03 Dec, 2025 - 17:00

Terni, il sindaco Bandecchi rinviato a giudizio: il 22 gennaio il processo sui fatti del Consiglio comunale del 2023

Terni, il sindaco Bandecchi rinviato a giudizio: il 22 gennaio il processo sui fatti del Consiglio comunale del 2023

Il gup di Terni Chiara Mastracchio ha disposto il rinvio a giudizio del sindaco Stefano Bandecchi per i fatti avvenuti in Consiglio comunale il 28 agosto 2023: intervento della polizia locale, sospensione della seduta e accuse che vanno dalla minaccia all’interruzione di pubblico servizio. L’udienza è fissata per il 22 gennaio.

La cronaca dell’accaduto e le responsabilità contestate nell’atto di rinvio a giudizio

Secondo l’impianto accusatorio, nella seduta consiliare del 28 agosto 2023 il sindaco Stefano Bandecchi avrebbe avuto un duro alterco con i consiglieri di opposizione Orlando Masselli e Marco Cecconi - quest’ultimo costituito parte civile - alzandosi e dirigendosi verso i banchi della minoranza. L’episodio richiese l’intervento della polizia locale presente in aula e la sospensione dei lavori per 25 minuti. Dalla Procura sono state iscritte nel capo di imputazione le ipotesi di minaccia, oltraggio, violenza e resistenza a pubblico ufficiale, interruzione di pubblico servizio e minaccia a un corpo politico.

La prima udienza è stata fissata per il 22 gennaio davanti al giudice Ersilia Agnello, col Tribunale in composizione monocratica. La richiesta di rinvio a giudizio era stata avanzata dal pm Marco Stramaglia.

La linea difensiva dell'avvocato Pacelli che ribalta la ricostruzione

Accanto al sindaco è schierato un collegio difensivo composto, tra gli altri, dall’avvocato Carlo Pacelli del Foro di Perugia e dall’avvocato Panebianco di Terni.

È lo stesso Pacelli a esplicitare la strategia difensiva con una dichiarazione riportata dagli avvocati: “C’è stato un rinvio a giudizio nei confronti del primo cittadino. La difesa è convinta che chi è stato oltraggiato ed è stato interrotto nell’esercizio delle sue funzioni sia proprio il primo cittadino, il sindaco Stefano Bandecchi. Questo è avvenuto da parte dei consiglieri di minoranza Masselli e Cecconi, i quali lo hanno oltraggiato e lo hanno interrotto mentre lui stava svolgendo e era nel pieno dell’esercizio delle sue funzioni. Legittimamente e debitamente perché era colui che si era in precedenza iscritto a parlare ed era colui al quale il Presidente del Consiglio aveva concesso e accordato la parola”.

Implicazioni giuridiche e istituzionali: nessun rischio per la legge Severino

Sul piano giuridico-istituzionale, la normativa vigente non prevede una ricaduta automatica dei reati contestati a Bandecchi tra quelli che determinano la decadenza automatica ai sensi della legge Severino. Pertanto, anche nell’ipotesi di una condanna definitiva per le accuse in questione, non vi sarebbe automatismo di decadenza, che dipenderebbe da fattori più complessi. Eventuali provvedimenti di natura politica o amministrativa rimarrebbero distinti dal percorso penale e dipenderebbero da scelte politiche o da altri profili giuridici direttamente e non direttamente collegati alla Severino.

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Federico Zacaglioni
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