In esclusiva ai microfoni di TAG24 Umbria è intervenuta Camilla Labate, esterno offensivo della Ternana Women. Nata a Marino il 2 maggio 1999, muove i primi passi nel mondo del calcio nella Res Roma, con la quale vince lo scudetto primavera nel 2014-15 e 2015-16. Nella stagione 2018-19 veste la maglia dell’As Roma collezionando 12 presenze in Serie A.
Nel 2019 si trasferisce in Serie A con il Sassuolo, l’anno successivo rimane sempre in Serie A ma con la maglia del San Marino, nel gennaio del 2021 indossa la maglia biancoceleste della Lazio in Serie B. Nell’estate del 2022 Camilla Labate si trasferisce alla Ternana Women, dove ritrova mister Melillo, con il quale ha vinto due scudetti primavera con la Res Roma. Le Fere dopo una stagione eccellente, nell’ultimo turno di campionato affronteranno il San Marino. Le rossoverdi sono ad un passo dai play off, domenica avranno a disposizione due risultati su tre.

Ternana Women, Camilla Labate: “Le avversità ci hanno unito ancora di più e non abbiamo mai smesso di crederci”

Siete reduci da una bella vittoria contro il Pavia che vi ha permesso di tornare seconde in classifica in solitaria, come giudichi la tua prova e quella della squadra?
“Siamo felici e soddisfatte della partita di domenica. L’avevamo preparata bene in settimana e ci eravamo prefissate l’obiettivo di vincere queste due ultime giornate e rendere onore al campionato giocato fino ad ora. Adesso continuiamo con questo atteggiamento verso San Marino, è troppo importante per noi. Personalmente sono soddisfatta della mia prestazione, è stato bello segnare allo stadio della nostra città”.

Domenica affronterete il San Marino nell’ultima giornata di campionato, come vi state preparando al match? Che insidie nasconde questa partita?
“Il San Marino è una squadra ostica che gioca su un campo non proprio facile. Ha dato del filo da torcere anche alle squadre più forti e organizzate. Noi non vogliamo lasciare niente al caso, ci prepareremo con la stessa voglia di vincere e di fare bel calcio, com’è stato fin qui. Non dobbiamo sottovalutare nessuno, abbiamo visto come in questo campionato nulla è già scritto. Come dice il Mister, le partite vanno giocate e poi commentate”.

Come ti sei avvicinata al mondo del calcio?
“Avendo un fratello e un cugino più grandi che giocavano a calcio, sono cresciuta per campi di pallone, mamma mi portava sempre con lei a vederli, così, a 5 anni ho convinto papà a farmi fare una prova con i maschietti più grandi della squadra del mio paese e da lì è stato amore vero”.

Raccontaci Camilla Labate, dentro e fuori dal campo.
“Camilla è una ragazza con tanti interessi e tante passioni. Amo riempire la mia giornata mettendo sempre al centro l’allenamento e la cura del mio corpo. Sto facendo la magistrale in scienze e tecniche dello sport perché sono appassionata di tutto ciò che ruota intorno ad un atleta e voglio rimanere in questo mondo quando, un giorno molto lontano, dovrò smettere. Per il resto, ascolto continuamente musica qualsiasi cosa faccia, mi piace ritagliare del tempo per me ma vivo dei pochi ma veri rapporti che ho”.

Qual è stato il tuo idolo sportivo a cui ti sei ispirata e perché?
“Fino a poco tempo fa ero rapita da Cristiano Ronaldo, non solo per le magie che fa tutt’ora in campo ma proprio per l’atleta che è sempre stato. È un vero esempio di mentalità vincente, di dedizione e amore per quello che fa. Ora come ora, però, seguo molto di più Bellingham, adoro come gioca”.

Come giudichi la tua esperienza con la Ternana Women? Cosa ti ha colpito in particolare del progetto rossoverde?
Personalmente sono davvero felice di aver intrapreso questo percorso con la Ternana. Il primo anno è stato un crescendo di emozioni che non mi aspettavo di poter vivere. Questo secondo anno, invece, soprattutto causa infortunio, penso di essermi attaccata ancora di più alla squadra e alle persone che ci fanno vivere quotidianamente questo splendido sogno, in primis il nostro Mister a cui devo tutto. Lui è un vero esempio di amore, passione e dedizione verso questo sport, che riesce a trasmetterci in ogni cosa che fa”.

Durante la stagione avete dimostrato che il carattere, oltre alle vostri doti tecniche, è un vostro punto forte, come siete uscite dai momenti difficili?

“Penso che qualsiasi altra squadra di questo campionato, specie quelle più forti e organizzate, se avessero dovuto combattere con tutti gli infortuni e le sfortune di questa stagione, si sarebbero disunite e sarebbero crollate presto. Noi, invece, siamo troppo vicine l’un l’altra, amiamo quello che facciamo e ci crediamo davvero. A inizio anno ci siamo prefissate un obiettivo e quello è stato come un giuramento che ci siamo fatte. Le avversità ci hanno solo unito ancora di più e non abbiamo mai smesso di crederci”.

Nonostante la tua giovane età hai alle spalle molta esperienza, quanto pensi sia importante per una ragazza delle giovanili confrontarsi in un campionato come quello di Serie B?
“Credo che questo campionato sia un’ottima rampa di lancio per le giovani che escono dalle primavere più importanti. Tutte le squadre sono agguerrite e organizzate, nessuno regala niente e tutte vogliono far bene”.

Qual è la giocatrice, e qual è la squadra che in questo campionato ti hanno impressionato maggiormente?

“A me è piaciuta molto Gelmetti, penso abbia fatto uno splendido campionato in un Bologna che mi ha sorpreso davvero molto. Non mi aspettavo un’organizzazione così buona in una squadra neopromossa. Esprimono davvero un bel calcio con un’alta fisicità e tanta combattività. A mio avviso, avrebbero meritato qualcosa in più”.

Quali sono i tuoi obiettivi futuri?
“Il mio obiettivo principale è salire in serie A con questa squadra e riuscire a restarci. Voglio crescere come calciatrice e chi lo sa, magari ambire a vincere qualcosa nella massima serie”.

In cosa è migliorato il movimento femminile italiano e in cosa deve migliorare ancora secondo te?
“Il movimento è in forte crescita negli ultimi anni ma penso ci sia ancora poca professionalità sotto alcuni punti di vista, soprattutto a livello sociale. C’è sempre l’idea che il femminile sia un calcio minore dove piazzare figure già scartate nel maschile, oppure l’arroganza di pensare che se va bene per uno, va bene anche per l’altro. Ma non è così, il nostro calcio ha altri valori e altri bisogni e merita lo stesso rispetto dei maschietti”.