Sulle mense scolastiche a Terni continua il dibattito tra le sigle sindacali e l’amministrazione comunale. Cgil, Cisl e Uil continuano a richiedere il rispetto dei diritti delle lavoratrici del settore e con una nota congiunta provano a smontare la presunta innovazione del bando del Comune. Oltre sulla gara pubblica da oltre 12 milioni di euro, le sigle hanno posto l’attenzione sulla tutela delle lavoratrici, alle prese con salari irrisori, con la sospensione della retribuzione nel periodo estivo, con l’incertezza del posto di lavoro.

L’assessora alla scuola, Viviana Altamura, invece, nelle scorse ore ha assicurato che gli uffici del Comune hanno messo in campo tutti gli strumenti di salvaguardia possibili, fermo restando che è la normativa nazionale ad essere deficitaria e che il Governo Meloni non ha rifinanziato alcuni fondi che consentivano di erogare sussidi durante la pausa estiva.

Terni, mense scolastiche continua il dibattito

Come segreterie – recita la nota congiunta delle segreterie di Filcams, Fisascat e Uiltucs, sul tema mense scolastiche a Terni – ci corre d’obbligo chiarire è che non vi è alcuna correlazione tra quanto dichiarato dal sindaco sulle porzioni e la qualità del cibo e l’impegno profuso dalle lavoratrici che sono oggi impegnate nel servizio, lavoratrici che in questi anni hanno messo il massimo dell’abnegazione nell’attività svolta”.

Lavoratrici – cita la nota delle sigle sindacali – che in alcuni casi fanno 15 ore alla settimana, con retribuzioni molto basse, che hanno la sospensione dell’attività lavorativa nel periodo estivo senza alcun sostegno economico, e che dopo la ripresa delle attività successiva alla pandemia hanno dovuto far fronte a interruzioni delle attività continue senza l’apertura di nessun ammortizzatore”.

Cosa si aspettavano le sigle sindacali?

Quel centesimo risparmiato sul lavoro che il sindaco richiamava è stato ed è ancora oggi, e lo sarà in futuro, un sacrificio che viene fatto pagare alle lavoratrici, spesso determinante per le stesse e la loro sopravvivenza – commenta la nota dei sindacati – Dalla giunta ci aspettavamo un’attenzione maggiore per queste lavoratrici abbandonate dalle istituzioni, in primo luogo dal Governo nazionale, che non ha rifinanziato la misura dell’indennità part time verticale ciclico, togliendo ogni possibilità di richiedere sostegni economici per il periodo estivo”.

Sarebbe stato auspicabile fare una contrattazione di anticipo nell’appalto in questione, (trattandosi di un appalto ad alta intensità di manodopera), cercando di risolvere le tante criticità che affliggono queste lavoratrici, compreso il rapporto addetti bambini (da sempre sottodimensionato), oppure soluzioni per superare o quantomeno attenuare la problematica della sospensione, perché siamo sicuri che anche attraverso lo strumento del miglioramento delle condizioni di lavoro si sarebbe potuto migliorare la qualità del servizio – chiosano Cgil, Cisl e Uil – Auspichiamo un confronto nel merito per ragionare sui possibili interventi da mettere in campo per superare le criticità del lavoro nei periodi di sospensione”.

I sindacati aprono, l’assessora Altamura risponde

I sindacati parlano di chance sprecata e chiedono che si agisca sul bando in maniera tale da salvaguardare non solo l’alimentazione dei giovani studenti ma anche i diritti delle lavoratrici, tra cuoche e inservienti. La richiesta delle sigle sindacali ha, però, provocato la replica stizzita dell’assessora Viviana Altamura, che ha risposto e accusato addirittura i sindacati di possibili interferenze sulla imminente gara.

“La clausola sociale inserita nei documenti di gara inoltre garantisce il riassorbimento del personale addetto – rende noto l’assessora Altamura – sempre ai sensi di legge. Riguardo alla natura contrattuale delle prestazione degli addetti al servizio, la norma prevede già in sede di gara l’applicazione e il rispetto dei contratti collettivi di settore. Le stazioni appaltanti, come il Comune, hanno l’obbligo di verifica delle condizioni contrattuali, pertanto ha avuto rilevanza la giusta attenzione nei confronti dei lavoratori, non potendo ovviamente intervenire lo stesso Comune in vicende contrattuali peraltro nazionali (di competenza del gestore del servizio), come non può essere prevista una contrattazione di anticipo nell’appalto, ovvero nella concessione, perché snaturata e inopportuna rispetto alle regole di scelta del miglior contraente, sempre ai sensi di legge”.

L’assessora alla scuola rassicura sull’impegno del Comune

La stessa aministrazione comunale prosegue l’assessora alla scuola di Terni – auspica che le criticità di questo ma anche di altri settori vengano superate nelle opportune sedi, ivi compresi i periodi estivi di sospensione del lavoro, laddove è noto che questa applicazione contrattuale è regolamentata a livello di contrattazione nazionale e applicata non solo nella ristorazione scolastica ma anche in altri servizi e in tutto il territorio nazionale”.

“Problematiche o criticità – conclude la Altamura – che emergono sempre a mezzo stampa durante le fasi delicate e attenzionate di pubblicazione delle gare sono intempestive, non opportune e dovrebbero invece emergere durante l’ordinaria gestione, per evitare interferenze che incidono sulla sana e trasparente gestione della procedura di gara. Qualora vi fossero casi specifici di non applicazione di norme contrattuali o criticità di settore, il Comune è sempre disponibili alla verifica puntuale“.