A Terni la festa comincia quando ormai il sole è calato. Stefano Bandecchi scende dal camper davanti al parco di Cardeto con i fedelissimi, Riccardo Corridore (candidato alla presidenza della Regione e vicesindaco) e Paola Pincardini (candidata alle Europee), dopo quattro comizi in giro per l’Umbria. E mentre il suo popolo dentro il parco prepara bandiere, palloncini, fumogeni e bandiere gialloazzurre per festeggiare un anno dalla vittoria delle comunali, lui accende i fuochi d’artificio.

Ha voglia di parlare, nonostante la lunga giornata passata a sostenere i suoi candidati, da Polino a Foligno, da Bastia a Castel Ritaldi. E i giornalisti che lo aspettano davanti ai cancelli ottengono subito il titolo di giornata. Quasi non serve neppure la domanda, perché Stefano Bandecchi parte a raffica.

Abbiamo sgominato la banda Bassotti – attacca il sindaco, nel primo anniversario della sua vittoria elettorale -. Abbiamo tolto alla vecchia politica la possibilità di gestire la città. E abbiamo eliminato gli inciuci tra politica e impresa, locale o non locale, che negli ultimi decenni alla città di Terni non hanno dato assolutamente niente“.

Prima della festa di Terni, il bilancio di Bandecchi: “Troppe resistenze al cambiamento, ma stiamo mantenendo le promesse”

Gli chiedono se sia insoddisfatto di qualcosa, nell’anniversario della vittoria di Alternativa Popolare. E Bandecchi, invece di individuare un rammarico, stila un bilancio e rilancia la sua sfida. Quella di cambiare il modo di governare. Portando nel Palazzo quella mentalità imprenditoriale che per alcuni è decisionismo, per altri leaderismo, ma che lui rivendica come una volontà di cambiamento. Come uno stile di buon governo.
Tante cose che dovevano essere fatte hanno richiesto uno sforzo enorme – afferma con decisione -. Abbiamo incontrato tante resistenze e affrontato un metodo di lavoro che giudico sbagliato. Dalla legge Bassanini in poi la pubblica amministrazione è diventata più lenta, farraginosa, burocratica. Noi stiamo facendo i politici: diamo delle direttive ai dirigenti e chiediamo che questi indirizzi vengano seguiti. Tanti mi dicono: ma questo non si può fare… Sapete cosa faccio? Vado all’avvocatura comunale e chiedo pareri. Nove volte su dieci c’è sempre la strada per risolvere quel problema. Quindi ai dirigenti stiamo insegnando cosa vuol dire avere una classe politica che governa e decide. Erano troppo abituati al sistema precedente, che con la scusa dell’autonomia, lasciava troppa libertà e scaricava le responsabilità“.

Parla anche di Alternativa Popolare, che ha resuscitato dall’oblìo. E rivendica il successo di averla trasformata in un partito nazionale. Partendo proprio dall’esperienza ternana.
Dopo un anno siamo presenti nelle elezioni Europee in tutte le circoscrizioni italiane – continua Stefano Bandecchi -. E i nostri rappresentanti sono diventati interlocutori non solo dei cittadini, ma anche di tutte le istituzioni. Abbiamo fatto in un anno ciò che altri non hanno nemmeno pensato in 10 anni. E sappiamo che il bello deve ancora venire“.

I problemi della città e le soluzioni: “Dai progetti piccoli ai più grandi, basta allo sperpero di denaro pubblico”

Bandecchi è un fiume in piena. Torna sul sottopasso di Cospea e sulla decisione di escutere la fidejussione per fare i lavori, schierandosi contro l’impresa che non realizzava l’intervento. Poi ribadisce la sua posizione sul nuovo ospedale e contro i pareri del direttore sanitario che ha espresso parere negativo sul project financing. Rilancia il tema delle buche, dell’accordo fatto con le aziende dei servizi a rete dopo la minaccia, anche qui, di riscuotere le garanzie per i lavori di ricopertura delle buche.

Il sistema era marcio – riprende ad attaccare -. Tanti lavori si possono fare in economia, con mezzi interni. Invece i politici degli altri schieramenti ci criticano perché non diamo appalti o non affittiamo i mezzi. Sento discorsi fatti da gente che, evidentemente, ha ereditato una fortuna e può permettersi di sperperare. Noi, invece, facciamo le cose tutelando i cittadini e risparmiando soldi pubblici. E adesso vogliamo andare avanti nei prossimi quattro anni, tentando di far diventare questa città sempre più bella“.

Dal parco Cardeto, i sostenitori di Terni lo chiamano per iniziare la festa. Ma Bandecchi continua a rispondere alle domande dei giornalisti. E lo fa mettendosi in attacco. Rilancia la battuta su Terni come Dubai, come a provocare chi lo ha criticato per il paragone ardito.
Voglio fare una battuta – incalza il sindaco di Terni -. Presto metteremo in mostra le nostre sei statue dell’amore, che stanno arrivando e saranno esposte a Palazzo Spada prima di essere collocate. Le abbineremo alle nostre magnifiche rotonde infiorate e abbellite. Infine, quando le cooperative, che stanno provando a lavorare, avranno completato il loro lavoro, allora ci avvicineremo un po di più a Dubai. E quindi questo sarà per noi una grande ricchezza“.

Conclude, Bandecchi, parlando di economia: dei fallimenti che diminuiscono, delle associazioni di categoria che gli testimoniano una ripresa degli affari, di nuove aperture commerciali. E poi sottolinea il rilancio del turismo, grazie a eventi, manifestazioni, all’attrattività del centro e dei principali fattori di richiamo turistico, come la Cascata. “Perfino i perugini sono tornati“, dice ridendo.

Il bagno di folla nella festa di Terni: l’abbraccio dei militanti al parco Cardeto tra fumogeni e palloncini

Dentro lo aspetta il bagno con la sua folla. Gli assessori comunali, i consiglieri che si presentavano un anno fa nelle liste confluite nell’unico partito di Alternativa Popolare. Poi anche tanti militanti di base, che si sono avvicinati alla organizzazione politica di Bandecchi perché delusi dalla politica bipolare. Fumogeni giallo-azzurri, palloncini ovunque. La musica, gli aperitivi, i tavoli pieni di persone davanti al bar affidato recentemente da Terni Reti al nuovo gestore, che sta contribuendo a rivitalizzare il parco.
Entra tra gli applausi, Stefano Bandecchi accompagnato da Riccardo Corridore. Sindaco e vice, front man e stratega della campagna elettorale. Si dividono il palco e parlano arringando la folla di AP. Che un anno dopo è ancora in festa per quella vittoria inattesa. E la lunga giornata del tour umbro si conclude col brindisi. Anzi, no. Contrordine. C’è ancora di parlare di Ternana e del progetto stadio-clinica. Ma questa è un’altra storia…