L’ennesima lite nel carcere di Terni, è andata in scena nella giornata di martedì 7 gennaio. Non c’è pace nella casa circondariale di Sabbione. Si registra un vero e proprio stato di emergenza, segnato da continue liti tra detenuti e colpi proibiti agli uomini della Polizia Penitenziaria o al personale del carcere. Serve un decisione forte: “E’ ora di fermare questo macello -ha detto Fabrizio Bonino segretario regionale del Sappe- poiché non vi sono più le condizioni di lavoro adeguate di sicurezza. Serve un intervento concreto per risolvere i problemi penitenziari”.
Terni, poliziotto ferito in carcere
Poi Bonino ricostruisce cosa è precisamente accaduto: “Martedì pomeriggio si è verificato l’ennesimo atto di violenza. A farne le spese -argomenta il segretario- è stato un giovane collega in servizio presso la Sezione Accoglienza che ha riportato lesioni gravi ad una mano. Accompagnato al pronto soccorso cittadino ha avuto una prognosi iniziale di 15 giorni, 12 punti di sutura sulla mano destra con interessamento del muscolo e dell’osso.
Il tutto è nato da un litigio tra due detenuti, un nigeriano ed un tunisino, entrambi noti per essersi resi protagonisti di atti violenti nei confronti della polizia penitenziaria ternana e non solo. Tutto è scaturito perché il detenuto nigeriano per futili motivi si scagliava urlando contro il comandante, intervenuto per cercare di calmarlo unitamente con l’addetto alla sorveglianza generale. Alle urla dello stesso rispondeva il detenuto tunisino che stava effettuando una chiamata whatsapp con la fidanzata chiedendo di abbassare la voce. Tale richiesta ha scatenato l’ira del nigeriano fino allo scontro fisico tra i due, fino ad arrivare vicino al collega che veniva ferito alla mano con un oggetto contundente che il nigeriano aveva occultato in una mano”.
L’appello di Bonino: “Non si può rischiare la vita ogni giorno. Personale stremato”
Infine un accorato appello: “Il personale è stremato da turni di lavoro stressanti che arrivano ormai sempre più spesso a superare le 12 ore, vista la grave carenza di organico ed oltretutto costretto a subire insulti, minacce e aggressioni fisiche da chi denuncia la polizia penitenziaria per tortura. Ora basta: vogliamo una risposta immediata da quella che dovrebbe essere la nostra Amministrazione, la stessa che è sempre rimasta sorda ad ogni nostra richiesta di aiuto. Ma così non si può andare avanti, rischiare la vita ogni giorno non è possibile”.
Capece: “Dotare la polizia penitenziaria degli strumenti utili a fronteggiare queste criticità”
Donato Capece, segretario nazionale del sindacato autonomo di polizia penitenziaria ha aggiunto: “Un problema storico e comune a molti paesi europei, che hanno risolto il problema in maniera diversa. Il carcere è lo strumento che si usa per affrontare problemi che la società non è in grado di risolvere altrimenti. Ma si deve dotare la polizia penitenziaria di ogni strumento utile a fronteggiare le costanti criticità con cui quotidianamente le donne e gli uomini del corpo hanno a che fare”.
Terni, anziana aggredita in casa: le indagini non si fermano
Non si fermano e andranno avanti finchè non si riuscirà a trovare il colpevole, le indagini dei carabinieri coordinati dalla Procura di Terni, riguardo alla terribile aggressione ai danni di un’ex insegnante ternana di 83 anni, gravemente ferita al volto e al collo all’alba di martedì 7 gennaio, nella sua abitazione ternana di via Cannizzaro, in zona stazione.
Sono passate 48 ore, ma l’anziana è ovviamente ancora sotto choc. Ha potuto però parlare con gli inquirenti, per cercare di ricostruire la vicenda, ma ha potuto fornire pochi elementi su quell’uomo che secondo quanto riferisce la donna, era giovane, di carnagione chiara e non avrebbe mai parlato.
Molto probabilmente era un ladro, che però non avrebbe portato via niente dall’appartamento e sarebbe scappato dall’appartamento subito dopo l’aggressione senza frugare in armadi o cassetti. Ad attenderlo fuori, è l’ipotesi degli inquirenti, forse un basista in auto. Le indagini insomma andranno avanti, perchè si cercherà di analizzare ogni minimo dettaglio, comprese le frequentazioni della signora ultraottantenne. Nulla è escluso.