Nuovo termovalorizzatore in Umbria, un tema che è destinato ad animare copiosamente il dibattito politico dei prossimi mesi. Le dichiarazioni mosse da alcuni amministratori locali, in primis quelle della sindaca di Perugia, hanno smosso non poco le parti politiche. In queste ore, ad esempio, ad intervenire sul tema è la Lega. Il carroccio, per mezzo della voce del consigliere regionale Valerio Mancini, attacca le voci del no all’opera. In una nota leggiamo:

“Si fa presto a fare gli ecologisti e gli ambientalisti con le discariche degli altri. Gli amministratori dei Comuni che rifiutano per principio di ospitare un impianto di termovalorizzazione si facciano allora carico della presenza e della gestione trentennale di una discarica, una situazione che alcune realtà, come Città di Castello, Orvieto e Magione vivono da anni”.

Lega per il termovalorizzatore: opera necessaria

Valerio Mancini, presidente della Seconda commissione della Regione Umbria, interviene in merito alle dichiarazioni di Vittoria Ferdinandi. La sindaca di Perugia, infatti, si è pubblicamente schierata contro la creazione di un nuovo termovalorizzatore. Mancini ritiene l’opera indispensabile per la conclusione del ciclo dei rifiuti. In tal senso dichiara: “Va rimarcato che, certo della collaborazione dei cittadini e degli operatori, rispettando tutti gli obiettivi e i parametri indicati, nelle discariche umbre finirebbe comunque il 7% dei rifiuti complessivi, per un ammontare di oltre 30mila tonnellate all’anno (vedi pagina 58 della Relazione al Piano rifiuti)”.

E ancora: “I numeri ci dicono che ad oggi le discariche regionali (Belladanza – Città di Castello, Le Crete – Orvieto, Borgogiglione – Magione), peraltro ampliate tre volte proprio per evitare l’emergenza e per soddisfare le necessità di tutta l’Umbria, hanno capienze residue che ci consentiranno di arrivare al massimo al 2030, come dimostrato dallo schema riportato a pagina 42 della Relazione, una capacità residuale inferiore al milione di tonnellate. Rischiamo quindi di trovarci a dover di nuovo ampliare i siti di stoccaggio o ad aprirne di nuovi, magari nel Comune di Perugia, visto che il termovalorizzatore viene rifiutato. Mi si permetta la provocazione”.  

Termovalorizzatore: un’opera fatta in base alle esigenze dell’Umbria

Nel merito dell’opera, il leghista Mancini spiega che: “L’impianto di termovalorizzazione è stato studiato e pensato in base alle esigenze regionali ed è falsa ogni altra affermazione. Non porterà ad una mobilità dei rifiuti verso i nostri territori. Le dimensioni della struttura sono state calibrate sui nostri bisogni ed in Italia ce ne sono già attive a Parma e Piacenza, delle stesse dimensioni. Ricordiamo infine che in Emilia-Romagna, quando Elly Schlein era vice presidente della Giunta, è stato approvato nel luglio 2022 un Piano rifiuti che non prevedeva la chiusura degli 8 termovalorizzatori attivi mentre veniva esclusa l’apertura di nuove discariche, in cui ad oggi viene conferito il 5% dei rifiuti. Vogliamo parlare di Roma, dove il sindaco Gualtieri ha scelto ragionevolmente di puntare sul termovalorizzatore, consapevole che non vi siano altre strade per evitare l’emergenza (se non inviarli in Olanda e Danimarca come avviene oggi), avendo come unica alternativa il proliferare delle discariche sul territorio”.

In attacco all’opposizione e, in generale, al centrosinistra umbro, dice: “In ogni caso, se gli ‘esperti’ dell’opposizione sono in grado di proporre una concreta alternativa tecnologica alle procedure di termovalorizzazione, si facciano avanti e forniscano un contributo fattivo alla chiusura del ciclo. Il sindaco Ferdinandi spieghi quindi in quale Comune dovrebbero essere aperte le nuove discariche, unica alternativa alla costruzione dell’impianto che lei contesta. Fino ad ora le delibere dell’Autorità per l’idrico e i rifiuti sono state votate all’unanimità, applicando un principio di solidarietà, evitando di portare questioni politiche o di campanile all’interno dell’ente. In futuro, se varrà il principio di veto dei singoli Comuni, ogni territorio dovrà dotarsi di proprie discariche, evitando di continuare a stoccare rifiuti negli stessi territori di oggi. Del resto, i sindaci dove insistono tali impianti sono da tempo in allarme. Il contado è finito da tempo”.