Il brutalismo è una corrente architettonica del primo dopoguerra, che si distingue per la sua onestà strutturale e per la preferenza per la funzionalità rispetto all'estetica. Il film con Adrien Brody, dedicato a un architetto fedele al nocciolo duro della realtà, è stato uno dei casi cinematografici dell'anno. Ma che c'entra con lo sport e con la Ternana?
Abbiamo giocato un po' col titolo del film e con la locandina per la nostra immagine di copertina (ndr), per descrivere la situazione societaria e l'intervento che ieri Stefano Bandecchi, sindaco di Terni ed ex presidente del club di via della Bardesca, ha vergato sui social.
Un intervento ruvido, quasi brutale appunto, lasciato in risposta a un post di un tifoso rossoverde su Instagram. Ma anche un intervento che ha il significato, come teorizzava la corrente architettonica, di restituire il senso reale delle cose senza girarci troppo intorno, privilegiando il fatto sul ghirigoro stilistico. E il fatto è semplice, nella sua ovvietà (che nell'estate di tribolazione dei tifosi diventa una notizia): se nessuno acquisirà la Ternana, il club è destinato a fallire.
Per Bandecchi la terza operazione verità della lunga estate calda rossoverde: dopo la crisi e la squadra, ora tocca ai tifosi e alle dietrologie.
La prima doccia fredda, Stefano Bandecchi, l'aveva fatta alla città attonita subito dopo lo spareggio perso a Pescara ai rigori. Spiegando che "il re era nudo" e che la Ternana si trovava in una crisi finanziaria tale da metterne a rischio l'esistenza. La seconda doccia fredda, invece, l'aveva fatta al gruppo-squadra alla vigilia del 1° agosto, scadenza per i controlli Covisoc sugli adempimenti federali.
Niente ulteriori bonifici di anticipo sui canoni annui che la Ternana Women stava versando alla società dei fratelli D'Alessandro e che avevano consentito l'iscrizione del club alla prossima Serie C. Una decisione inaspettata, che ha spiazzato chi confidava nei versamenti dell'ex patron. Che invece aveva tuonato contro i procuratori e contro quei calciatori che rifiutavano trasferimenti e opportunità di andare a giocare altrove.
"Se nessuno comprerà la Ternana, la società fallirà - afferma Bandecchi con brutale realismo nel suo post -. Senza acquirenti la strada è segnata. Io ci avrò rimesso 3 milioni e mezzo. Probabilmente, tra i molti che la stanno valutando, qualcuno potrà decidere di prenderla. Ma se così non sarà succederà ciò che ho appena detto si verificherà. E cioè, io perderò 3 milioni e mezzo, e sarò tra i dilettanti insieme agli altri tifosi".
E con questa siamo alla terza doccia fredda. Quella rivolta a una tifoseria che si è divisa tra chi attende con speranza una soluzione societaria e chi affolla i social per sfogarsi - magari per eccesso d'amore - al grido di "meglio il fallimento". C'è anche una terza corrente, a dire il vero, quella di chi dispensa sentenze su responsabilità, sbagli e colpe. Processi al pallone spesso conditi da scenari, retroscena o ricostruzioni da insider che hanno portato il sindaco di Terni a puntualizzare una situazione che in molti si rifiutano di accettare.
Due gruppi industriali - uno nel settore socio-sanitario e uno nel settore delle costruzioni - hanno aperto la data room per l'acquisizione.
Le parole di Bandecchi hanno due livelli di significato. Se da un lato mette i tifosi di fronte alla cruda realtà di una crisi societaria, intervallata da giovani acquisti, indiscrezioni di mercato e dalla certezza di deferimenti e penalizzazioni, dall'altra evidenzia la possibilità di una soluzione. "Molti la stanno valutando", afferma il sindaco di Terni. Che ha accesso ai dossier sulla cessione sin dal giorno zero della crisi. I fratelli D'Alessandro, che hanno fatto all-in sulla scorsa stagione senza avere le risorse per chiudere con i conti in ordine il campionato, gli hanno chiesto ripetutamente una mano.
Il primo cittadino, pur se in vacanza all'estero, è connesso quotidianamente con gli sherpa che fanno da raccordo tra la società uscente e i potenziali acquirenti.
In sede, dalla metà di giugno, è stata approntata una data room con tutti i numeri, i prospetti e i modelli prospettivi riguardanti i bilanci del club e la documentazione relativa alla convenzione per stadio-clinica. Due cartelle piene di file, alle quali hanno avuto accesso - dopo il fallimento della trattativa con una società di real estate del gruppo Olidata - diversi pretendenti. Due sono quelli più avanti con la due diligence:
Un gruppo leader nel campo socio-sanitario-assistenziale, attivo anche in ambito RSA;
Un'azienda di grandi dimensioni nel settore delle costruzioni, aggiudicataria di rilevanti commesse pubbliche e appalti infrastrutturali.
Inutile dire che, come nel caso delle trattative precedenti, sono stati firmati accordi di riservatezza che impegnano entrambe le parti. Anche se stavolta non si è ancora arrivati alla sottoscrizione di lettere di impegno, alla concessione di esclusive, o alla formalizzazione di possibili deadline per la chiusura.
A incombere è la data del 16 settembre, quella della prossima scadenza federale di controllo sui conti della Ternana. In casa rossoverde stanno provando a farcela in autonomia, così almeno trapela, per evitare problemi nel caso di tempi più lunghi per chiudere positivamente la partita più importante. Quella della salvezza societaria.