La Polizia di Stato chiude un bar di Terni, mettendo in atto una misura incisiva per garantire la sicurezza nella movida di Terni. Nella mattinata di oggi gli agenti della Questura di Terni hanno eseguito il provvedimento disposto dal Questore Luigi Mangino, sospendendo per 10 giorni la licenza di un noto bar del centro storico. La decisione arriva dopo un’attenta valutazione della Divisione Polizia Amministrativa, motivata dalle numerose violazioni riscontrate nel locale. Locale frequentato da persone con precedenti penali e al centro di episodi di somministrazione di alcolici a minorenni.

Sanzionato bar in pieno centro a Terni, la polizia lo chiude per 10 giorni

Il locale si trova in una delle zone più vivaci del centro di Terni e già da tempo era sotto osservazione da parte delle forze dell’ordine. Numerosi interventi della Polizia di Stato e di altre forze di polizia, infatti, si sono susseguiti negli ultimi mesi, portando a galla una serie di problematiche che hanno compromesso il decoro pubblico. A far scattare la chiusura del bar, tuttavia, è stato l’ultimo controllo, durante il quale è emerso che il locale somministrava bevande alcoliche anche a clienti minorenni. Un’infrazione grave che si aggiunge alle dubbie frequentazioni assidue del bar, principalmente da parte di individui con precedenti penali. E che contribuisce a peggiorare il quadro della situazione.

Le sanzioni, però, non sono arrivate all’improvviso: nel tempo il bar è stato più volte al centro di interventi delle autorità. Non solo per svariati episodi legati all’abuso di alcolici, ma anche per violazioni che hanno reso il locale un punto critico per la sicurezza pubblica della zona. In diverse occasioni, infatti, l’esercizio commerciale è stato teatro di risse e disordini. Tutti eventi che hanno messo a dura prova la pazienza e la tranquillità dei residenti, ma anche dei frequentatori del quartiere.

Un provvedimento preventivo per la sicurezza cittadina

La chiusura temporanea del locale è solo l’ultimo tassello di una strategia di prevenzione volta a evitare ulteriori episodi di violenza e a garantire l’ordine pubblico. Il Questore di Terni ha ritenuto necessario adottare una misura drastica, considerando il pericolo concreto che situazioni simili possano ripetersi. Il provvedimento mira anche a scoraggiare l’uso indiscriminato di alcol da parte dei giovani, spesso minorenni. Un fenomeno in crescita che continua a preoccupare le autorità locali.

Il locale, ormai divenuto un punto di riferimento per una clientela problematica, rappresentava in questo senso un rischio per la sicurezza della comunità. Non solo per le violazioni legate alla somministrazione di bevande ai minorenni, ma anche e soprattutto per il continuo verificarsi di episodi di violenza e disturbo della quiete pubblica.

Vendita di alcol ai minori: le conseguenze legali per i gestori di locali

La chiusura del bar a Terni per somministrazione di alcolici a minorenni pone nuovamente l’attenzione su un tema cruciale: la responsabilità dei gestori di locali pubblici nella vendita di bevande alcoliche. In Italia, la normativa è chiara e severa. Secondo l’articolo 689 del Codice Penale, è reato vendere o somministrare alcolici ai minori di 16 anni, e la legge prevede l’arresto fino a un anno per chi viola questa disposizione. Il titolare dell’esercizio commerciale è direttamente responsabile, anche se l’alcol viene somministrato da un dipendente, il che sottolinea l’importanza di un controllo rigido all’interno dei locali.

Nel caso di minori tra i 16 e i 18 anni, la legge impone sanzioni amministrative che possono variare da 250 a 1.000 euro, ma in caso di recidiva, le multe possono arrivare fino a 25.000 euro, accompagnate dalla sospensione della licenza per tre mesi. Questa normativa non riguarda solo la vendita di alcolici, ma anche la loro somministrazione: il barista ha il dovere di verificare l’età del cliente, richiedendo i documenti prima di servire bevande alcoliche. L’inadempienza può portare a conseguenze pesanti, tra cui la chiusura temporanea del locale, come avvenuto nel caso del bar ternano, oltre a danneggiare gravemente l’immagine dell’esercente.