L’utile cresce di 5 voltre rispetto al 2022, il patrimonio netto praticamente raddoppia: la cura da cavallo imposta dall’amministratore unico Alessandro Campi al bilancio di Terni Reti funziona. Nei giorni scorsi l’assemblea dei soci di Terni Reti srl (il Comune di Terni è l’azionista unico della società che opera in house) ha approvato il bilancio 2023. I numeri sono in crescita esponenziale e segnano un anno record per l’azienda che gestisce i servizi per la mobilità e il facility management del patrimonio comunale.

Il bilancio 2023 chiude con un utile di esercizio di 4,9 milioni di euro. Un risultato ottenuto grazie al miglioramento della gestione operativa ordinaria della società. Ma soprattutto grazie alla risoluzione del contenzioso pluriennale relativo a un un contratto derivato su tasso di interesse, sottoscritto nel 2007. Partita molto complessa, che si accompagna a quella – ancora da risolvere – che segnerà il futuro della società ospitata al Videocentro. In ogni caso, la chiusura del contenzioso ha permesso un ulteriore incremento del patrimonio netto della società, che sale dai 3 milioni di euro del 2022 a 5,7 milioni nel 2023

Bilancio di Terni Reti: la soddisfazione del Comune, col vice sindaco Corridore, e dell’amministratore unico

Ringrazio tutti i dipendenti di Terni Reti che hanno contribuito al raggiungimento di questo risultato – afferma l’amministratore unico Alessandro Campi -. Questo risultato permette alla società di affrontare le sfide future con maggiore tranquillità. Con l’obiettivo di assicurare il progressivo consolidamento dell’azienda. Il 2024 sarà un altro anno fondamentale per Terni Reti”. 

Campi non nomina l’elefante nella stanza. L’accordo transattivo con Umbria Distribuzione Gas, che però deve sconntare ancora alcuni passaggi. Ma andiamo con ordine. Il risultato di bilancio da record di Terni Reti è una tappa di un processo di risanamento imperniato sulla transazione con banca IntesaSanPaolo avviata dal precedente amministratore Stefano Stellati e conclusa proprio da Alessandro Campi con l’accordo.
Il certosino lavoro svolto dall’amministratore unico, di concerto con l’amministrazione comunale – conferma il vice sindaco Riccardo Corridore porta i primi frutti alla nostra in house company. Siamo certi che l’opera di risanamento e rilancio dei Terni Reti continuerà anche per il futuro”.

I fatti risalgono al periodo in cui l’amministrazione comunale, guidata allora da Paolo Raffaelli, aveva scoperto la “finanza creativa” dei derivati. Venduti ai Comuni come prodotti “assicurativi” contro il rischio delle fluttuazioni dei tassi di interesse sui mutui e i prestiti, hanno finito col creare vere e proprie voragini nei conti degli enti. Quello di Terni Reti contratto nel 2007, aveva portato in negativo negli anni il patrimonio netto della società. Chiuso nel 2023 il cosiddetto contratto “Collar”, nelle casse di Terni Reti sono entrati 7,3 milioni di euro. Il mutuo su cui era stato costruito lo strumento di finanza derivata era servito per acquistare la rete del gas. E alla fine il Comune si è ritrovato a pagare più indennizzi per il derivato che non rate del mutuo. Ma è proprio su questa partita che si gioca il futuro della società municipale.

Attesa per la seconda transazione, quella sul canone per l’utilizzo della rete del gas

Ora, per il definitivo rilancio economico-finanziario di Terni Reti, manca solo la chiusura del cerchio. Già, perché il Comune, ASM e Acea hanno sottoscritto un patto di ferro (regista proprio il vice sindaco Corridore) che prevede anche la definizione della transazione per il pagamento degli arretrati per l’utilizzo della rete di distribuzione di proprietà di Terni Reti.


Umbria Distribuzione Gas, la joint venture per il mercato del gas che vede Italgas al 45%, Acea al 15% e ASM Terni al 40%, in forza dell’intesa potrebbe erogare a Terni Reti 16 milioni di euro nel 2024/25 e la quota restante (altri 10 milioni) nei successivi 4 anni. Un’iniezione di risorse fresche che consentirebbero alla società di piazzale Bosco di guardare al futuro con un DNA da “azienda risanata e piena di quattrini“, per dirla con le parole usate dal sindaco Bandecchi.

Cosa manca? Finora Italgas ha cercato di bloccare a colpi di carte bollate e tribunali il funzionamento del nuovo CDA, che deve nominare presidente (che toccherà alla stessa Italgas) e amministratore delegato (ASM-Acea, probabilmente Stefano Tirinzi). Il collegio sindacale ha convocato un’assemblea degli azionisti per il 2 agosto. Potrebbe essere il redde rationem.