La Regione dell’Umbria fa fronte comune e prende posizione netta contro la paventata chiusura del Posto di Teleconduzione del polo idroelettrico di Terni. Un fronte bipartisan tra centrosinistra al governo e centrodestra all'opposizione, arriverà a condividere una posizione comune - almeno nelle intenzioni - per chiedere al gruppo energetico di recedere dalla sua decisione di sopprimere l'importante centro di Villavalle.
A sollecitare un chiarimento è stata la consigliera regionale di Fratelli d’Italia, Eleonora Pace, che durante la seduta dell’Assemblea legislativa ha chiesto conto del silenzio istituzionale su una decisione annunciata da Enel e che rischia, secondo sindacati e lavoratori, di depotenziare ulteriormente il presidio operativo locale.
L’assessore regionale all’Ambiente Thomas De Luca ha replicatoall’interrogazione rilanciando un messaggio politico chiaro: “Non ci tireremo indietro. Ogni strumento possibile sarà messo in campo per difendere un presidio strategico per la sicurezza e la gestione del territorio”.
Secondo quanto riferito dalla consigliera Pace, Enel avrebbe già comunicato ai sindacati l’intenzione di dismettere progressivamente il Posto di Teleconduzione, con una prima riduzione dell’organico a partire dal 1° luglio e la chiusura definitiva prevista per l’1 ottobre 2025. Il tutto senza un confronto preventivo con le parti sociali e con un impatto diretto sia sull’occupazione che sulla sicurezza idraulica dell’area.
“È l’ennesimo passo indietro per il nostro territorio, già colpito da trasformazioni industriali e perdita di competenze tecniche”, ha detto la consigliera Pace, invitando la Regione a “esercitare un ruolo istituzionale forte per tutelare lavoratori e sicurezza”.
Nella sua risposta, Thomas De Luca ha precisato che “sono già stati svolti quattro incontri tra Regione e rappresentanze sindacali tra gennaio e giugno 2025”. Altro che silenzio istituzionale: la Giunta, ha spiegato l’assessore, “ha chiesto pubblicamente il blocco immediato di qualsiasi trasferimento”, considerando la decisione di Enel una scelta unilaterale e potenzialmente pericolosa.
“Non possiamo accettare che un asset strategico venga gestito da remoto, soprattutto in un territorio come il nostro, dove gli eventi alluvionali richiedono tempestività e presenza”, ha aggiunto De Luca, richiamando episodi del passato in cui l’intervento diretto degli operatori ha scongiurato conseguenze peggiori.
L’assessore ha inoltre chiarito che la Regione Umbria sta lavorando per “rafforzare la presenza pubblica nella gestione delle grandi derivazioni idroelettriche”, in linea con quanto stabilito nell’accordo di programma. Un passaggio che si inserisce in un disegno più ampio di presidio territoriale e responsabilità istituzionale.
Infine, De Luca ha richiamato la necessità di coinvolgere anche il Ministero dell’Economia, titolare del 24% delle quote Enel: “Serve un’interlocuzione a livello governativo per garantire che territori come il nostro non vengano penalizzati”.
Un segnale politico forte è arrivato dall’Aula di Palazzo Cesaroni, dove l’Assemblea legislativa dell’Umbria ha approvato all’unanimità la mozione presentata dai consiglieri Francesco Filipponi e Maria Grazia Proietti (Partito Democratico) sulla “Tutela del polo idroelettrico di Terni e opposizione alla chiusura del posto di teleconduzione da parte di Enel”. All’atto ha poi aderito anche Eleonora Pace (Fratelli d’Italia), rafforzando il fronte trasversale a difesa del presidio. “È necessario chiedere a Enel Green Power la sospensione delle decisioni operative annunciate, in attesa di un nuovo confronto istituzionale”, ha dichiarato Filipponi durante l’illustrazione della mozione, sottolineando “il rischio concreto di perdere un’infrastruttura fondamentale per la sicurezza idraulica, ambientale ed energetica dell’Umbria”.
Il testo impegna la Giunta a promuovere un tavolo tecnico con Governo, sindacati, istituzioni locali, Autorità di bacino e Protezione Civile, vigilando sulla tutela del personale e sulla permanenza in loco di un presidio operativo. “Non possiamo accettare che decisioni di questa portata siano prese altrove e senza coinvolgimento dei territori”, ha aggiunto Proietti, che ha parlato di “un atto civile prima ancora che industriale, perché si passa da più di 150 addetti a circa 20”.
L’approvazione unanime è stata salutata con favore anche dal consigliere regionale del M5s Luca Simonetti e dall’assessore Thomas De Luca, che ha ribadito “la centralità strategica dell’impiantistica ternana anche per la gestione degli eventi idrogeologici più critici”.