La Polizia Penitenziaria di Terni ha intercettato e fermato tre individui intenti a pilotare un drone sopra il carcere cittadino, presumibilmente utilizzato per introdurre materiali illeciti all’interno della struttura detentiva. Nel corso dell’operazione i poliziotti hanno sequestrato dodicimila euro in contanti e quattro telefoni cellulari, destinati ai detenuti. A rendere nota la vicenda è stato Fabrizio Bonino, segretario regionale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria (Sappe).

La conduzione dell’operazione

Nel tardo pomeriggio di ieri, come comunicato dal Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, due agenti fuori servizio – un ispettore superiore in missione da un altro istituto e un ispettore capo del reparto di Terni – hanno individuato un’auto sospetta con tre persone a bordo, impegnate a pilotare un drone sopra il carcere. Subito dopo aver concluso il loro turno, i poliziotti, coadiuvati da altri colleghi, sono intervenuti prontamente, bloccando il veicolo e sequestrando 12.000 euro in contante e quattro telefoni cellulari destinati ai detenuti.

Fabrizio Bonino, segretario per l’Umbria del Sappe, ha sottolineato che il fenomeno dell’introduzione di telefoni all’interno delle strutture penitenziarie rappresenta un problema noto da tempo e di portata sempre crescente. “Oggi, la questione è estremamente rilevante e continua a manifestarsi con preoccupante frequenza,” ha dichiarato Bonino.

Il crescente e allarmante fenomeno dell’introduzione dei telefoni cellulari nelle carceri

Il fenomeno dell’introduzione di telefoni cellulari nelle carceri, come sottolineato dal segretario regionale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, non è affatto una novità, ma piuttosto un segno di un problema crescente e allarmante che richiede interventi urgenti a livello nazionale. “Ci preoccupa non solo il loro utilizzo per scopi illeciti all’esterno del carcere, come più volte riscontrato nelle attività di indagine che vengono svolte quotidianamente nei penitenziari e sul territorio nazionale, ma anche il vero e proprio commercio che è presente all’interno delle mura dove uno smartphone ceduto tra detenuti moltiplica vertiginosamente il proprio valore, diventando fonte di ingenti guadagni illeciti per chi riesce a gestirne il commercio”, ha affermato Bonino.

Anche il segretario generale del Sindacato Autonomo di Polizia Penitenziaria, Donato Capece, ha espresso preoccupazione in merito all’episodio, definendolo “ulteriore e allarmante conferma” di un fenomeno che ormai è una realtà consolidata. Questo fenomeno, come spiegato da Capece, è agevolato dalla maggiore libertà di movimento concessa ai detenuti in regime di custodia aperta, unitamente alle difficoltà operative in cui si trova ad operare la polizia penitenziaria, con livelli di sicurezza che risultano insufficienti per contrastare efficacemente tali attività illecite.

Il caso del drone di Terni è solo l’ultimo episodio di un fenomeno più ampio e allarmante

Le preoccupazioni sollevate da Bonino e Capece riflettono un fenomeno in continua espansione, che sta assumendo proporzioni sempre più allarmanti su scala nazionale. Il drone intercettato a Terni rappresenta solo l’ultimo episodio di una serie di casi che stanno aumentando con preoccupante frequenza in tutta Italia. Pochi giorni fa, al carcere di Secondigliano, è stato intercettato un drone utilizzato per il trasporto di merci e sostanze stupefacenti, mentre un altro tentativo simile è stato registrato al carcere di Livorno lo scorso mese, senza che fosse possibile fermare il dispositivo.

Questi episodi, sempre più ricorrenti, sottolineano le evidenti vulnerabilità delle strutture carcerarie, mettendo in luce la necessità urgente di interventi risolutivi. È imperativo potenziare il controllo delle carceri con l’introduzione di tecnologie avanzate per la sorveglianza, oltre a garantire un adeguato rafforzamento delle risorse umane, affinché sia possibile tutelare efficacemente l’ordine interno.

Le misure di Capece per contrastare i fenomeni illeciti nelle carceri umbre

In Umbria, le autorità stanno attualmente prendendo misure concrete per fronteggiare il crescente fenomeno dell’utilizzo illecito di droni nelle carceri. Donato Capece, segretario generale del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, ha reso noto che è in fase di organizzazione un nucleo di agenti specializzati nell’impiego e nella gestione dei droni, con l’obiettivo di contrastare le violazioni degli spazi penitenziari e l’introduzione di materiale illecito.

L’iniziativa mira a potenziare la prevenzione e la dissuasione di tali attività illecite, ma anche ad adottare un approccio repressivo contro i fenomeni sempre più diffusi. Capece ha aggiunto, in una nota ufficiale, che “l’auspicio è che presto anche l’Umbria possa disporre di un numero sufficiente di poliziotti, adeguatamente preparati, formati e specializzati ed esperti nell’utilizzo e nella gestione dei droni sia in ottica preventiva che repressiva”.