La città di Terni si inserisce nella corsa per ottenere un titolo di prestigio nel panorama culturale italiano: la candidatura a Capitale italiana del libro 2025. Un obiettivo ambizioso, che vede la città competere con altre 19 località italiane, tutte pronte a presentare progetti creativi e stimolanti per aggiudicarsi questo importante riconoscimento.
Terni capitale del libro: la giuria e il processo di selezione
Il ministro della Cultura, Alessandro Giuli, ha nominato una giuria composta da personalità di spicco del mondo editoriale e letterario. A capo della commissione troviamo Gian Arturo Ferrari, nome che non ha bisogno di presentazioni nel settore. Al suo fianco, figure come Roberto Alfatti Appetiti, Domenico Minuto, Susanna Tamaro e Simona Vinci, chiamati a valutare i progetti delle città in gara.
L’attenzione della giuria si concentrerà sui progetti inviati alla Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore. Il compito sarà quello di scegliere fino a dieci finalisti, tra i quali emergerà la città vincitrice. Un percorso che culminerà con la decisione definitiva entro il 30 novembre 2024, quando sarà presentato al ministro il nome della città designata. Alla città vincitrice verrà assegnato un contributo di 500.000 euro da parte del Ministero della Cultura.
Oltre a Terni, tra le città che ambiscono al titolo troviamo una varietà geografica e culturale che abbraccia tutto il paese: Benevento, Butera, Casalnuovo, Castel Bolognese, Chioggia, Cuneo, Gallipoli, Grottaferrata, Ischia, Latina, Macchiagodena, Mantova, Mercogliano, Mistretta, Palombara Sabina, Sant’Andrea di Conza, Sorrento, Subiaco e Velletri. Ogni città ha messo in campo la propria tradizione letteraria e culturale, sperando di poter fare la differenza agli occhi della giuria.
Il ruolo del ministero e il premio finale
“La Direzione generale Biblioteche e diritto d’autore con una segreteria tecnica sosterrà la giuria esaminatrice nell’individuare fino a dieci progetti finalisti”, ha dichiarato il Mic. Una volta selezionati, i rappresentanti delle città finaliste parteciperanno a un incontro pubblico in cui avranno la possibilità di presentare e approfondire i propri progetti, un’occasione per dimostrare il valore della propria candidatura. La città vincitrice, oltre al prestigio del titolo, come anticipato poc’anzi, si aggiudicherà un premio di 500mila euro, destinato a rafforzare le iniziative culturali locali.
L’obiettivo è garantire che il libro, la lettura e gli eventi culturali siano protagonisti nella città premiata per un intero anno, arricchendo la comunità locale sia a livello culturale che sociale
Guardando ai vincitori degli anni passati, è chiaro che la competizione è sempre stata intensa. Nel 2020 fu la città di Chiari a conquistare il titolo, seguita da Vibo Valentia nel 2021, Ivrea nel 2022 e Genova nel 2023. Per il 2024, il riconoscimento è andato a Taurianova, piccola località calabrese che ha saputo emergere grazie a un progetto innovativo e ben strutturato.
Cosa succede se Terni dovesse vincere
Il titolo di “Capitale italiana del libro” offre alla città vincitrice più di un semplice contributo economico: si tratta di un’opportunità unica per accrescere il proprio profilo culturale su scala nazionale. Durante l’anno in cui la città detiene il titolo, diventa il fulcro di numerosi eventi legati al mondo della lettura e della cultura. Festival letterari, incontri con autori di fama, workshop educativi e mostre sono solo alcune delle iniziative che possono essere promosse con il supporto del Ministero della Cultura. Inoltre, tali progetti favoriscono lo sviluppo di collaborazioni tra la città e importanti enti culturali, come editori, librerie e biblioteche locali.
Il riconoscimento può anche attrarre turismo culturale, aumentando l’afflusso di visitatori interessati a partecipare agli eventi organizzati e scoprire la città sotto una luce diversa. Questo può avere un impatto positivo sull’economia locale, creando nuove opportunità lavorative legate all’organizzazione degli eventi culturali. La città, inoltre, ha la possibilità di inserirsi in reti culturali nazionali e internazionali, partecipando a iniziative di ampio respiro che coinvolgono altre città italiane ed europee con programmi simili.
Un altro aspetto interessante è che, oltre agli eventi pubblici, il titolo promuove anche un lavoro di base sulla crescita dell’inclusione sociale, contrastando la povertà educativa attraverso iniziative mirate. I fondi ottenuti possono essere investiti in progetti che favoriscono l’accesso alla lettura anche nelle fasce più deboli della popolazione.