Terni fa i conti col declino: invecchia più della media regionale, perde colpi nell’export, vede aumentare il divario di genere e non crea opportunità occupazionali. Niente che già non si sapesse. Perché i numeri del Rapporto Statistico “Indicatori dell’economia ternana“, è solo un aggregatore di dati già pubblicati da diversi enti. A cominciare dalla Camera di commercio.

Però fa un certo effetto vedere in una sola indagine congiunturale, realizzata dall’Osservatorio provinciale istituito in Prefettura, tutti gli indicatori della crisi che ha colpito la città nel 2023. Già, perchè i numeri sono riferiti al quarto semestre dell’anno trascorso e, quindi, sono anche un po’ datati e relativi a una fase superata. In ogni caso fotografano il declino economico della città. E rappresentano una bussola per orientare le politiche delle pubbliche amministrazioni sul versante delle politiche di sviluppo e crescita occupazionale.

All’Osservatorio della Prefettura di Terni hanno partecipato:

  • Istat,
  • ARPAL Umbria,
  • Camera di Commercio dell’Umbria, 
  • I.N.P.S.,
  • Ispettorato Territoriale del Lavoro Terni-Rieti,
  • con il contributo informativo della Banca d’Italia.

La pubblicazione mette in relazione i dati statistici ufficiali forniti da diversi organismi ed amministrazioni operanti sul territorio e si propone di fornire agli enti pubblici ed agli operatori economici una documentata chiave di lettura dell’andamento dell’economia ternana.

I principali indicatori presi in esame nella pubblicazione riguardano la vitalità delle imprese, il commercio con l’estero, le dinamiche occupazionali e creditizie. E poi il lavoro sommerso, gli ammortizzatori sociali e il turismo.

Istantanea del rallentamento economico di Terni: la città invecchia e paga la stretta del credito

La ricerca evidenzia un rallentamento dell’attività economica ternana – spiega la Prefettura -. L’attività agricola subisce gli effetti delle condizioni climatiche sfavorevoli, mentre l’attività produttiva delle piccole imprese risente della debolezza della domanda interna. Generano problemi anche le condizioni di finanziamento più restrittive. Nonché la riduzione dei redditi reali delle famiglie a causa dell’inflazione“.

Sull’economia della provincia di Terni grava anche la dinamica demografica negativa e il progressivo invecchiamento della popolazione. Il tasso di natalità, in continua diminuzione nell’ultimo decennio, scende al 5,2 per mille. E il tasso di mortalità, in costante crescita, raggiunge il 15,2 per mille. Inoltre, secondo i dati Istat dell’ultimo censimento della popolazione, la provincia presenta una configurazione relativa all’età più anziana rispetto alla regione e all’intero Paese. L’età media è pari a 49,2 anni mentre l’indice di vecchiaia è pari a 267,3. Insomma, la città invecchia e Terni è un anno oltre l’età media della Regione che si attesta a 48,2 anni.

Nel quarto trimestre del 2023 il numero delle imprese attive iscritte nei registri camerali è ancora in leggera diminuzione. Soprattutto con riferimento ai settori del commercio, dell’agricoltura e della manifattura. Per quanto riguarda il commercio con l’estero, si registra un deciso calo delle esportazioni nel secondo semestre 2023 e, in misura inferiore, anche delle importazioni.

All’inizio del secondo semestre 2023 il credito all’economia provinciale si contrae. La dinamica negativa si accentua nei mesi successivi per poi attenuarsi lievemente a dicembre. La flessione dovuta all’inasprimento delle condizioni creditizie risulta più marcata per le imprese medio grandi. La qualità del credito rimane invariata per i prestiti alle famiglie e registra un lieve peggioramento per quelli erogati alle imprese.

Sono 6 mila le persone in cerca di occupazione e ben 46 mila gli inattivi, a fronte di 83 mila occupati

Nel 2023 il numero di occupati residenti nella provincia di Terni è pari a 83 mila unità. E il numero di persone in cerca di occupazione ammonta a 6 mila unità. Entrambi i valori risultano stabili rispetto al 2022, cosi come quello degli inattivi pari a 46 mila unità

Nel corso dell’anno, a fronte di una stabilità complessiva degli occupati, emerge un forte divario di genere. La partecipazione al mercato del lavoro femminile diminuisce in seguito ad un calo delle occupate e delle inattive. La variazione positiva delle forze di lavoro riguarda solo la componente maschile, dovuta all’aumento degli occupati.

Analizzando i dati per genere si registra, infatti, una contrazione della componente femminile degli occupati del 2,8 per cento rispetto al 2022. Mentre cresce quella maschile del 2,1 per cento. Le forze di lavoro femminili scendono di 2,6 punti percentuali e crescono quelle maschili del 2,0 per cento. Anche la quota delle inattive cresce (+3,4 per cento), mentre diminuisce (-5,9 per cento) quella degli inattivi maschi. 

Nella Terni, città che invecchia, diminuiscono invece gli interventi di cassa integrazione guadagni (CIG) ordinaria e risulta nulla quella in deroga; aumentano lievemente gli interventi straordinari. Nel corso dell’anno le ore complessivamente autorizzate in CIG sono circa 2,2 milioni (contro i 2,1 milioni nel 2022).

Terni si scopre attrattiva per gli stranieri, crescono le presenze di oltre confine nel settore del turismo

Nel secondo semestre del 2023 crescono gli arrivi e le presenze dei clienti stranieri. Nel complesso dell’anno la domanda turistica è in crescita, sempre grazie alla componente straniera. Positiva la variazione rispetto al 2022 anche per le presenze degli italiani, i cui arrivi invece risultano in diminuzione. Il ternano e l’orvietano sono i territori con l’andamento del flusso turistico più consistente rispetto al resto della provincia.

Positiva la variazione rispetto al 2022 anche per gli arrivi e presenze degli italiani anche se più contenuta (+5,2 per cento gli arrivi e 11,7 per cento le presenze). Il ternano e l’orvietano sono i territori con l’andamento del flusso turistico in valore assoluto più accentuato rispetto al resto della provincia.