Il 2024 manda in archivio un capitolo tranquillo sul fronte dei prezzi e dell’inflazione nella città di Terni. Insomma, non molto di nuovo sotto al sole. A dicembre, l’indice medio ha segnato 1,1%, una chiusura che rispecchia l’inizio dell’anno, quando era fermo all’1%. Rispetto alla media nazionale, salita al 1,3%, il dato locale è rimasto più basso, quasi a voler confermare una sorta di tenacia umbra nel contenere i costi.

Dopo il ciclone del 2023, con punte oltre il 10%, l’anno appena concluso ha smorzato i toni grazie a due alleati insperati: bollette più leggere e alimentari meno “piccanti” nei prezzi. Il loro tasso è sceso da un clamoroso 7,7% all’1,4%. Eppure, caffè e cacao hanno fatto la loro parte alzando l’asticella del 16%, mostrando che alcune abitudini costano sempre di più.

Tra le principali cause ci sono stati i problemi nelle aree di produzione, legati a condizioni climatiche estreme e a un incremento dei costi logistici internazionali. Anche la domanda in crescita nei mercati emergenti ha contribuito a rendere la filiera più costosa.

Inflazione, rincari natalizi e strategie nei prezzi

Dicembre ha riservato le sue sorprese. I settori della ristorazione e degli alloggi hanno visto aumenti rispettivamente dell’1,7%, seguiti dai trasporti a +0,8%. Una situazione legata all’effetto feste, con un aumento della richiesta di pesce e dei biglietti aerei che non ha risparmiato le tasche.

Tra i fenomeni da segnalare, il caso dello spumante è emblematico: rincarato a novembre, ha poi registrato un calo a dicembre. Una dinamica che si ripete: il prezzo sale quando si avvicina il momento clou per poi ritornare a livelli più bassi, come a voler attirare chi pensa di comprare “dopo”.

Settori protagonisti nel 2024

Ristorazione e alloggio si sono presi la scena con un aumento annuo del 5,7%. Un trend che racconta l’inevitabile peso delle spese legate al turismo e al tempo libero. Sul fronte opposto, il comparto abitativo, inclusi acqua, elettricità e combustibili, ha segnato una discesa del 2,1%, un aiuto concreto per chi aveva subito i picchi dei mesi passati.

Tra gli alimentari, il 2024 ha vissuto un clima meno teso, con un aumento contenuto dell’1,4%. Tuttavia, i latticini hanno spinto di più, crescendo del 3,4%, mentre frutta e verdura si sono mosse in controtendenza, con cali rispettivamente dell’1,9% e dell’1,4%.

Le curiosità del 2024 sul fronte prezzi

La dinamica dei trasporti è stata più variegata: a dicembre, carburanti e biglietti aerei hanno registrato lievi rincari, spingendo il settore a un incremento dello 0,8% su base mensile. Tuttavia, nel complesso dell’anno, i costi legati ai trasporti hanno mostrato segnali di maggiore stabilità rispetto al 2023.

Anche i beni di consumo quotidiano hanno seguito traiettorie differenziate. Tra i più stabili si segnalano pane e cereali, con variazioni minime dell’inflazione nel corso dei mesi. I prodotti ittici, invece, hanno subito oscillazioni più evidenti durante le festività, riflettendo l’andamento stagionale della domanda.

Tra le curiosità dell’anno spiccano i tabacchi e gli alcolici, che hanno mantenuto un’inflazione rispettivamente del 2,5% e del 2,3%. Le birre hanno mostrato dinamiche altalenanti, con picchi di aumento durante i mesi estivi e cali nel periodo autunnale, segnando un ritorno ai livelli di equilibrio a dicembre.

Non da meno sono stati i costi per la cura della persona. I servizi di parrucchieri e centri estetici hanno registrato un incremento medio del 3%, riflettendo una domanda costante per servizi dedicati al benessere, nonostante il contesto economico più moderato.

Un altro dato interessante riguarda la cultura e il tempo libero. Il settore ha visto un lieve aumento dello 0,7% su base annua, con variazioni più marcate nei prezzi dei biglietti per eventi e spettacoli, specialmente durante le festività. Anche i pacchetti vacanza hanno avuto una spinta del 5%, trainati da una crescente voglia di viaggiare.