a utilizzare i centri comunali di raccolta rifiuti per smaltire correttamente i materiali di scarto. L’appello è chiaro: ogni cittadino ha la responsabilità di contribuire alla tutela dell’ambiente.
Il Tar dell’Umbria annulla i provvedimenti della regione
A questi problemi ambientali si aggiunge la recente decisione del Tar dell’Umbria, che ha accolto il ricorso di Acea riguardante l’estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi destinati al recupero energetico, creando ulteriore preoccupazione tra i cittadini già colpiti dagli incendi nelle discariche abusive.
Il Tribunale Amministrativo Regionale dell’Umbria ha accolto il ricorso presentato da Acea nel 2021, annullando una serie di provvedimenti regionali che ostacolavano l’estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi destinati al recupero energetico presso l’impianto di Acea Ambiente situato a Maratta Bassa, Terni.
La richiesta di annullamento riguardava la Deliberazione della Giunta regionale n. 895 del 29 settembre 2021, pubblicata sul Bollettino Ufficiale della Regione Umbria il 13 ottobre 2021. Tale delibera, in base all’art. 12, comma 5, della legge regionale n. 12 del 2010, aveva disposto il non superamento del dissenso espresso dai Comuni di Terni e Narni, dall’ASL Umbria 2 e dalla Provincia di Perugia riguardo al progetto presentato da Acea Ambiente.
Oltre alla delibera di Giunta, Acea contestava anche il Documento Istruttorio del RUP del 24 settembre 2021 e la Determinazione dirigenziale n. 10112 del 14 ottobre 2021. Quest’ultima esprimeva un giudizio negativo di compatibilità ambientale per il progetto di estensione delle tipologie di rifiuti non pericolosi.
La Regione Umbria, costituitasi in giudizio, ha sostenuto l’infondatezza del ricorso. La difesa regionale ha sottolineato l’adeguatezza delle motivazioni alla base della decisione finale, fondata su valutazioni riguardanti l’impatto ambientale e la salute pubblica.