Dopo le 18.000 firme raccolte dai cittadini e sostenute anche dal Centro di Coordinamento Ternana Clubs, la spinta per la realizzazione del progetto Stadio-Clinica si arricchisce di una nuova voce organizzata: quella del Comitato “Fare per Terni”, formato da una quindicina di fondatori. Il gruppo è uscito pubblicamente allo scoperto per chiedere alla Regione Umbria di non bloccare l’iter amministrativo e di aprire un tavolo di confronto con il Comune di Terni, anche in vista del vertice del 4 novembre tra il sindaco Stefano Bandecchi e la presidente Stefania Proietti.
Secondo il Comitato, non è in discussione solo un’infrastruttura sportiva o sanitaria, ma “il futuro stesso della città”. Nel loro comunicato ufficiale, i promotori si appellano alla responsabilità delle istituzioni regionali, denunciando il rischio di “un danno irreparabile per lo sviluppo urbano, economico e sociale di Terni”.
Il Comitato “Fare per Terni” sottolinea come il progetto preveda la realizzazione di un nuovo stadio e di una clinica convenzionata di eccellenza, senza oneri per i cittadini: tutte le opere, comprese le urbanizzazioni e le strutture pubbliche, sarebbero a carico del soggetto privato proponente.
“È bene ribadirlo: tutto avverrà a costo zero per la collettività” si legge nel documento. “Le opere pubbliche resteranno di proprietà del Comune e quindi dei ternani, mentre il rischio imprenditoriale sarà interamente sostenuto dal privato.”
Un messaggio diretto alla Regione Umbria, che ha impugnato la delibera comunale riguardante il progetto, presentando un ricorso al TAR. Il Comitato, nel suo intervento, contesta la decisione, sostenendo che l’esecutivo regionale avrebbe potuto “avviare un tavolo tecnico per chiarire e risolvere eventuali dubbi giuridici”, invece di intraprendere la via giudiziaria.
Secondo i promotori, questa scelta sarebbe “ingiustificata e contraria al principio di leale collaborazione tra enti pubblici, sancito dall’articolo 120 della Costituzione”.
Il tono del comunicato si fa via via più netto. Il Comitato accusa la Regione di una politica distante dalle esigenze reali dei cittadini ternani, ribadendo l’importanza di un atteggiamento costruttivo e paritario rispetto ad altri territori umbri.
“Non chiediamo di chiudere un occhio, ma di pretendere rispetto e parità di trattamento” affermano i portavoce. “Ogni anno i cittadini di Terni contribuiscono con le loro tasse a finanziare 34 milioni di euro di convenzionamenti sanitari pubblici che finiscono interamente a strutture di Perugia. È una sproporzione che non può più essere ignorata.”
Il Comitato denuncia inoltre il rischio che un blocco o un ritardo ingiustificato del progetto comporti gravi ripercussioni per la città. L’attuale stadio Liberati, si legge nella nota, potrebbe essere dichiarato inagibile entro un anno, lasciando la Ternana Calcio senza una sede adeguata e costringendo la società a valutare un ridimensionamento o, nel peggiore dei casi, un disimpegno.
“Senza questo progetto la Ternana potrebbe non sopravvivere, con danni non solo sportivi ma anche economici e identitari per l’intera città” scrivono i membri di “Fare per Terni”.
In vista del summit del 4 novembre tra il sindaco Bandecchi e la presidente Proietti, il Comitato invita entrambe le istituzioni a “mettere da parte contrapposizioni politiche e trovare una soluzione condivisa”.
“Se davvero non c’è la volontà di affossare Terni, dimostratelo: basta sedersi attorno a un tavolo con trasparenza e responsabilità” è il passaggio chiave del comunicato. “È il momento di agire nell’interesse della città, non di fermarla con cavilli burocratici.”
Il movimento cittadino promette di mantenere alta l’attenzione pubblica sul tema e non esclude iniziative di piazza, sempre in forma civile ma decisa. “Siamo pronti a difendere il diritto di Terni a crescere e a competere, come ogni altra città dell’Umbria. Le 18.000 firme depositate dai cittadini rappresentano una volontà chiara: non possono essere ignorate.”
Un appello finale chiude il documento: “È finito il tempo delle chiacchiere. Chi governa deve assumersi la responsabilità di fronte ai cittadini di Terni.”
Il confronto tra Comune di Terni e Regione Umbria entra dunque in una fase cruciale. Da una parte l’amministrazione comunale, decisa a portare avanti un progetto ritenuto strategico per la città; dall’altra Palazzo Donini, che difende la legittimità delle proprie scelte e chiede chiarezza sugli aspetti giuridici dell’operazione.
L’incontro del 4 novembre potrebbe segnare un punto di svolta. Da quel tavolo, come sottolineano i cittadini di “Fare per Terni”, non dipende solo il destino del progetto Stadio-Clinica, ma il futuro stesso della città e della sua identità collettiva.