Terni Donne Aps e una lunga lista di altre associazioni dell’Umbria sono le firmatarie di una lettera indirizzata al Direttore Generale dell’Asl Umbria 2, Piero Carsili. La questione sollevata riguarda un fondamentale presidio per la salute delle donne nel ternano: il consultorio di via Montegrappa. Qui dal primo luglio manca la dottoressa ginecologa.
Un fatto che ha destato comprensibilmente “grande stupore e preoccupazione” e che ora viene portato all’attenzione. Una richiesta, quella di Terni Donne sul consultorio, che si inserisce in un quadro delicato e che giunge a poca distanza da un’altra lettera di cui avevamo notizia in merito alla presenza di locandine delle associazioni pro vita apposte al Centro di Salute di Acquasparta.
Terni Donne: “Chiediamo continuità”
“Sebbene la dottoressa che era presente fino al primo luglio – si legge nella missiva – e che si occupava delle visite specialistiche e di seguire le donne durante il periodo di gravidanza fosse una libera professionista che operava in un luogo pubblico come il consultorio per poche ore a settimana, era di vitale importanza per garantire alle pazienti gestanti e non le minime cure e attenzioni appropriate in base alle differenti situazioni“.
Una mancanza inaccettabile sottolineano da Terni Donne. “Alla luce di ciò – si legge ancora – in quanto associazione che si occupa di violenza di genere, diritti riproduttivi delle donne e del loro benessere psicofisico, chiediamo che la ginecologa venga sostituita nel più breve tempo possibile o che si mettano in atto i provvedimenti necessari a ripristinare un numero congruo di ore di visite ginecologiche specialistiche per le donne del consultorio di Terni. Non è accettabile che un servizio pubblico, così fondamentale, per la salute femminile venga depotenziato e lasciato senza prestazioni essenziali”.
La figura professionale della ginecologa è infatti fondamentale per garantire il diritto alla salute alle donne all’interno della rete della sanità pubblica. “Chiediamo garanzie di continuità sui percorsi iniziati dalla ginecologa con le donne in gravidanza prima di sospendere le prestazioni, chiediamo che non vengano interrotti e che si garantisca alle donne il legittimo diritto di essere seguite dal servizio pubblico. Esprimiamo il nostro disappunto e la nostra preoccupazione su tutto quanto ci viene riferito dalle utenti del consultorio e sulla situazione e sul disagio che comporta per tutte le nostre concittadine“.
“Uno scenario sconfortante”
A preoccupare è il depotenziamento della struttura, che è un punto di riferimento per donne e famiglie. “In questo scenario sconfortante – prosegue la lettera – non possiamo non riflettere anche sul fatto che la mancata sostituzione della ginecologa, e dunque la mancata garanzia delle minime prestazioni che un consultorio dovrebbe garantire, sia l’esempio di come i servizi e i luoghi per la salute delle donne, specialmente per coloro che hanno minori possibilità di accedere a centri privati per richiedere cure, vengano gradualmente smantellati e depotenziati“.
La riflessione si amplia sulle scelte a livello nazionale. “Le vorremmo far notare – scrivono a Carsili – questa condizione di depotenziamento in cui i consultori si trovano ormai da tempo da molteplici punti di vista come quelli economici e di personale, senza contare le recenti decisioni del governo vigente di favorire l’accesso di associazioni anti-scelta che hanno come obiettivo quello di ostacolare l’autodeterminazione delle donne e le scelte sui loro corpi, in barba anche alle minime garanzie di privacy che i luoghi della salute dovrebbero rispettare”.
Uno scenario, sottolineano, fatto di scelte incoerenti. “Evidenziamo le incongruenze tra le decisioni che vengono imposte alle donne e le politiche attuate. Ci viene rimproverato, come donne, di esserne responsabili del calo che ha subìto la natalità, ma non ci vengono dati strumenti di sostegno reali e concreti per portare avanti una gravidanza come consultori e luoghi della sanità potenziati, personale medico laico e non obiettore, ginecologhe e ostetriche messe nella condizione di lavorare in modo efficace” conclude la lettera.
Le associazioni firmatarie
La lettera è stata sottoscritta da una serie di associazioni che in Umbria si occupano di diritti di genere. Le riportiamo di seguito:
- Terni Donne APS
- Rete Umbra per l’Autodeterminazione
- Forum Donne Amelia APS
- Udi Perugia
- Civiltà Laica APS
- Il Pettirosso APS
- Associazione Lattemiele Amelia
- De’ Genere Terni
- Circolo UAAR (Unione Atei e Agnostici Razionalisti) Perugia
- Una Regione Per Restare
- Cav M. T. Bricca (Città della Pieve)
- Rete delle Donne AntiViolenza APS
- Link Perugia
- Unione degli Studenti Umbria