Parte male il confronto partecipativo sul Piano regionale dei trasporti, con Terni che alza subito la voce e alza il vessillo del riequilibrio territoriale. E delle pari opportunità tra Umbria del Nord e del Sud. Terni contro Perugia, ancora una volta, insomma. Perché l’assessore alla mobilità di Palazzo Spada, Marco Iapadre, viste le slide del collega della Regione Enrico Melasecche ha bocciato senza pietà il disegno del sistema infrastrutturale per i prossimi dieci anni. Un piano considerato “peruginocentrico, senza la dovuta attenzione a Terni e al Ternano. E senza infrastrutture rilevanti per i collegamenti viari del territorio.

Marco Iapadre, delegato del sindaco Bandecchi, nei giorni scorsi ha partecipato al primo tavolo di confronto sul piano regionale dei trasporti 2024-2034. E ne è uscito con il volto deluso di chi si aspettava risposte su elementi strategici, ma deve tornare a casa con una valutazione politica tutta negativa.

Ho preso atto che per l’Umbria si tratta di un atto di pianificazione rilevante – dice Iapadre -. Che mette in campo risorse per circa tre miliardi. Ebbene con altrettanta chiarezza ho dovuto prendere atto che si tratta di una occasione mancata per il territorio ternano“.

Tre miliardi di investimenti complessivi nel Piano trasporti al 2034, ma Terni lamenta di avere avuto solo le briciole

Peanuts“, noccioline, dicono gli americani quando vogliono indicare pochi spicci. Ma per l’assessore comunale alla viabilità, Marco Iapadre, nel nuovo Piano regionale dei trasporti per Terni non sarebbero state previste nemmeno le bucce delle arachidi.

A fronte di cospicui investimenti nell’alta Umbria, di infrastrutture rilevanti capaci di collegarla con l’Italia del centro–nord, per il Ternano quasi nulla – attacca Iapadre -. Sui dieci maggiori interventi di potenziamento che Anas porterà avanti nel prossimo decennio, nessuno riguarda la provincia di Terni. L’unica infrastruttura che ci riguarda è la riattivazione della FCU (la Ferrovia Centrale Umbra), un’opera importante ma non certo strategica per Terni“. 

Il Comune di Terni chiede di potenziare le linee di trasporto su gomme e su ferro che la collegano a Roma e al resto dell’Italia. Infrastrutture strategiche per il rilancio del sistema industriale e per l’attivazione di nuovi flussi turistico-commerciali. Che nel disegno elaboratio dalla Regione Umbria, mancherebbero.

Abbiamo un raccordo Terni-Orte perennemente interessato da lavori di manutenzione ordinaria – spiega l’assessore Iapadreche lo riducono, per lunghi tratti, ad una unica corsia per senso di marcia. Abbiamo una rete ferroviaria affollata di corse, con tempi di percorrenza che spesso si dilatano rispetto agli orari ufficiali. Non abbiamo una rete ferroviaria, degna di questo nome, che ci colleghi con l’alta Umbria e la Toscana. La piastra logistica da anni è ferma, così come carenti e pericolosi per la sicurezza stradale sono i collegamenti con la Valnerina, fondamentali per un adeguato sviluppo turistico“. 

Polemiche anche sulla Terni-Civitavecchia, infrastruttura gestita da ANAS, per la quale viene chiesta più attenzione

Nonostante l’ANAS abbia scelto il tracciato finale della Terni-Civitavecchia (ci vorranno comunque almeno 5 anni per completare l’infrastruttura), Marco Iapadre evidenzia come sulla valutazione del piano incida negativamente anche il collegamento col porto laziale.

La Terni-Civitavecchia, infrastruttura che fa capo ad Anas, anche nel tratto viterbese si denota per uno stato di manutenzione al limite della praticabilità – afferma l’assessore ternano -. E che non favorisce di certo i collegamenti con il porto di Civitavecchia, sia per gli aspetti turistici che quelli legati al trasporto merci. Sugli assi portanti per Terni, la Regione dell’Umbria è completamente assente. Presa in una visione peruginocentrica, non certo mitigata dalla presenza di amministratori regionali che pure dovrebbero conoscere bene le esigenze del territorio ternano“.

Si trattava del primo incontro partecipativo. Ma Terni annuncia subito battaglia. La giunta regionale lo ha preadottato, ma adesso è partita una fase di discussione con i portatori di interessi che potrebbe portare a modifiche.

Nelle prossime settimane – conclude Iapadre – chiederemo alla regione dell’Umbria di rivisitare il piano dei trasporti e di accogliere le istanze e le esigenze di un territorio che non è secondo a nessuno”.