La città perde uno dei suoi narratori per immagini. Amedeo Umberto Cavani, fotografo freelance che ha fatto della strada il suo atelier e dei ternani i suoi soggetti prediletti, si è spento a 72 anni.
La notizia, che si è diffusa stamattina, ha generato un’ondata di commozione e ricordi sui social network, specialmente sulla sua pagina Facebook, divenuta negli anni un diario visivo della comunità.
Ex dipendente dell’INPS, Cavani ha vissuto la fotografia non come mera professione, ma come una missione civile e affettiva: catturare l’essenza della vita quotidiana, i gesti ordinari, le luci e le ombre di Terni, restituendole in scatti che sono diventati memoria collettiva. Lo scorso settembre aveva raccolto il frutto di una delle sue grandi passioni nella mostra personale “Momenti di tango”, allestita al ‘Caffè Cavour’, dove aveva esposto le istantanee rubate durante le serate di milonga, ballo argentino a cui dedicava tempo ed energia.
La carriera di Amedeo Cavani è stata un percorso coerente, lontano dai riflettori dei grandi circuiti ma straordinariamente radicato nel tessuto umano della sua città. Con la macchina fotografica a tracolla, era una presenza familiare nei vicoli, nelle piazze, durante le feste popolari o semplicemente nelle ore dello struscio.
Il suo approccio era discreto, rispettoso, mai invasivo. Riusciva a farsi dimenticare, per cogliere l’autenticità di un sorriso, la concentrazione di un artigiano, la complicità di una coppia di anziani, gli occhi sognanti di una donna, le mani intracciate di due innamorati. La sua tecnica era al servizio della narrazione, non il fine ultimo. Questo gli aveva valso non solo la simpatia dei concittadini, ma anche il rispetto in ambiti culturali più ampi, dove le sue opere sono state spesso incorporate in eventi e progetti espositivi locali.
Nella comunità ternana era sinonimo di uno sguardo unico, capace di riconoscere la poesia nel quotidiano. La sua pagina Facebook era un flusso costante di queste “testimonianze fotografiche”, come amava definirle, accompagnate spesso da didascalie essenziali, mai retoriche. Un archivio in progress che ora si ferma, lasciando un vuoto percepibile.
Oltre alla strada, l’altro grande amore artistico di Cavani era il tango argentino. La mostra “Momenti di tango” al Caffè Cavour non era stata una semplice esposizione, ma la celebrazione di un mondo di cui era partecipe. Gli scatti in bianco e nero o a colori catturavano l’eleganza, la tensione, l’intimità delle coppie in movimento durante le milonghe ternane.
“Volevo fermare non solo i passi, ma l’emozione che circola in quelle serate”, aveva spiegato in un’intervista in occasione della mostra. Le immagini, sospese tra reportage e interpretazione artistica, rivelavano la sua capacità di muoversi con sensibilità anche in un contesto più circoscritto ma ugualmente ricco di storie.
La sua scomparsa lascia un segno profondo nel panorama culturale e umano di Terni. Amedeo Cavani era un artista completo, la cui vita professionale e personale era intrecciata in un unico, coerente progetto di ricerca del bello e del vero. La sua fotografia andava oltre l’estetica: era un atto di cura verso la città e i suoi abitanti. Lascia un figlio, una comunità in lutto e un immenso patrimonio di immagini che continueranno a parlare di Terni, dei suoi riti, delle sue passioni e della sua umanità semplice. Come ha scritto ieri un affezionato follower sulla sua pagina, “ha smesso di scattare, ma le sue foto continueranno a svilupparsi nella nostra memoria”. Una perdita significativa per una città che in lui aveva trovato, forse senza sempre rendersene pienamente conto, il suo cronista per immagini più sincero e affettuoso.