La nuova governance di Ater Umbria ha avviato un intervento concreto per alleviare il disagio abitativo a Terni. Sono stati individuati cinque alloggi da destinare alle emergenze abitative più pressanti nel territorio ternano, principalmente casi di mobilità abitativa dovuti a esigenze di salute o cambiamenti familiari. Queste unità, da ristrutturare entro settembre, rappresentano una risposta immediata alle situazioni più critiche e anticipano ulteriori misure in arrivo per affrontare la difficile situazione delle case popolari in città.
La direzione di Ater Umbria ha comunicato di aver messo a disposizione del Comune di Terni una lista di sette immobili, tra cui scegliere i cinque più idonei da destinare alle emergenze abitative. L'obiettivo è ristrutturare questi alloggi nell'immediato, entro il mese di settembre, così da poterli assegnare a famiglie e inquilini che si trovano in situazioni urgenti di mobilità. Si tratta di casi in cui è necessario un cambio di abitazione popolare per ragioni come la variazione del nucleo familiare (ad esempio, famiglie che crescono o si riducono) oppure per motivi di salute, specie quando l’alloggio attuale presenta barriere architettoniche insormontabili. Ater ha inoltre assicurato che ulteriori alloggi saranno resi disponibili prossimamente per fronteggiare altre richieste analoghe di trasferimento urgente.
La messa a disposizione di questi cinque alloggi rappresenta un primo segnale tangibile di attenzione verso l'emergenza casa locale. Terni, infatti, da tempo vive una situazione complessa sul fronte delle case popolari: centinaia di famiglie sono in attesa di una soluzione abitativa adeguata, mentre molti appartamenti rimangono vuoti perché inagibili o in attesa di manutenzione.
Questo intervento giunge a poche settimane dall'insediamento del nuovo vertice di Ater Umbria. Il consiglio di amministrazione si è rinnovato a maggio, mentre il nuovo direttore generale ha preso servizio a inizio luglio. Il presidente Federico Santi, nominato di recente, ha spiegato che l’azienda è ben consapevole delle difficoltà in cui versano molti inquilini delle case popolari e sta cercando di affrontare il maggior numero di casi critici possibile, pur sapendo di non poter fare miracoli. Santi ha evidenziato di aver già inviato al Comune di Terni la lista degli appartamenti sistemabili “in tempi brevissimi, entro settembre”, proprio per destinarli alle richieste più impellenti di mobilità dovute ad ampliamenti o riduzioni del nucleo familiare e a problemi di salute.
«Cercheremo in futuro di aumentare ancora di più questa offerta, partendo dal presupposto che al nostro insediamento erano 450 gli appartamenti inagibili nella sola Terni. Stiamo facendo del nostro meglio», ha dichiarato Santi.
L'emergenza casa non riguarda infatti soltanto la città di Terni, ma è un problema esteso a tutta l'Umbria. Su un totale di 9.677 alloggi popolari censiti in Umbria, ben 1.391 risultano attualmente non assegnabili poiché necessitano di pesanti interventi di manutenzione (pari a circa il 14% del totale). Circa 8.000 unità sono regolarmente occupate e altre 243 sono libere ma già pronte per l’assegnazione immediata. Il resto, invece, è costituito da case vuote ma non affittabili: 79 alloggi sono in fase di ripristino, 38 sono in carico al servizio tecnico per lavori, mentre per ben 1.278 abitazioni si è ancora in attesa di una verifica tecnica sullo stato di conservazione.
Le cause di questa situazione sono molteplici. Da un lato c’è il degrado degli immobili tenuti sfitti per anni: spesso tra il bando di assegnazione e la consegna effettiva intercorre un lungo periodo, durante il quale le abitazioni vuote si deteriorano e al momento di consegnarle agli assegnatari si scoprono inagibili. Dall'altro lato vi sono i ritardi burocratici e le risorse economiche insufficienti per effettuare tutte le manutenzioni necessarie. Basti pensare che ristrutturare un singolo alloggio popolare costa in media 30 mila euro: una spesa significativa che, moltiplicata per centinaia di unità da recuperare, richiede decine di milioni di euro di investimenti pubblici.
Anche mantenere vuote queste case ha un costo: Ater deve comunque pagare tasse (IMU) e spese condominiali sugli immobili non occupati, drenando risorse preziose. I sindacati degli inquilini hanno più volte denunciato la gravità del disagio abitativo in Umbria, chiedendo interventi urgenti. Organizzazioni come Sunia-Cgil, Sicet-Cisl e Uniat-Uil hanno sollecitato sia la Regione che lo Stato a stanziare fondi straordinari per ristrutturare gli alloggi pubblici e renderli disponibili a chi ne ha diritto. Proposte di semplificazione normativa sono state avanzate per velocizzare le procedure di assegnazione ed evitare che gli alloggi restino inutilizzati troppo a lungo.