25 Mar, 2025 - 22:00

Terni, approvato il piano di emergenza esterna per lo stabilimento Arvedi Ast

Terni, approvato il piano di emergenza esterna per lo stabilimento Arvedi Ast

Un nuovo piano operativo dedicato alla gestione delle criticità ambientali e industriali è stato validato a Terni. Riguarda lo stabilimento siderurgico Arvedi-Ast, uno dei principali impianti produttivi del territorio, soggetto a potenziali episodi ad alto impatto secondo quanto previsto dalla normativa Seveso, che disciplina la prevenzione e la risposta a situazioni a rischio negli impianti industriali, come incendi, deflagrazioni o dispersioni tossiche.

Lo strumento, pensato per fronteggiare situazioni di emergenza che potrebbero avere conseguenze gravi, è stato annunciato ufficialmente dalla Prefettura. La misura rientra in un quadro legislativo europeo che impone agli impianti a rischio di predisporre piani di emergenza per minimizzare le ricadute sulla collettività e sull’ambiente circostante.

Coordinamento interistituzionale per la tutela del territorio

Il documento è frutto di un'intesa articolata tra Prefettura, forze dell'ordine, enti locali e soggetti operanti nella struttura. Il lavoro ha coinvolto anche la Regione Umbria, i servizi di emergenza sanitaria, le autorità ambientali e diverse realtà del comparto privato. Tutti uniti per costruire un sistema solido e reattivo, in grado di rispondere a eventuali criticità che superino i cancelli dell’impianto. Alla redazione del piano hanno contribuito, tra gli altri, i Vigili del Fuoco, la Questura di Terni, la Provincia, il Comune, la USL Umbria 2, l’ARPA, l’INAIL, la Croce Rossa, la Centrale operativa regionale del 118 e le aziende attive nell’area come Ilserv, Linde Gas e la stessa Ast. Un lavoro corale che mette in rete competenze, responsabilità e strumenti d’intervento.

Uno scudo operativo contro i rischi industriali

Il piano punta a contenere gli effetti di scenari complessi: un incendio che si propaga, una nube pericolosa, un’esplosione che rompe la quiete. Le indicazioni contenute nel documento regolano tempi e modalità d’azione, tracciando una linea precisa tra prevenzione, intervento e gestione. Salute pubblica, tutela ambientale e protezione dei beni materiali sono i tre pilastri su cui si fonda l’intero impianto. Una cornice normativa che garantisce agli enti preposti gli strumenti adeguati per agire con lucidità, anche sotto pressione. Non si tratta solo di una formalità, ma di una rete concreta di azioni coordinate, pensate per ridurre al minimo i danni di eventi imprevisti.

Un percorso trasparente e condiviso

Prima del timbro definitivo da parte del prefetto Antonietta Orlando, il documento è passato attraverso una fase di confronto con la cittadinanza, affinché anche i non addetti ai lavori potessero familiarizzare con le strategie previste. Il testo, redatto secondo i parametri nazionali della Presidenza del Consiglio dei Ministri, costruisce un’architettura operativa precisa, fondata su scenari di rischio definiti e su un sistema di allerta proporzionato alla gravità dell’evento. In campo, oltre agli enti pubblici, anche soggetti privati e organismi sanitari e ambientali. La trasparenza del processo ha permesso di rafforzare il legame tra istituzioni e comunità, superando la tradizionale distanza tra chi decide e chi subisce le conseguenze delle decisioni.

Verso la fase di verifica sul campo

Non resterà lettera morta. Il piano sarà testato, misurato e — se necessario — corretto. Le simulazioni previste nelle prossime settimane serviranno a valutare la tenuta del sistema. A queste si affiancheranno incontri con la popolazione, pensati per diffondere una cultura della prevenzione che non sia fatta solo di allarmi ma anche di consapevolezza. Le prove pratiche e le attività divulgative rappresentano un passaggio decisivo per tradurre su scala reale quanto scritto nero su bianco. Non bastano le firme: serve farlo funzionare sul serio.

Verranno attivati momenti informativi rivolti ai cittadini che vivono nei pressi dello stabilimento, con lo scopo di fornire strumenti utili per comprendere rischi e comportamenti adeguati. Anche le scuole e le associazioni del territorio saranno coinvolte in attività formative, così da estendere la conoscenza del piano oltre i confini istituzionali. L’acciaieria fa parte del paesaggio urbano e industriale di Terni da oltre un secolo. Prepararsi ad affrontare eventuali criticità non è un esercizio di stile, ma una responsabilità collettiva.

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Francesca Secci
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