Ha aperto i battenti ieri alla Sala Capitolare di Palazzo della Minerva, presso la Biblioteca del Senato a Roma, la grande mostra su San Francesco. ‘San Francesco, tra Cimabue e Perugino‘, questo il titolo, è un evento straordinario realizzato grazie a una partnership altrettanto straordinaria che ha dato vita a un prezioso e unico percorso iconografico sulla figura del Poverello di Assisi. Il momento è molto sentito dai fedeli, situandosi la mostra a cavallo tra il 2024, 800esimo anniversario delle stimmate e l’inaugurazione del Giubileo del prossimo.

Tutta l’Italia si è stretta intorno al santo assisano che, a secoli di distanza, non smette di ispirare il mondo con il suo messaggio di fratellanza, amore e rispetto. All’interno del percorso espositivo ha trovato collocazione anche un’opera molto pregevole proveniente dal Museo d’arte moderna e contemporanea Aurelio De Felice di Terni. Alla cerimonia di inaugurazione, a cui hanno preso parte tra gli altri, il presidente del Senato, Ignazio La Russa e la neo governatrice dell’Umbria, Stefania Proietti, ha presenziato anche l’assessora alla Cultura del Comune di Terni, Michela Bordoni.

Tanta Umbria per la mostra su San Francesco a Roma

La mostra ripercorre iconograficamente l’impatto di San Francesco sulla cultura e sull’identità italiana, evidenziandone la spiritualità e il messaggio universale. Promossa dal Senato della Repubblica in collaborazione con il Ministero della Cultura è curata scientificamente da Costantino D’Orazio, direttore dei Musei Nazionali di Perugia, e da Veruska Picchiarelli, responsabile del Dipartimento di Arte Medievale e della Prima Età Moderna della Galleria Nazionale dell’Umbria,

Per l’occasione sono stati esposti due prestiti eccezionali, grazie alla collaborazione tra la Galleria Nazionale dell’Umbria con il Sacro Convento di Assisi e la Provincia Serafica di San Francesco. Si tratta della Chartula, una pergamena autografa di San Francesco risalente al 1224, concessa dal Sacro Convento di Assisi, e di un’effigie del Santo dipinta da Cimabue, proveniente dal Museo della Porziuncola. La Chartula è un pezzo dall’immenso valore spirituale e simbolico. Reca una benedizione scritta per frate Leone, probabilmente composta dopo l’evento miracoloso delle stimmate. Il dipinto su tavola di Cimabue, secondo la tradizione, era originariamente impiegato come copertura della cassa di legno che custodì il corpo del Santo dopo la sua morte.

Questi preziosi reperti danno vita a un suggestivo percorso espositivo che illustra l’evoluzione dell’immagine di San Francesco attraverso le opere di grandi maestri del Medioevo e del Rinascimento come Perugino, Taddeo di Bartolo, Benozzo Gozzoli e Niccolò di Liberatore. E proprio di Benozzo Gozzoli è l’opera che è in prestito alla mostra dal museo ternano. È Lo sposalizio mistico di santa Caterina d’Alessandria e i santi Bartolomeo, Francesco e Lucia risalente al 1466, realizzata in tempera su tavola.

L’opera di Benozzo Gozzoli da Terni a Roma

Benozzo Gozzoli (1420-1497) fu un artista attivo fra Umbria e Lazio. Una parte importante della sua opera è legata a San Francesco. In particolare, a Montefalco, in provincia di Perugia, affrescò la tribuna absidale della chiesa dedicato al Santo con le storie della sua vita. Un imponente e pregevolissimo ciclo pittorico tuttora visibile.

Lo sposalizio mistico gli venne commissionato dalla famiglia ternana dei Rustici per la cappella familiare nella chiesa di Santa Maria dell’Oro. Il dipinto, si legge in una nota del Comune di Terni, “prezioso come una miniatura” secondo Anna Padoa Rizzo, è lodato per la sua resa minuziosa dei dettagli e la ricchezza ornamentale, evidente nei broccati ricamati in oro e nelle pellicce di ermellino.

La mostra ‘San Francesco, tra Cimabue e Perugino’ resterà aperta e visitabile fino al 2 marzo 2025, dal lunedì al venerdì, dalle 10 alle 13 e dalle 15 alle 18. In previsione ci sono alcune aperture straordinarie nei giorni festivi, incluse quelle già previste per il primo e il 2 marzo 2025.