È iniziato poco dopo le 7.00 del mattino di martedì 16 settembre l’intervento della Squadra Volante in via Lungonera Savoia, a Terni. Gli agenti hanno notato a terra un giovane con accanto uno zaino e hanno avviato gli accertamenti di rito. Alla richiesta di fornire le generalità, il 27enne – cittadino marocchino residente in città e già noto alle forze dell’ordine per precedenti legati agli stupefacenti – si è mostrato immediatamente agitato.
Secondo quanto ricostruito, avrebbe rifiutato di collaborare, insultando e minacciando il personale in uniforme. Nel tentativo di sottrarsi al controllo, avrebbe spinto un operatore e colpito gli agenti, rendendo necessario l’intervento fisico per immobilizzarlo e accompagnarlo in Questura. Nel corso delle fasi concitate, due poliziotti hanno riportato lesioni giudicate guaribili con prognosi breve.
Negli uffici della Questura scattano le perquisizioni personale e dello zaino. All’interno saltano fuori due involucri: quantità modeste, poco meno di 2 grammi di hashish e all’incirca mezzo grammo di cocaina. La sostanza viene sequestrata, mentre per l’uomo scatta anche la segnalazione amministrativa per uso personale prevista dal DPR 309/1990.
Non è l’unico elemento al vaglio: nello zaino compaiono anche documenti e carte di pagamento sui quali gli investigatori stanno ricostruendo provenienza e titolarità. Su questo fronte la Procura ipotizza la ricettazione, un’ipotesi che sarà verificata alla luce degli ulteriori riscontri.
L’indagato viene tratto in arresto per resistenza e lesioni a pubblico ufficiale; la Procura di Terni dispone il rito direttissimo. All’udienza del 17 settembre il giudice convalida l’arresto e applica l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. In pratica, il 27enne dovrà presentarsi periodicamente agli uffici indicati: un vincolo cautelare ritenuto proporzionato ai fatti e sufficiente a prevenire nuove condotte. Intanto i reperti sequestrati vengono inviati per le analisi di laboratorio, mentre prosegue la ricostruzione di quanto accaduto lungo il Nera e, soprattutto, l’esame del materiale documentale rinvenuto.
Gli approfondimenti puntano a chiarire se e come i documenti e le carte di pagamento siano collegati a eventuali illeciti, e a definire in modo puntuale l’entità delle lesioni riportate dai due agenti. In parallelo, la polizia giudiziaria completa le relazioni di servizio e gli atti fotografici, tasselli utili a delineare il quadro probatorio. Il fascicolo rimane aperto sulle ipotesi contestate, con la possibilità per la difesa di produrre memorie, chiedere incidenti probatori o sollecitare una diversa misura.
Come prevede la legge, siamo nella fase delle indagini preliminari: l’uomo è da considerarsi non colpevole fino a sentenza definitiva. Le eventuali responsabilità saranno accertate in giudizio nel contraddittorio tra le parti. La misura dell’obbligo di firma ha natura preventiva e non costituisce una pena. Ulteriori sviluppi sono attesi con l’esito degli esami di laboratorio e degli accertamenti sui documenti rinvenuti nello zaino.