Un provvedimento senza precedenti. Per la prima volta, tre saloni da barbiere gestiti da cittadini stranieri sono stati chiusi dalle autorità cittadine. Due di questi sono stati sospesi per quindici giorni dal questore Bruno Abenante, il terzo è stato interdetto dal Comune.
La decisione è maturata a seguito di controlli e verifiche che hanno messo in luce gravi irregolarità amministrative e penali. Si tratta di una misura mai adottata prima in città nei confronti di barber shop, che assume quindi un valore simbolico oltre che concreto.
Le indagini condotte dalla Squadra Mobile e dalle Volanti hanno fatto emergere la presenza abituale di pregiudicati all’interno dei locali. Le pattuglie hanno documentato incontri e frequentazioni sospette che hanno fatto scattare l’allarme. Parallelamente, la Polizia Locale ha riscontrato irregolarità amministrative tra cui l’assenza del Direttore Tecnico obbligatorio e la mancanza di una SCIA valida. Nonostante le diffide e i procedimenti già avviati, le attività hanno continuato a operare in modo irregolare, ignorando le prescrizioni ricevute.
Le violazioni accertate hanno un peso rilevante: non si tratta di semplici dimenticanze burocratiche, ma di comportamenti reiterati che hanno trasformato questi esercizi in luoghi privi di controllo e di rispetto delle norme. Le istituzioni hanno quindi ritenuto necessario intervenire con fermezza.
Gli accertamenti hanno inoltre fatto emergere precedenti penali e di polizia a carico dei titolari, tra cui reati contro la fede pubblica, il patrimonio e persino episodi legati a violenze sessuali. La presenza costante di soggetti con precedenti dentro i negozi ha rafforzato l’idea di un contesto poco sicuro, incompatibile con attività destinate a un’utenza quotidiana e familiare. Per questo la Questura ha ritenuto che i locali costituissero un concreto pericolo per l’ordine pubblico.
Le indagini, avviate mesi fa, hanno visto la collaborazione di più uffici: la Divisione PAS, la Squadra Mobile e la Squadra Volanti hanno incrociato i dati raccolti e prodotto un dossier che non lasciava spazio a esitazioni. Questo quadro investigativo ha rappresentato la base per i provvedimenti firmati dal questore Abenante.
Un terzo salone, situato nell’area della stazione ferroviaria, è stato chiuso direttamente dal Comune con un provvedimento interdittivo. Anche in questo caso, la scelta è stata motivata dalla reiterazione di irregolarità e dalla mancata osservanza delle prescrizioni precedenti. L’amministrazione comunale ha spiegato che non si può consentire che un’attività economica resti aperta in totale spregio delle regole.
La Polizia Locale ha svolto controlli mirati, verificando non solo la documentazione amministrativa ma anche le condizioni igieniche e la sicurezza dei locali. Più volte erano state contestate mancanze, ma senza alcun risultato. Di qui la decisione, senza precedenti per la categoria dei barbieri, di sospendere l’attività.
Il provvedimento del questore nasce dalla collaborazione stretta tra Questura, Comune e Polizia Locale. Una sinergia che ha consentito di raccogliere un quadro completo delle condotte illecite e delle situazioni di pericolo. Le autorità hanno voluto lanciare un messaggio chiaro: la sicurezza urbana passa anche dal controllo delle attività commerciali.
Questa linea d’azione non è isolata: già in passato bar, circoli e locali notturni erano stati destinatari di misure analoghe, ma è la prima volta che l’intervento riguarda barber shop. Il segnale è quello di un’attenzione costante a tutte le forme di illegalità diffuse sul territorio, senza eccezioni legate alla tipologia di attività.
Il questore Bruno Abenante ha spiegato: “L’adozione di questi provvedimenti rappresenta un segnale chiaro e fermo: non tollereremo che luoghi apparentemente destinati a servizi per la collettività diventino contesti di illegalità e degrado. La sicurezza urbana si difende con la presenza sul territorio, la prevenzione e l’immediato contrasto a ogni forma di illegalità. Continueremo su questa linea, a tutela dei cittadini onesti e del decoro della città”.