La nuova ordinanza che regola la musica della movida ternana è arrivata l’altro giorno, ma non piace. Prima Confartigianato, poi il Movimento 5 Stelle hanno sollevato una serie di dubbi e perplessità in più punti sui quali si chiede all’amministrazione Bandecchi di fare chiarezza con urgenza.

Che cosa prevede la nuova ordinanza

L’ordinanza disciplina l’utilizzo di strumenti, apparecchi e impianti di diffusione sonora nei pubblici esercizi e in occasione dello svolgimento di spettacoli e trattenimenti, nasce per garantire ai cittadini una maggiore vivibilità urbana, evitando situazioni di inquinamento acustico. Se le fasce orarie per l’emissione della musica sono rimaste invariate, non è così per le sanzioni che invece sono state inasprite. Per gli esercizi che reclamizzino attività musicali non autorizzate si va da un minimo di 50 a un massimo di 150 euro di sanzione. Per tutte le altre violazioni, le multe previste vanno invece da 80 a 480 euro. In caso di accertamento della violazione da parte del Comune, si procederà alla riduzione dell’orario di apertura del locale o della durata della manifestazione, fino alla revoca della concessione per l’occupazione di spazi e aree pubbliche. Prevista la chiusura dell’esercizio nel primo settimana utile, in caso di accertata reiterata violazione degli orari vigenti. Sarà infine disposta la chiusura del locale fino a 15 giorni qualora venissero accertate tre violazioni nell’arco di 180 giorni.

Confartigianato Terni: “La nuova ordinanza è stata emessa senza concertazione”

Immediata la replica di Confartigianato Imprese Terni. L’organizzazione ha sottolineato come l’atto, entrato immediatamente in vigore, sia stato emesso senza concertazione evidenziando anche ulteriori criticità nell’interpretazione. “Al fine di approfondire la migliore compatibilità con gli interessi generali dello sviluppo delle attività economiche nel centro città di Terni e adempiendo al nostro ruolo di rappresentanza abbiamo richiesto un incontro urgente al Sindaco Stefano Bandecchi e all’Assessore Stefania Renzi per approfondire i contenuti dell’Ordinanza e gli orientamenti dell’Amministrazione in relazione al futuro Regolamento in materia.” L’organizzazione, nel raccomandare la più stretta osservanza dell’ordinanza da parte degli esercenti, ha sollevato anche la questione dell’insufficienza delle norme transitorie, che non coprirebbero adeguatamente le valutazioni di impatto acustico, qualora risultassero non più valide.

Movimento 5 Stelle: “Non vogliamo che dalla movida si passi in fretta alla ‘malavida’”

Ieri anche il Gruppo territoriale del Movimento 5 Stelle di Terni ha diffuso in una nota le proprie osservazioni molto critiche rispetto ai contenuti dell’ordinanza. La giunta Bandecchi, si legge “in attesa di scrivere un nuovo regolamento, ci tiene ad inasprire le sanzioni per quelle attività che oltre a pagare tasse tra le più alte d’Italia e subire furti a raffica in una città allo sbando, devono pure temere di vedersi chiudere il locale per qualche decibel di musica in più o per non aver guardato l’orologio sforando di pochi minuti le attività.”

È arrivato il momento che l’amministrazione comunale inizi a relazionarsi con i gestori dei locali in modo collaborativo e ponendosi come strumento di sostegno alle iniziative di chi faticosamente cerca di tenere viva questa città” prosegue la nota, che fa anche riferimento a come manchino in città politiche mirate per il commercio, una mancanza che il settore non riuscirebbe ancora a compensare né con gli eventi né con il flusso turistico.

Per questo riteniamo che l’atteggiamento della giunta Bandecchi nei confronti degli imprenditori del settore non sia rispettoso di chi faticosamente paga tasse salatissime nella più totale assenza di servizi. Un atteggiamento che non esitiamo a definire vessatorio e che rischia solo di avvelenare il clima e il conflitto atavico che si consuma tra residenti e attività commerciali. L’amministrazione ha il dovere in primis di porsi a mediazione tra le varie esigenze della città, con spirito di servizio per scongiurare l’ulteriore impoverimento del tessuto economico, altrimenti le uniche insegne che continueranno a prosperare saranno quelle dei distributori automatici in strade desolate. Non vogliamo che dalla movida si passi in fretta alla ‘malavida’.”