È stato il primo di una serie di 108 bombardamenti sulla città di Terni (anche se gli storici ancora indagano sul numero esatto). Qualcuna in più o qualcuna in meno di quelle incursioni aeree poco cambia. L’11 agosto del 1943 caddero le prime bombe anglo-americane su Terni. Era un segnale per il Re, Vittorio Emanuele, e per il generale Badoglio. Un messaggio chiaro di fare una scelta di campo: mollare il Duce, Benito Mussolini, e portare l’Italia presti fuori dal Patto d’Acciaio, dall’alleanza dell’Asse. I ternani ne fecero le spese. Vedendo rasa al suolo la loro città, pagando un tributo di vite senza pari, dovendo fuggire sfollati per salvarsi dai bombardamenti. Ma seppero rialzarsi, dopo la guerra. Seppero ricostruire la propria città. Seppero darsi un’identità e un progetto di rinascita da portare nel futuro.
Era l’11 agosto del 1943, quando caddero quelle prime bombe. A ricordare quell’attacco, iniziato alle 10.29 di un caldo mattino d’estate, sono stati i 10 rintocchi del campanone e i 29 della campana grande di San Francesco. Nel Santuario al centro della città, anch’esso colpito dalle bombe, è stata celebrata la Santa Messa a suffragio di tutte le vittime dei bombardamenti e per la pace. A celebrarla il Vicario Generale Don Salvatore Ferdinandi.
Poi, in via Lanzi, dove è stato collocato il sacrario con i nomi di rtutti i caduti di quel primo attacco, si è tenuta la cerimonia ufficiale di commemorazione. Deposte le corone d’alloro da parte del Comune e dall’Associazione nazionale vittime civili di guerra Sez. di Terni.
La cerimonia è proseguita al Cimitero, dove sono state deposte le corone al monumento che ricorda il bombardamento su Terni a ricordo dei caduti civili.
Il vice sindaco Riccardo Corridore: “Terni si rialzò da 108 bombardamenti, è la nostra identità. Prendiamo esempio”
Per l’amministrazione comunale c’era il vice sindaco Riccardo Corridore a ricordare le vittime di quella strage d’estate. Lui, come il consigliere comunale di Fratelli Marco Cecconi, presente alla cerimonia, ha mostrato il nome di un congiunto inciso sulla lapide che ricorda i morti. C’erano anche l’ex sindaco Leonardo Latini, il consigliere di AP Federighi, la consigliera comunale del PD Maria Grazia Proietti. E poi tanti appartenenti alle associazioni combattentistiche, a quelle dei partigiani, a quelle di assistenza e carità.
“81 anni fa Terni fu inginocchiata, umiliata, piegata – ha detto il vicesindaco Riccardo Corridore -. Ma ha avuto la forza di rialzarsi e di ricostruirsi. Questa giornata suscita emozione, perché anch’io, come tanti ternani, ho uno dei nomi della mia famiglia segnato sulla lapide. Questo ci aiuta a ritrovare la nostra appartenenza, l’identità dei ternani, la nostra capacità di rimetterci in piedi dopo la difficoltà“.
Corridore ha ricordato l’Opera Pia Pubblica Assistenza, che si dedicò a tirare fuori morti e feriti dalle macerie. Ed ha sottolineato come ancora oggi il monito dell’esempio del passato non sia raccolto dagli uomini in nome della pace.
“Trasmettere il significato di questo ricordo ai nostri giovani può fare la differenza – ha concluso – affinché un domani tragedie come quella del primo bombardamento non si ripetano più“.
Il commosso ricordo dell’Associazione Vittime della Guerra: “La pace è l’unica soluzione per ogni conflitto”
Lanfranco Gentilini, presidente dell’Associazione nazionale vittime civile di guerra, sezione provinciale di Terni, ha ricordato le vittime del primo bombardamento. Parole commosse, le sue, che hanno sottolineato l’inutilità delle guerre e l’ignobiltà dei massacri che coinvolgono civili e innocenti.
“Un normale mercoledì d’estate si è trasformato in un giorno di tragedia per 1065 nostri concittadini ternani – ha scandito – che sono stati vittime di uno dei bombardamenti più atroci sulla città. Innumerevoli feriti, centinaia di dispersi e circa l’85% della città distrutta. Non dobbiamno solo ricordare la furia devastatrice delle bombe della Seconda Guerra Mondiale. Ma trasformare la commemorazione in un monito per le generazioni attuali e future“.
Gentilini ha chiuso il suo intervento con le parole di Papa Francesco. “La guerra è in sé stessa un crimine contro l’umanità e i popoli hanno bisogno di pace. Il mondo ha bisogno di pace“.